Aveva molto da perdere il Real Madrid in questo Clasico. Se fosse andato male, la stagione avrebbe iniziato a prendere una brutta piega dopo la sconfitta in Champions League con il Manchester City che ha spinto con un piede fuori dalla Champions League i Blancos. Invece la formazione di Zinedine Zidane ha risposto presente, mostrando il carattere necessario per uscire da una situazione complicata e portare a casa la partita più sentita di tutte, contro un Barcellona che iniziava a pregustare la fuga sui rivali di sempre.
Invece i catalani devono recitare solo il mea culpa per aver sciupato tanto, troppo in una partita così importante. Si contano almeno tre palle gol nitide gettate al vento, due nel primo tempo da Arthur e Messi, entrambi neutralizzati da un super Courtois, e, poco prima del tracollo, dall’ultimo arrivato Braithwaite, che a pochi istanti dal suo debutto nel Clasico aveva avuto immediatamente la possibilità di lasciare il segno. Cosa che, a onor del vero, non è riuscita neanche ai più illustri Messi e Griezmann, il primo stranamente poco ispirato e perfino lezioso in alcune situazioni che un campione come lui può certamente sfruttare meglio, il secondo mai incisivo come d’altronde spesso gli è capitato in questa prima stagione finora non proprio memorabile in Catalogna.
Il Real Madrid l’ha vinta con pazienza e cinismo, venendo fuori alla distanza. Un po’ il contrario di quanto aveva fatto con il Manchester City 4 giorni prima, dove invece aveva chiuso malissimo. Così Junior Vinicius, fino a quel momento abbastanza deludente, ha potuto trovare con un po’ di fortuna il gol che ah aperto la partita sfruttando un’amnesia proprio di Braithwaite che un difensore effettivamente non è. A mettere la parola fine, proprio sui titoli di coda è stato un elemento finito troppo spesso in contumacia, ovvero Mariano Diaz, gettato nella mischia da Zidane nei minuti finali per far tirare il fiato al solito generosissimo Benzema.