Dopo l’eliminazione dalla Champions League ai rigori contro l’Atletico Madrid, l’Inter pareggia in casa contro il Napoli, alzando così leggermente il piede dall’acceleratore in una corsa scudetto che in realtà si può concludere tranquillamente a velocità di crociera.
Nonostante tecnicamente il Milan abbia recuperato due punti ai nerazzurri, il vantaggio è talmente ampio che, guardando anche ad un calendario abbastanza favorevole, la prospettiva di festeggiare addirittura la vittoria matematica del 20° scudetto proprio in occasione del prossimo derby il 21 aprile rimane concreta.
Il pareggio non preoccupa, il morale forse sì
Un pareggio contro i campioni d’Italia in carica non è certamente un campanello d’allarme dopo 10 vittorie consecutive. L’Inter è scesa in campo bene, come di consueto trovando dopo una manciata di minuti l’assetto e le distanze giuste per contrastare la manovra del Napoli e ripartire in velocità con le consuete triangolazioni in uscita che portano spesso a trovare poi gli uomini liberi sui cambi di gioco.
Tutto sempre molto efficace, e il gol del vantaggio firmato da un Darmian che entra in area occupando lo spazio libero all’altezza del dischetto mentre altri tre compagni schiacciano la linea difensiva del Napoli verso la porta in occasione del cross di Bastoni è una classica azione da Inter di Inzaghi.
Nel secondo tempo il Napoli ha alzato i ritmi e l’Inter è calata, accusando probabilmente anche la stanchezza (più mentale che fisica) dovuta ai 120 minuti di Madrid. Il pareggio del Napoli è arrivato su un calcio d’angolo contestato e, nonostante l’Inter abbia poi avuto altre occasioni per tornare in vantaggio, ha di fatto chiuso il match.
Comprensibilmente, dopo l’eliminazione in Champions, i nerazzurri sono apparsi molto meno allegri e entusiasti, cosa che si è riflettuta anche nel gioco: tutto ha funzionato come al solito, ma con meno guizzi e meno verve.
Ci sta che in una partita difficile dopo una cocente delusione come quella di Madrid il morale della squadra non sia alle stelle: si spera che la pausa per le nazionali possa liberare un po’ la mente di alcuni giocatori e che alla ripresa contro l’Empoli si possa rivedere quell’Inter che oltre ad essere fortissima è anche divertente.
Acerbi: un brutto episodio che non può essere chiuso solo con delle scuse
Non è chiarissimo cosa sia successo tra Juan Jesus e Acerbi nel corso del primo tempo, ma sembra che nell’ambito di un reciproco scambio di insulti il difensore nerazzurro sia andato troppo oltre, sfociando nell’offesa a sfondo razziale.
A giudicare dal linguaggio del corpo, il brasiliano del Napoli se ne è molto risentito e ha fatto notare ad Acerbi che aveva oltrepassato il limite: l’arbitro è intervenuto ma il giocatore dell’Inter ha riconosciuto di essere andato troppo oltre e si è scusato con Juan Jesus, il quale si è quindi lasciato l’episodio alle spalle, come da lui stesso sottolineato nell’intervista post-partita.
Se da un lato è giusto riconoscere ad Acerbi il fatto che si è immediatamente reso conto dell’errore e si è scusato in maniera apparentemente sincera, non si può fare finta che questo basti, in particolare proprio nel week-end in cui tutte le partita della Serie A promuovevano un messaggio antirazzista con spot e messaggi nelle interviste.
Non si vuole accusare Acerbi di essere razzista, ma è proprio l’utilizzo di una certa terminologia senza rifletterci che contribuisce ad alimentare pregiudizi e discriminazioni. Non sappiamo cosa ci sia nel referto in mano al giudice sportivo, senza dubbio il fatto che Acerbi abbia subito porto le sue scuse a Juan Jesus dovrebbe contribuire a mitigare la pena, ma una punizione ci deve sicuramente essere. E ancor più importante sarebbe veder reiterate le scuse di Acerbi in maniera pubblica.
Sbagliare è umano, riconoscere i propri sbagli e saper chiedere scusa e correggere i propri comportamenti è ancor più importante ed è il messaggio più importante da dare, senza voler demonizzare nessuno.