C’è un vento che soffia forte a San Siro, portando con sé i nomi di campioni che hanno fatto grande l’Inter. Stranieri, certo, ma più che altro cittadini di un universo parallelo, quello dove la palla danza, i sogni prendono forma e la storia si scrive con il sudore e la classe.
L’Inter è stata casa di fenomeni venuti da ogni angolo del pianeta. Alcuni hanno incantato per anni, altri sono passati come stelle comete, ma tutti hanno lasciato un segno. E allora, senza indugi, componiamo la nostra Top 11 degli stranieri che hanno reso il nerazzurro un colore ancora più intenso.
Portiere: Julio Cesar (Brasile)
Nella storia dell’Inter, pochi portieri hanno avuto la capacità di unire spettacolarità e affidabilità come lui. Parate plastiche, riflessi felini e quel sorriso contagioso, anche quando volava a intercettare tiri impossibili. Nella notte di Madrid del 2010, con il Triplete sullo sfondo, è stato la fortezza dietro cui Mourinho ha costruito l’impresa.
Terzino destro: Maicon (Brasile)
Quando Maicon accendeva i motori sulla fascia destra, gli avversari potevano solo pregare. Potenza, tecnica, velocità, e quel gol impossibile alla Juventus, un capolavoro che ancora oggi vibra nei cuori nerazzurri.
Difensore centrale: Lucio (Brasile)
Un colosso, un condottiero. Lucio non difendeva soltanto, assaltava. Quel modo di avanzare palla al piede, con il cuore in gola e il coraggio tatuato sulla pelle, ha reso il suo periodo all’Inter una continua cavalcata epica.
Difensore centrale: Walter Samuel (Argentina)
Se Lucio era l’assalto, Samuel era la muraglia. Roccioso, insuperabile, spietato nei duelli. “The Wall”, lo chiamavano, e non a caso. Gli attaccanti lo ricordano bene, soprattutto quelli che dopo una spallata finivano a chiedersi come avessero fatto a ritrovarsi a terra.
Terzino sinistro: Javier Zanetti (Argentina)
Non serve spiegare, basta dire “Il Capitano”. L’Inter è stata la sua seconda pelle, la fascia al braccio il suo scettro. Instancabile, elegante, capace di giocare ovunque e comunque. Correndo, dribblando, recuperando. Zanetti è stato più di un giocatore: è stato un manifesto di fedeltà e dedizione.
Centrocampista: Lothar Matthäus (Germania)
Un generale con gli scarpini, una macchina perfetta. Matthäus ha preso l’Inter per mano e l’ha portata nell’olimpo del calcio. Un cervello sopraffino, un destro letale, una leadership innata.
Centrocampista: Esteban Cambiasso (Argentina)
Se il calcio fosse una partita a scacchi, Cambiasso sarebbe stato il Gran Maestro. Intelligenza calcistica fuori dal comune, lettura del gioco sopraffina. Era l’equilibrio di un’Inter perfetta, il metronomo che faceva girare la sinfonia.
Centrocampista: Wesley Sneijder (Olanda)
Un genio con il pallone tra i piedi. Sneijder era la scintilla che incendiava le partite. Ogni sua giocata sapeva di magia, ogni assist era una promessa mantenuta. Nel 2010, ha regalato all’Inter una stagione da leggenda, illuminando il cammino verso la gloria.
Attaccante: Samuel Eto’o (Camerun)
Il leone indomabile. Ha lasciato il Barcellona da campione, è arrivato all’Inter per diventare leggenda. Sacrificio, talento, fiuto del gol e una mentalità vincente da far impallidire chiunque. Quando serviva, si metteva a fare il terzino pur di vincere.
Attaccante: Ronaldo (Brasile)
Il Fenomeno. L’Inter non ha vinto quanto avrebbe meritato con lui, ma il suo calcio era pura arte. Dribbling, accelerazioni, gol impossibili. Ogni volta che prendeva palla, San Siro tratteneva il fiato.
Attaccante: Diego Milito (Argentina)
Il Principe. Se c’è un uomo che ha scritto la favola del Triplete, è lui. Due gol in finale di Champions, eppure Milito non era solo questo. Era intelligenza, era killer instinct, era l’uomo delle notti indimenticabili.
Panchina di lusso
- André Onana (Camerun)
- Iván Ramiro Córdoba (Colombia)
- Dejan Stankovic (Serbia)
- Adriano (Brasile)
- Zlatan Ibrahimovic (Svezia)
- Alvaro Recoba (Uruguay)