Quando ad Amsterdam si iniziò a discutere dell’abbattimento dello Stadion De Meer, l’impianto storico di una città che vale un Paese, casa di mille vittorie e di grandi rivoluzioni calcistiche, immaginario concreto di tutti i sogni orange, fu ovviamente un caso di stato.
E l’ovvio deriva dal rapporto viscerale che gli olandesi hanno con questo sport: non una religione, una fede assoluta come può essere per gli inglesi o gli italiani. Ma una filosofia di vita. Una guida ai comportamenti. Un reminder costante di come non ci si possa mai star fermi con le mani in mano: innovare è l’unica strada verso il successo, viaggi e meta vanno di pari passo, alla stessa velocità.
Ecco perché lo Stadio De Meer, dopo averlo visto brillare grazie ai colpi di Cruijff, Swar, Krol e Stuy (ognuno di loro aveva un ponte dedicato), dopo averlo visto animato da un pubblico senza eguali, se ne andò così, senza far rumore, di certo attutendo il colpo dei sentimenti con l’attesa di un impianto più grande dei 29mila spettatori visti fino a quel momento, in grado di raccogliere tutto l’entusiasmo che in quegli anni i campioncini dell’Ajax stavano generando.
Ed è nato così, nel 1996, dopo l’iniziale progetto del 1993, l’impianto che oggi chiamiamo Joahn Cruijff Arena. Il primo ad avere un tetto retrattile, il primo ad avere pannelli capaci di chiudere e riaprire lo stadio in 18 minuti.
Inizialmente chiamato Amsterdam Arena, quando si è consumato il dramma di sua maestà Johann, nessuno ha avuto dubbi: era casa sua e lo sarà per sempre.
Le squadre più forti del mondo
Il 14 agosto del 1996 iniziò il nuovo corso dell’Arena, alla presenza della regina Beatrice, ma soprattutto davanti a 52mila spettatori: un numero che fino a quel momento Amsterdam non aveva mai visto. Ad animare l’amichevole di inaugurazione, e cioè a sfidare l’Ajax, il Milan del Maestro Tabarez. Meno forte, ugualmente leggendario.
Poco prima di perdere una sanguinosa Supercoppa contro la Fiorentina di Batistuta, riuscì almeno a vincere la sfida di lusso, facendo in tempo a illudere i supporters galvanizzati dalle nuove tattiche del mago uruguaiano.
Tant’è: corsi e ricorsi del calcio. Comunque l’Olanda era in procinto un rinnovamento importante, anche perché a breve si sarebbe tenuto l’Europeo del 2000 in compartecipazione con i cugini del Belgio, e l’Amsterdam Arena si dimostrò il gioiellino da copertina che in tanti stavano cercando. Nel 1998, e gli juventini ricorderanno, ospitò anche la finale di Champions League tra la Juventus e il Real Madrid. Sì, quella del gol di Mijatovic. Della maledizione certificata. Di una storia che in tanti non hanno ancora digerito. Anzi.
L’Amsterdam Arena ha anche ospitato una finale di Europa League, e parliamo del 2012-2013, quando il Chelsea riuscì a sollevare il titolo contro il Benfica – a proposito di maledizioni, vero Bela Guttmann? – all’ultimo minuto: dopo il vantaggio di Fernando Torres, era arrivato il pareggio di Cardozo su rigore. Ivanovic, al 48′ del secondo tempo, chiudeva i conti per i campioni in maglia blu, allenati da Rafa Benitez.
Agli Europei, ha ospitato le tre partite del girone dell’Olanda contro Ucraina, Austria e Macedonia del Nord. Agli ottavi di finale, in Olanda, si sono invece sfidati Galles e Danimarca.
Eventi extra calcio
Ma l’Arena non è famosa solanto per il calcio – che in Olanda comunque è qualcosa di sacro -, semmai è l’extra football ad averlo trasformato in un impianto integrato perfettamente alla città. Sono celebri i 70mila spettatori per i Rolling Stones nel 1998, concerto che ha fatto la storia della struttura. O lo stesso numero accorso per assistere alla tappa del tour europeo del Boss, Bruce Springsteen nel 2017. O – come dimenticare? – il grande evento Coldplay nel 2016.
Casa del calcio, e dei calciatori, ma anche della musica più in voga tra i giovani della capitale olandese. Cioè? Finiti i tempi dei figli dei fiori e del rock’n’roll più puro, oggi siamo alla mega partecipazione ad eventi dance e techno. Sin dalla sua nascita, il Sensation e l’AMF (Amsterdam Music Festival) raccolgono i giovani di tutt’Europa, che si uniscono e convergono verso l’Arena. Musica a palla per tutto il giorno e tanti volti sconvolti nella città più libera di tutte.
Dal 2000, il Sensational ha fatto ogni estate una data: il primo sabato di luglio. La manifestazione è stata una sorta di debutto per tanti altri festival dello stesso tipo; lo stesso AMF ‘eredita’ la missione del Sensational, e in tanti aspettano la serata in cui ci sono i veri e propri Awards dei DJ nel mondo. Chissà cos’avrebbe detto Johan Cruijff, a sua volta un artista del pallone, ma per ben altri tipi di divertimento. Cruijff è stato il giocatore simbolo dell’Olanda e dell’Ajax, squadre che all’Arena sono di fatto di casa. Dal 2018 in poi, è sembrato così naturale affidare un ultimo ed enorme omaggio all’uomo in grado di cambiare per sempre il volto e la storia del calcio dei Paesi Bassi. Oltre le coppe, il messaggio è stato impareggiabile.
Immagine di copertina dell’articolo: By Quistnix, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons