Vedi Juve-Napoli, e poi capisci. Se c’è una regola base degli inizi di campionato, è che i big match non saranno decisivi, però indicativi sì. E allora: benvenuti al test di maturità del Napoli. E al “pressure test” della squadra di Thiago Motta. Da un lato, quello azzurro, bisognerà capire quanto grande possa essere la squadra e magari alimentare sin da subito ambizioni da scudetto, senza per forza volare basso come indicato dall’allenatore; dall’altro, quello bianconero, dopo due partite senza vittorie, la paura è che ci si adegui a questo filo conduttore. Che non si sia né carne, né pesce. Non una squadra in grado di avere un ritmo campionato, ecco.
Per questo la sfida dello Stadium diventa emblematica, per certi versi. Anzi: chiarificatrice. E sarà importante sia per Antonio Conte che per Thiago, che hanno un destino incrociato, così come le ambizioni. I maligni sostengono che no, proprio non si prendessero durante il percorso insieme. Poi Motta ha aperto il suo cuore: “Con lui è stato fantastico”, pure se “non hanno raggiunto l’obiettivo”. Che era complicatissimo.
Sarà. Intanto a Torino ci aspettiamo un abbraccio furtivo, poi spazio al campo. E ai duelli, fondamentali, che si vedranno sul rettangolo di gioco. Ne abbiamo selezionati 5, tutti importanti a loro modo. Tutti complicati da pronosticare.
BREMER-LUKAKU
Partiamo dal più scontato, forse pure dal più decisivo. Romelu Lukaku è un centravantone e Bremer è uno che ama affrontare questo tipo di attaccanti. Il belga è partito fortissimo: due gol e due assist in un inizio di stagione che l’ha riconsegnato alla Serie A con una forma discreta dal punto di vista fisico e una super forma dal punto di vista mentale. La cura Conte l’ha vissuta come un’iniezione di adrenalina: a Napoli ha il posto fisso e una squadra sulle spalle, e se sente la responsabilità diventa già fondamentale.
Bremer lo aspetta lì. A bordo dell’area, per affrontarlo e per ribadirgli le maniere forti con le quali è stato abituato a lottare. Ma attenzione ad aspettarsi il solito mis-match, schermaglie e mani addosso. Nell’ultima sfida in maglia Roma, big Rom ha giocato anche tra le linee, provando a sfruttare la profondità. Quella è una situazione che Bremer potrebbe soffrire, altro che palle alte su cui svettare.
BUONGIORNO-VLAHOVIC
Altro giro, altro lato. Se Lukaku-Bremer scalda gli animi, Vlahovic–Buongiorno rischia di rubare il cuore. L’attaccante serbo, diversamente dal centravanti azzurro, è partito in sordina: ha faticato nelle ultime due partite e sta vivendo un settembre completamente diverso. C’è un dato di Opta che chiarisce il trend settembrino di Dusan: la sua media gol passa da 0.75 a 0.28 in poco più di qualche giorno. Incredibile.
Certo, ci sono avversari ben più leggeri di Alessandro Buongiorno, per il quale la Juve è il nemico di sempre – nato, cresciuto e pasciuto granata Torino – e con la maglia del Napoli non può essere altrimenti. La sfida sarà prevalentemente fisica, ma poi anche sui tempi: d’inserimento, di controllo, di guizzo. Buongiorno deve fare una partita fortissima.
KVARATSKHELIA-KALULU
A proposito di chi può deciderla. Eh: Kvaratskhelia è il grande nome sul taccuino di tutti. E’ ripartito forte e sappiamo benissimo che sarà una stagione molto diversa per Kvicha, ma quella “differenza” passerà pure da partite come queste, specialmente in un anno in cui il Napoli non è che abbia tanto da fare e tante big da affrontare, poiché senza sfide europee. Kvara si troverà cono ogni probabilità uno tra Danilo e Kalulu sul lato destro bianconero. Obiettivo: puntare e superare, giocare sulla velocità e sulle debolezze avversarie.
Il Danilo visto finora è stato molto complicato da giudicare, il minutaggio troppo esiguo. Il Kalulu visto finora invece è un giocatore che alla Juve ci può e forse ci deve sempre stare. Pulito nelle uscite, tosto nelle chiusure difensive. E’ una sicurezza, e già alla terza partita.
YILDIZ-DI LORENZO
Una “sicurezza”, o meglio diventarlo, è l’obiettivo più chiaro del percorso di Kenan Yildiz. Gli sprazzi del ragazzo gli sono ampiamente perdonati, semmai ora è una costante luna di miele, non ha intoppi e non ha freni la sua crescita. Con il tempo che passa, la responsabilità tuttavia aumenta. Il turco si ritroverà sulla strada per diventare grande e non ha altra ambizione: vuole essere un punto di riferimento di questa Juventus, oltre che un top player.
Dall’altro lato, Di Lorenzo sta lavorando per cancellare la macchia della richiesta di cessione: ha parlato con Conte, ha saputo di essere ancora al centro del progetto ed è ripartito con prestazioni di livello importantissimo. Pure qualche svarione, alla fine, gli è stato perdonato. Certo, fare un partitone in Napoli-Juve è tutta un’altra storia…
CONTE-MOTTA
Antonio Conte e Thiago Motta si sono “sfidati” già in conferenza stampa. Dice Conte: “Gli arbitri devono stare attenti ai falli intimidatori”. Risponde Thiago: “I miei sono rispettosi del gioco”. Ancora Conte: “C’è una differenza tra Napoli e Juventus”. Risponde Motta: “Sono stati loro a vincere lo scudetto due anni fa…”. Insomma: scaramucce, neanche schermaglie, però differenze sostanziali, a prescindere dal rapporto tra le parti.
Due caratteri alpha che si sono trovati in un percorso simile. Entrambi hanno il fuoco negli occhi: Conte dopo una vita di vittorie, Thiago alla ricerca della stessa. Soprattutto, l’uno occupa la panchina che avrebbe potuto e dovuto essere dell’altro. Motta è stato a un passo dal diventare il post Spalletti, ma non si era trovato nella scelta del diesse (ADL virò su Meluso), Conte ha sempre sognato un ritorno alla Juve.