Dopo una prestazione come il 3-0 della semifinale di Supercoppa Italiana, viene da interrogarsi sui possibili limiti di questa Inter, ma anche sulle possibili ragioni che l’hanno condotta a essere quasi imbattibile in Italia e una credibile contender in Europa.
Il segreto di questa Inter? L’intercambiabilità
Se c’è un aspetto che connota le grandi squadre, e i cicli vincenti delle grandi squadre, quella è la facilità con cui i nuovi arrivi si adattano al contesto esistente. Beppe Marotta ha dato prova di essere abile sia nel rilanciare club in crisi, sia nel consolidare e puntellare organici già forti. Lo ha fatto alla Juve fino a quando le frizioni con gli Agnelli hanno provocato il suo allontanamento, lo ha fatto e lo sta facendo all’Inter. Stabilita la fiducia nelle idee di Simone Inzaghi, anche nei momenti più difficili (non dimentichiamo che a metà aprile scorso si parlava di esonero in caso di eliminazione con il Benfica), in questa stagione Marotta ha procurato al tecnico dei ricambi che hanno finora avuto gli effetti sperati.
In porta è arrivato un portiere affidabile come Sommer, e non era semplicissimo. La difesa era già solida, ma chi è arrivato è riuscito a rendersi utilissimo subito. Benjamin Pavard è un tipico esempio di quanto si diceva prima, sulla facilità con cui i nuovi arrivati si ambientano a un contesto-squadra già consolidato. Ieri il francese sembrava essere all’Inter da una vita, e anche il giovane Bisseck si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa.
Sugli esterni c’è abbondanza e duttilità, qualità indispensabili insieme alla qualità di base. Dimarco, Darmian, Dumfries e Carlos Augusto sono tutti elementi in grado di non mantenere standard di rendimento molto alti. Cuadrado non ha avuto modo di dimostrare affidabilità fisica, ma su quella tecnico-tattica non ci sono dubbi.
A centrocampo si temeva un vulnus dopo la partenza di Brozovic, ma con la trasformazione definitiva di Calhanoglu in mediano-regista di livello altissimo, il passaggio non solo è stato indolore, ma è apparso un netto miglioramento. Davide Frattesi è stato fin qui nettamente sotto-utilizzato, ma lui come Pavard ha sfoderato prestazioni poderose, persino identitarie, quando chiamato in causa. Asllani e Klaassen hanno giocato meno, ma con Calhanoglu, Barella, Mkhitaryan e Frattesi per tre maglie, una certa intercambiabilità è garantita.
In attacco si sta ammirando il definitivo salto di qualità di Lautaro (non solo dal punto di vista realizzativo ma in generale di leadership), oltre al prodigioso innesto di Thuram. Ma di questo parleremo alla voce “possibili limiti”, perché di fatto quello avanzato è l’unico reparto che lascia possibili criticità.
Il jackpot Thuram e l’unico limite dell’Inter
Il grande colpo da maestro di Beppe Marotta, l’ennesimo nella sua lunga carriera di capitano di vascello nel mare magnum del calciomercato, è stato Marcus Thuram. E per più di una ragione, c’è da aggiungere. Da una parte ha tolto un rinforzo che sarebbe stato utilissimo alle competitor, perché abbiamo visto tutti quanto ha faticato e sta faticando il Milan a trovare un successore credibile del quasi 38enne Giroud, dall’altro la sua duttilità avrebbe fatto comodissimo anche alla Juve di Allegri, sia a quella più disfunzionale di inizio stagione che a quella compattissima di oggi.
Il vero bingo è stato però il “fit” con Lautaro Martinez, qualcosa in cui obiettivamente i meriti vanno suddivisi: brava la dirigenza a prenderlo, bravo e intelligente lui a calarsi subito nel nuovo contesto tecnico, bravo Inzaghi a sfruttarlo da subito al massimo delle sue caratteristiche.
Ok, ma il paragrafo ha come argomento il possibile limite dell’Inter, e ci parli di Thuram? Sì, perché l’attacco è l’unico reparto in cui l’Inter non è così intercambiabile. La scelta di puntare sui cavalli di ritorno Arnautovic e Sanchez era ed è rischiosa, e la prova del campo ha detto che il livello dell’Inter scende nettamente quando uno o entrambi i componenti della Thu-La restano fuori. A gennaio sarà difficile trovare elementi adatti. Si parla di Gudmundsson, ma è improbabile che il Genoa se ne privi adesso, così come è improbabile che l’Inter possa spendere cifre molto alte per un giocatore che sta sorprendendo tutti, ma va valutato sul medio periodo.
La verità è che per le sorti dell’Inter, oggi, è essenziale che rimangano in salute Lautaro Martinez e Marcus Thuram. La semifinale di Supercoppa, in tal senso, lo ha solamente ribadito.