Siamo talmente abituati a pensare al Sarri tutto pane-e-tattica, schemi e droni e maniacalità dei movimenti senza palla, che a volte ci sfugge la caratura psicologica del personaggio.
Lasciamo perdere quello che lui stesso ha definito «teatrino» post-derby e concentriamoci piuttosto sulla conferenza stampa pre-derby, quando andando contro tutto e tutti puntò l’attenzione su Felipe Anderson: «è potenzialmente un crack del calcio mondiale. Deve solo capirlo, i suoi mezzi sono incredibili, è uno dei più forti che ho allenato».
Felipe Anderson e Basic decisivi
Un’investitura di un certo tipo, ripagata subito con una prestazione da urlo nel derby – gol e assist, con una continuità di gioco tra dribbling e giocate memorabili sul povero Vina davvero ragguardevole – e un’altra, altrettanto degna di nota (certo con un avversario di livello inferiore) contro la Lokomotiv Mosca ieri sera.
Fin dalle primissime battute di gioco, con Sarri ad indicare ai suoi centrocampisti e ai suoi difensori centrali la ricerca della fascia destra, gli attacchi della Lazio si sono concentrati quasi esclusivamente su questo settore, ottimamente coperto da Lazzari, al rientro dopo il derby, e proprio da Felipe Anderson.
La Lazio è parsa fin da subito in palla, sull’onda lunga – emotivamente e tatticamente parlando – del derby giocato e vinto domenica scorsa.
Il recupero palla è avvenuto alto, la squadra ha accorciato in avanti con grande forza e convinzione soprattutto quando la sfera ballava sulla linea di metà campo.
A proposito di metà campo, gran partita – all’esordio dal 1’ – per Toma Basic. Arrivato per 7 milioni di euro dal Bordeaux, Basic ha subito messo in mostra le proprie peculiari caratteristiche: grande capacità d’inserimento e tempismo, buone doti atletiche e grandi doti tecnico-tattiche.
Il suo mancino ricorda, a parti invertite, il destro di Milinkovic, ma la sua lettura degli spazi ricorda quella di un altro mancino passato per l’Olimpico, dal fisico simile: Stefano Mauri. Parliamo certo di due ruoli diversi, perché Basic oltre a queste doti ha anche grande forza fisica. Insieme a Felipe Anderson è lui, l’autore dell’1-0, il migliore in campo di ieri sera.
Vinta sulle fasce
Guai però a credere che “il problema” della Lokomotiv fosse solo la fascia presidiata dall’ala brasiliana.
Dall’altra parte Pedro e Hysaj si sono resi protagonisti di un’ottima partita. E d’altra parte le statistiche parlano chiaramente: il 38% degli attacchi biancocelesti hanno coinvolto il lato destro del campo – oltre a Felipe e Lazzari mettiamoci anche Luis Alberto, autore di una buona prova, ordinata – il 39 il lato sinistro.
Interessante però a questo proposito la statistica sui dribbling: 8 quelli di Felipe Anderson, il migliore dei suoi, e 3 di Lazzari (come Pedro).
La completezza (e complessità) della prestazione di Felipe Anderson si vede però da un altro dato ancora, quello relativo ai contrasti (ben 8, +4 rispetto al secondo in questa statistica in casa Lazio, cioè Lucas Leiva, entrato a 25’ dalla fine).
A proposito di intercetti, è bene notare come la Lazio, sempre stretta tra i reparti, abbia rischiato poco e nulla. Strakosha è stato attento e ha risposto bene quando chiamato in causa, Patric (autore del fortunoso gol del raddoppio) e Acerbi hanno dato prova di grande concentrazione e applicazione. Per la prima volta in stagione la Lazio non ha preso gol in gare ufficiali, e questa è senz’altro un’ottima notizia per Maurizio Sarri.
«Non è che quando inizi un percorso nuovo puoi aspettarti dei riscontri temporali immediati. Era una delle squadre più difficili per me perché venivano da un calcio diverso ed è un percorso difficile per me a differenza di Napoli dove giocavano in modo più vicino a me».
Cosa migliorare ancora
Ecco, ma allora cosa serve ancora a questa Lazio per migliorarsi domenica col Bologna? Sicuramente l’istinto killer sotto porta. La Lazio ha tirato 21 volte verso la porta difesa da Guilherme, che al di là di una grande parata su Felipe Anderson non ha dimostrato chissà quali doti (specie in occasione del gol del raddoppio biancoceleste su corner).
Soprattutto nella ripresa, nonostante l’uscita dal campo per infortunio di Ciro Immobile, la Lazio pur creando tantissimo non ha centrato la porta in almeno un paio di circostanze super favorevoli (con Milinkovic e Felipe Anderson) al netto di una clamorosa traversa (su azione d’antologia sarriana) di Pedrito, su assist di Milinkovic.
Nel finale bene anche Raul Moro, da rivedere Vedat Muriqi, ancora molto, troppo, imballato.
La Lazio vince dunque 2-0 contro la Lokomotiv, squadra che, asfissiata dal pressing della squadra di Sarri, non è riuscita ad evitare la prima sconfitta stagionale.
I biancocelesti salgono a quota 3, con l’OM e il Galatasaray che impattano sullo 0-0, un ottimo risultato per Sarri e i suoi.
La prossima sfida, in casa con l’OM, al ritorno dalla sosta delle nazionali, sa già di spareggio, con i francesi costretti a vincere per non allontanarsi troppo dal treno di corsa.