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Secondo Giovanni Arpino, «la Juventus è universale, il Torino è un dialetto. La Juve è un esperanto, il Toro è gergo».

Frase vera in ogni epoca, quella dell’intellettuale torinese, vera a tal punto che dando una rapida occhiata ai due allenatori la sentenza quasi risuona con maggiore potenza. Prendete Massimiliano Allegri: l’italiano per antonomasia, dal sorriso ampio e dalla fronte larga. Dalla battuta mordace e dall’inimitabile – nonché inapprendibile – arte dell’adattamento. Un cattolico – cioè universale – del calcio.

Prendete ora Ivan Juric: lo straniero, per citare un altro grande autore come Albert Camus. Quello dell’allenatore croato è un calcio sfrontato, gergale, dialettale appunto. Non ricerca l’universalità, ma ama la particolarità, il dettaglio.

Derby crocevia di ambizioni

All’andata lo scontro fu a tratti furente. Era una Juventus, quella, pienamente lanciata alla rincorsa di un posto in Champions. Allora le speranze di scudetto dei bianconeri erano esigue. Oggi, che la matematica ancora non piega certi voli pindarici, vuoi per il momento di forma dell’11 di Allegri, vuoi soprattutto per il poderoso mercato di gennaio (Zakaria e Vlahovic), la musica sembra cambiata.

La Juventus lotta per conquistare un posto in Champions – cosa che al momento tra l’altro, con una partita in più dell’Atalanta, sta ottenendo – ma la Vecchia Signora è troppo abituata a vincere per non guardare, quasi lateralmente, la zona più alta della classifica.

Ma il Toro non è un avversario qualunque. Al di là del semplice quanto fondamentale fatto che stiamo pur sempre parlando del derby di Torino, partita a sé per storia, tradizione e passione delle due tifoserie, le cifre messe in campo da Torino e Juventus ci comunicano un evidente equilibrio.

Le statistiche per leggere il Derby

JUVENTUSTORINO
37GOL FATTI31
22GOL SUBITI25
11CLEAN SHEET5
117TIRI IN PORTA93
13421PASSAGGI TENTATI11507
83.9%% PASS COMPLETATI77.8%
Alcuni dati rilevanti sull’andamento delle due squadre fino alla 23ª di serie A – Fonte https://fbref.com/it/ – Stats aggiornate al 14 Febbraio 2022

La Juventus quest’anno ha vinto quattro partite in più del Toro (che ha però una partita in meno), e la vera differenza tra le due formazioni sta più nelle sconfitte (10 per il Torino, 5 per la Juventus) che nei pareggi (7 contro 5). I due uomini simbolo a livello realizzativo sono anche i due più creativi delle squadre: Josip Brekalo (6) contro Paulo Dybala (7).

Da un punto di vista tattico, i numeri più interessanti sono senza dubbio quelli relativi al possesso palla.

La Juventus infatti ha una media del 53.2 per cento, il Torino di 53.9. Entrambe le squadre, anche se con sostanziali differenze a livello tattico, prediligono la verticalizzazione immediata. La Juventus per la ricerca della punta (Vlahovic o Morata) o del trequartista (Paulo Dybala), pronti a fraseggiare con le mezzali e – meno sovente – con i due terzini.

Il Torino anche si appoggia spesso alla punta, ma ama pescare le due ali tra le linee – Praet e Brekalo, appunto, ma anche Lukic e Pobega, o Madragora, che amano partecipare alla fase offensiva.

La Juventus ha subito 22 gol quest’anno, il Torino 25.

Le due squadre hanno invece in fase offensiva numeri incredibilmente simili a livello di tiri verso lo specchio: 359 Juve, 318 il Toro (29 reti contro 37 dei bianconeri). In generale, rispetto alla mole di gioco prodotta, la formazione allenata da Juric segna sempre troppo poco.

Attenzione al dato sui passaggi tentati: 13 mila per la Juventus, 11 mila per il Toro. È una differenza rilevante, che testimonia come i granata più che palleggiare preferiscano offendere (la Juventus ha creato fin qui 572 azioni da tiro, il Toro 499).

Bremer vs Vlahovic per decidere la gara

Al di là dei numeri, comunque, davvero interessante sarà il duello Bremer vs Vlahovic.

I tifosi del Torino ricorderanno con piacere l’ultima occasione nella quale i due giocatori si sono incontrati: era una delle ultime partite dell’attaccante in maglia viola.

Una delle sue peggiori. In quei 73 minuti di gioco, Bremer non ha mai fatto toccare palla all’attaccante serbo. Quel match finì 4-0 per i granata, che non ottenevano un risultato simile contro la Fiorentina dal 1976. L’anno dell’ultimo scudetto granata.

Che alla 23ª giornata di campionato batté la Juventus per 2-1. Certo, è solo cabala. Ma i numeri qualcosa dicono sempre. Almeno finché la palla non inizia a rotolare sul rettangolo verde.