Con la doppietta di ieri sono 300 i gol in carriera del bomber belga, la vera arma di offesa della squadra di Antonio Conte.
L’Inter è tornata al primo posto in classifica. Non succedeva, nel girone di ritorno, da undici anni, ovvero dai tempi di Mourinho e del Triplete. La vittoria di ieri è stata un esame di maturità importante superato dai nerazzurri, non solo vincenti, ma anche convincenti grazie a una prestazione in cui la Lazio è stata silenziata, nonostante il maggiore possesso palla. Segno che i giocatori stanno interiorizzando sempre di più il calcio e i dettami di Conte, che difatti si è detto soddisfatto di come tutti gli elementi della squadra abbiano svolto il loro compito al meglio, lodando in particolare Eriksen e Perisic, per come si sono adattati a questa idea di gioco, ma soprattutto lui: Big Rom, Romelu Lukaku. Altre due reti, una su rigore e una su rapina, ma anche la straordinaria progressione in velocità con cui ha servito a Lautaro Martinez l’assist del terzo gol. Quella corsa con cui, partendo da dietro, ha superato Parolo fino a rendere impossibile il recupero del laziale è una buona similitudine con il sorpasso dell’Inter nei confronti dei cugini rossoneri, superati dopo tredici settimane a rincorrere.
Inutile dire che settimana prossima ci sarà un Derby decisivo, in cui il belga reincontrerà anche il nemico Ibra, ma Lukaku è pronto a prendersi la squadra sulle spalle, un’altra volta, come fa sempre. Praticamente insostituibile, 2277 minuti finora in campo, Lukaku ha giocato 29 delle 32 partite stagionali dell’Inter, segnando 16 gol in campionato, capocannoniere alla pari con Ronaldo, 2 gol in tre partite di Coppa Italia e 4 reti in cinque sfide di Champions League, per un totale di 22 marcature, in scia per raggiungere i 34 stagionali dell’anno scorso, una delle migliori prestazioni in una singola annata per un giocatore nerazzurro. E a proposito di Derby, ricordiamo come Lukaku sia andato a segno in tutte le stracittadine finora disputate, segnando esattamente 4 volte nelle quattro sfide giocate, dalle due vittorie dell’anno scorso alla sconfitta dell’andata, fino al rigore che ha riaperto il quarto di finale di Coppa Italia. Stefano Pioli deve studiare le giuste contromosse per fermare l’infermabile colosso.