Heidegger diceva che “provenienza è sempre futuro”. L’enigmaticità di questa frase è facilmente scioglibile con un esempio pratico, che oggi ci viene dal calcio giocato. La Nazionale italiana (pro)viene da anni importanti, conditi di un titolo europeo, sotto la guida di Roberto Mancini. Spalletti, il nuovo ct degli azzurri, è il futuro.
Ma è troppo intelligente per dimenticarsi della provenienza. Nonostante le convocazioni diramate in vista del doppio impegno per la qualificazione ai prossimi europei facciano pensare a una mini-rivoluzione, infatti, Spalletti è stato molto chiaro nella prima conferenza stampa da allenatore dell’Italia: non rivoluzione, ma evoluzione. Nessuno stravolgimento, ma cambiamento questo sì.
Spalletti ha parlato di 4-3-3 come modulo di partenza, lo stesso utilizzato da Mancini durante il suo mandato. Ma ha specificato anche, l’ex tecnico del Napoli, che in fase di possesso il modulo potrebbe modificarsi in un 4-2-3-1, con una delle mezzali a fare da trequartista approfittando dell’abbassamento di due mediani davanti alla difesa.
Ancora non sappiamo chi sarà l’interprete designato per questo ruolo, ma una cosa è sicura: ne vedremo delle belle perché Spalletti pare essere già pienamente calato nella parte. Alcune affermazioni di sentimento lo testimoniano: «è un’emozione indescrivibile. Mi sento come un’alchimista che va ad infilare la bandiera sul Monte Bianco.
Questo è l’incarico più alto ricevuto nella mia carriera. Allenare la nazionale è una responsabilità straordinaria, che mi fa sentire tutto il suo peso addosso, ma è proprio nella responsabilità che si diventa uomini migliori. Rappresentare gli azzurri significa rappresentare l’Italia, i bambini che vedono i calciatori come supereroi.
L’Italia è una storia, ha avuto grandi campioni e meriti dati da tutto il mondo. Dobbiamo essere una nazionale forte.
Parole decisive, parole di chi sa bene dove si trova e cosa lo aspetta. Uomini forti destini forti, come ama spesso ripetere l’allenatore toscano. Qui la tattica ancora non c’entra, ma è sullo sfondo, percepibile come un quadro coperto da un telo bianco. Palla a terra, ruoli fluidi e interscambiabili, gioco verticale. Forse è questa la più grande novità rispetto a Mancini, e le convocazioni lo dimostrano appieno. Spalletti ha voluto chiudere con alcuni baluardi della precedente gestione: Jorginho, Bonucci e Verratti.
E ha voluto aprire con nomi nuovi e molto interessanti: Casale e Romagnoli dietro, ad esempio, loro che per primi fermarono il suo Napoli al Maradona lo scorso anno (eravamo a marzo, sembra una vita fa). Locatelli in mezzo al campo, ma anche Zanioli e Zaccagni (finalmente!) in avanti. Come puntero, Spalletti non ha dimenticato Ciro Immobile, né Retegui, ma occhio anche a Scamacca che scalpita – e che sembra aver iniziato a ingranare con l’Atalanta.
Per battere Macedonia e Ucraina servirà già la migliore versione dell’Italia, come ci ha tristemente ricordato il recente passato. A proposito di provenienza e futuro, appunto. Ma il tecnico è chiaro, lucido, sa quello che vuole e come lo vuole: «Collezione magliette? Ho più di una maglietta della Nazionale, è un dono che devi meritare, perché rimane addosso anche quando giochi nei club. Nel 1970, quando chiesi a mia mamma di cucirmi la bandiera italiana per festeggiare la vittoria contro la Germania. Ora noi ci dobbiamo impegnare, affinché tutti i bambini, possano appassionarsi per diventare un domani magari calciatori o c.t. della nazionale. Sarò un guardiano dell’impegno di quelli che verranno in nazionale. Voglio sacrificio, dedizione e senso di appartenenza». Serviranno senz’altro per portare a casa una qualificazione in bilico dopo i 3 punti maturati nelle prime 2 gare (V vs Malta, P vs Inghilterra). Torniamo a divertirci, torniamo ad amare questa nazionale.
I convocati di Spalletti
Portieri: Gianluigi Donnarumma (Paris Saint Germain), Alex Meret (Napoli), Ivan Provedel (Lazio), Guglielmo Vicario (Tottenham);
Difensori: Alessandro Bastoni (Inter), Cristiano Biraghi (Fiorentina), Nicolò Casale (Lazio), Matteo Darmian (Inter), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Gianluca Mancini (Roma), Alessio Romagnoli (Lazio), Giorgio Scalvini (Atalanta), Leonardo Spinazzola (Roma);
Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Davide Frattesi (Inter), Manuel Locatelli (Juventus), Lorenzo Pellegrini (Roma), Matteo Pessina (Monza), Sandro Tonali (Newcastle);
Attaccanti: Federico Chiesa (Juventus), Wilfried Gnonto (Leeds), Ciro Immobile (Lazio), Matteo Politano (Napoli), Giacomo Raspadori (Napoli), Mateo Retegui (Genoa), Mattia Zaccagni (Lazio), Nicolò Zaniolo (Aston Villa).