5-2, 4-1, 4-1, 4-2, 4-0. Non stiamo dando i numeri, li stiamo snocciolando in vista di Lazio vs Napoli. Perché quella tra Sarri e Spalletti è prima di tutto la partita delle goleade. Purtroppo per i biancocelesti, quasi sempre a favore dei partenopei.
Ma i punteggi che abbiamo citato ad inizio articolo non riguardano semplicemente alcuni passati confronti tra le due compagini, bensì i più esorbitanti punteggi (compreso l’ultimo risalente al novembre del 2021) nei quali Dries Mertens – che nella Lazio ha una delle sue vittime preferite – ha timbrato il cartellino.
Ciro vs Ciro
Lazio vs Napoli sarà allora, sempre e nuovamente, Ciro contro Ciro. Mertens da una parte, Immobile dall’altra. Un belga che gioca per il Napoli da una parte. Un napoletano che gioca per la Lazio dall’altra. 7 reti contro 19.
E pensare che Immobile delle 26 partite in campionato disputate dalla formazione biancoceleste, ne ha saltate ben 5. Assente nell’ultima sfida contro l’Udinese (1-1), il capitano della Lazio è pronto a tornare in campo contro la squadra della sua città. Due dei suoi più bei gol in carriera Immobile li ha segnati d’altra parte proprio contro il Napoli: il 18 agosto del 2018 (partita persa 1-2) con un gol da solista e il 21 dicembre del 2020 (2-0 per la Lazio) con un colpo di testa straordinario.
Tornando al Napoli, Spalletti non avrà vita facile nello scegliere l’attaccante titolare nella sfida di domenica sera. Pochi lo ricorderanno, ma all’andata l’11 partenopeo arrivava quasi decimato allo scontro con i biancocelesti (nonché nel pieno di una crisi di risultati dopo l’ottimo avvio stagionale): all’epoca mancavano infatti a Spalletti Koulibaly, Zambo-Anguissa e Osimhen. Ciro Mertens, nel giorno del ricordo di Maradona, giocò insieme ai compagni una gara semplicemente sontuosa. Il punteggio finale, di 4-0, mise in mostra tutte le difficoltà del sarrismo – filosofia tanto straordinaria sul lungo periodo quanto complicata da apprendere nel breve.
La Lazio, quel giorno, scese in campo con tutti gli effettivi. Ma non era affatto la stessa Lazio che scenderà in campo domenica sera. Parliamo in questo caso di una squadra che inizia ad applicare con costanza e solidità i principi di gioco del mister toscano. È una squadra, soprattutto, che con tutti i limiti legati ai nomi della rosa ha imparato però a difendere. È appena uno il gol preso nelle ultime cinque gare di campionato. Lo ha segnato Deulofeu nell’ultima sfida di Serie A contro l’Udinese (lo stesso punteggio col quale il Napoli ha smarrito la grande occasione per andare in vetta alla classifica impattando col Cagliari di Mazzarri).
Difese protagoniste?
Prepariamoci ad una sfida più bloccata rispetto a quella dell’andata. Il Napoli, che è la miglior difesa del campionato (con appena 18 gol presi in 26 gare), affronta il secondo miglior attacco (53 gol fatti).
Il Napoli, che pure a livello realizzativo non si è risparmiata (47 gol totali), all’andata sfruttò a meraviglia la qualità nel fraseggio. Una caratteristica del Napoli dai tempi di Maurizio Sarri. Il quale, forse non a caso, concentrava la maggior parte dei propri allenamenti sulla fase difensiva.
Un dato interessante se consideriamo che nella storia dei confronti tra queste due squadre si segna tanto, tantissimo. 94 gol fatti dal Napoli, 74 dai biancocelesti (venti in meno non sono proprio una sciocchezza). Mertens ha segnato gli stessi gol di Osimhen, ma alla Lazio l’adottato Ciro belga ha messo a segno addirittura 6 reti e 6 assist – dimostrando un feeling speciale contro i biancocelesti.
Il Napoli non ha cambiato modo di giocare nel corso della stagione. Il suo fraseggio in mezzo al campo – non esasperante come quello biancoceleste – è finalizzato alla verticalizzazione immediata. Sono 649 le azioni d’attacco totali dell’11 di Spalletti in stagione. Appena 471 quelle della Lazio, che ha però segnato molto di più e tirando meno dagli 11 metri (7 rigori per il Napoli, 4 per la Lazio).
Attenzione però perché il Napoli tira anche molto di più verso lo specchio (412 contro i 281 della Lazio), a dimostrazione di una poca precisione sottoporta – o quantomeno nell’ultima scelta; le partite al San Paolo contro l’Empoli e lo Spezia ne sono fulgida testimonianza.
Ai punti, non c’è partita. 54 per il Napoli, 43 per la Lazio. Un divario che al momento racconta molto bene l’impatto – e le difficoltà dell’impatto – dei due allenatori sulle due panchine. Spalletti può portare a definitiva maturazione un processo già avviato – e in sostanziale linea anche col lavoro di Sarri di tanti anni fa.
Sarri ha operato un’autentica rivoluzione copernicana rispetto a Inzaghi; il tempo – che gli va concesso – sta però portando alla luce ottimi risultati – almeno sotto il profilo del gioco. Aspettiamoci una Lazio aggressiva, vogliosa senz’altro di vendicare il diluvio universale dell’andata. Per regalarsi un finale di stagione degno d’essere vissuto.