Pronti a riascoltare la musichetta? Oh, torna la Champions. E lo fa in grandissimo stile, almeno per quanto riguarda la Juventus: il match di debutto è (niente di meno che) contro il Paris Saint Germain, di fatto una delle favoritissime.
Messi, Neymar e Mbappé contro Bremer e Bonucci, ma anche il Fideo Di Maria che torna lì dove si è sentito a casa per sette anni.
Storie che s’intrecciano, e che fanno a gara con le ambizioni di entrambi in club. Ma il girone H, quello in cui l’urna ha incastrato la Juve, ha inoltre due racconti di livello: il primo porta al fascino e alla tradizione del Benfica, “una squadra europea” per dirla alla Allegri; il secondo nasconde parecchie insidie, perché in Israele ci sarà da affrontare il Maccabi Haifa.
Andiamo a vedere tutto nel dettaglio.
Paris Saint Germain
Il Paris è una delle migliori squadre al mondo, e in questa stagione ha aggiunto calciatori di livello incredibile, mantenendo lo stesso attacco atomico della passata stagione.
Qualità della rosa
Da Gigio Donnarumma a Leo Messi, imbarazza anche un po’ parlare della qualità della rosa del Paris, da quest’anno allenata da Christophe Galtier. Con Pochettino, infatti, la sensazione è che il gruppo non avesse dato il massimo. Ma di tecnica pura, purissima, ce n’è. Eccome.
Marquinhos (capitano) e Ramos sono certezze enormi, Hakimi è superlativo e a sinistra sta crescendo Mendes, acquistato dallo Sporting Lisbona. In mezzo? Renato Sanches fa già la differenza, è arrivato dal Lille. Mal l’acquisto più oneroso resta Vitinha (dal Porto): classe 2000, è destinato a cambiare le sorti del centrocampo di Galtier. Che può contare su Verratti, ma soprattutto sul tridente forse più forte di sempre: Mbappé, Messi, Neymar. Wow.
Allenatore
Christophe Galtier è il nuovo allenatore del Paris: una lunga carriera, quasi tutta in Francia, tranne un po’ di esperienze da vice a Salonicco, Portsmouth e Al-Ain. Inizia da primo allenatore al Saint–Etienne: è subito magia. Nella prima stagione si salva, negli anni successivi arriva anche in Europa. Dopo 8 anni saluta per approdare al Lilla, dove vince il campionato del 2021 proprio contro il Paris. È una squadra forte, ma lui ci mette tantissimo del suo. Un’altra stagione a Nizza, poi l’occasione Paris.
Formazione tipo
PSG (3-4-2-1): Donnarumma, Ramos, Kimpembe, Marquinhos, Hakimi, Sanches, Verratti, Mendes, Messi, Neymar, Mbappé.
Benfica
Inizio perfetto per il Benfica, da tre vittorie su tre. La prova sarà ovviamente la continuità, con la Champions che non spaventa i portoghesi. Tutt’altro: mancavano da un po’, dunque il sentimento predominante è l’esaltazione. E un pizzico di curiosità.
Qualità della rosa
Julian Weigl è il fiore all’occhiello: il centrocampista tedesco, classe 1995, è l’uomo dell’equilibrio per Schmidt. Poi ci sono le certezze: Grimaldo terzino destro, Rafa Silva, lo stesso David Neres arrivato dallo Shakthar. Tra gli ex “italiani” da segnalare Joao Mario, un passato all’Inter. Occhi invece puntati su Enzo Fernandez: arriva dal River, in Argentina ha già dimostrato cose incredibili. Può essere la stagione della consacrazione.
Allenatore
Attenzione anche a non sottovalutare Roger Schmidt: tedesco, della Vestfalia. Ha iniziato al Delbrucker, nel 2004, quando ancora lavorava come ingegnere automobilistico. Si può dire che sia il Sarri di Germania: ha fatto tutte le categorie, dall’Oberliga alla Regionliga, passando per la seconda divisione con il Paderborn (di cui era stato calciatore). Nel 2012 viene nominato allenatore del Salisburgo: 91 gol, secondo posto e spettacolo vero.
Arrivano i primi trofei e la chiamata del Leverkusen, nel 2014: raggiunge quarto posto, ottavi in Champions e quarti in Coppa di Germania in pochi mesi. Viene esonerato nel 2017, quando accetta l’offerta del Beijing e poi del PSV.
Formazione tipo
Benfica (4-2-3-1): Vlachodimos, Grimaldo, Otamendi, Verissimo, Bah; Fernandez, Weigl; Neres, Silva, Mario; Ramos.
Maccabi Haifa
La Cenerentola del girone, che però non si aspetta alcuna fiaba. Il Maccabi proverà a fare qualcosa in più del classico sparring partner: la volontà è quella di difendersi, provare a sognare, ma mantenendo i piedi per terra. E lo dimostra anche la formazione a disposizione del giovane Barak Bakhar, di soli 42 anni.
Qualità della rosa
Pierrot, arrivato dal Guingamp, è il fiore all’occhiello della formazione, che però può contare sull’ala destra Atzili (idolo israeliano) e sul capitano Neta Lavi. Tchibota completa l’attacco, da tenere d’occhio anche Chery, numero dieci, e il terzino sinistro Cornud.
Allenatore
Dall’otto luglio del 2020, Bakhar è il tecnico del Maccabi: ha giocato dal 1998 al 2011, sempre in squadre locali. E l’esperienza in panchina è stata già importante: prima vice e poi allenatore del Kiryat, poi la grande occasione al Beer Sheva. Li è diventato grande ed è stato chiamato subito dal Maccabi, che ha portato fino alla fase finale della Champions League.
Formazione tipo
Maccabi Haifa (4-3-3): Cohen, Sundgren, Goldberg, Arad, Cornud; Fani, Lavi, Haziza; Atzili, Rukavytsya, David.