Esattamente dieci anni fa i nerazzurri diventavano campioni del mondo, vincendo il quinto titolo nell’anno solare 2010 contro il Mazembe.
Il 2010 è stato sicuramente uno degli anni migliori della storia dell’Inter, se non il migliore. I milanesi, allora allenati da José Mourinho avevano completato quell’anno il famoso Triplete, prima e unica squadra, finora, a riuscirci nel campionato italiano. Al termine di una lunga cavalcata, nel mese di maggio, l’Inter aveva conquistato prima la Coppa Italia contro la Roma, dopodiché vinto il campionato all’ultima giornata grazie all’1-0 contro il Siena, per terminare con il trionfo del Bernabeu, quando una doppietta di Milito consentì alla squadra di superare il Bayern Monaco e vincere la sua terza Champions League a 45 anni di distanza dall’ultima volta. Tuttavia, la squadra sembrava aver chiuso un ciclo quel 22 maggio, ed effettivamente, con il senno di poi, la decade successiva è stata davvero avara di sorrisi per i tifosi interisti. Mourinho lasciò la squadra praticamente già a Madrid, per andare al Real, mentre sulla panchina arrivò Rafa Benitez. Il tecnico, mai accettato del tutto dai giocatori e, probabilmente, anche da Moratti stesso, si ritrova una squadra logora, con il calciomercato che regala solamente gli acquisti del secondo portiere Castellazzi e dei giovani Coutinho e Biabiany. L’Inter vince la Supercoppa Italiana contro la Roma, ma fallisce amaramente l’impegno in Supercoppa Europea, cadendo contro l’Atletico Madrid e sollevando i primi dubbi sul tecnico spagnolo. I nerazzurri non decollano. In campionato, lo score prima di dicembre, mese in cui inizia il Mondiale per Club, è preoccupante: 6 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte nelle prime quindici, di cui tre cadute nelle ultime quattro. Anche in Champions la squadra, nonostante il passaggio del turno, subisce due batoste, dal Tottenham e dal Werder Brema, che rifila un netto 3-0 all’Inter proprio il giorno prima di partire per gli Emirati Arabi Uniti. La squadra appare stanca, molti degli elementi fondamentali dell’anno prima faticano, Lucio e Sneijder su tutti, Samuel si infortuna in autunno e rimarrà fuori tutta la stagione, in generale si avverte un clima di sfiducia intorno a Rafa Benitez.
I nerazzurri arrivano ad Abu Dhabi con questo clima. Il torneo, che prevede 7 squadre partecipanti, vede i meneghini entrare in gioco dalla semifinale contro i coreani del Seongnam, battuto agilmente 3-0. Il vero colpo di scena accade nell’altra partita: gli sconosciuti congolesi del Mazembe, vincitori della Champions africana, eliminano il quotatissimo Internacional di Porto Alegre, con un 2-0 firmato da Kabangu e Kaluyituka. I nerazzurri sorridono, e si presentano allo stadio Sheikh Zayed con il favore assoluto del pronostico. La formazione è quella classica, a parte l’infortunio di Samuel e l’esclusione di Sneijder, con Julio Cesar, Maicon, Lucio, Cordoba, Chivu, Zanetti, Motta, Cambiasso, Pandev, Eto’o e Milito. Il Mazembe è poca cosa, difatti la partita prosegue a senso unico. Pandev la sblocca dopo 13 minuti con un rasoterra su palla di Eto’o, e dopo poco lo stesso camerunense insacca con un tiro da fuori, chiudendo praticamente il match. L’attaccante, autore di un’annata straordinaria da 37 gol, esulta in maniera curiosa: tenendo in mano dei sacchetti della spesa. Biabiany, entrato nel secondo tempo, firma il 3-0 nel finale, consentendo a Javier Zanetti di alzare il Mondiale per Club e di rendere l’Inter campione del mondo per la terza volta nella sua storia, con il quinto titolo del 2010. La serenità in casa nerazzurra dura poco però, poiché già nel dopo-partita Benitez spara a zero sulla Società, facendo adombrare non poco Moratti. L’allenatore lamenta la mancanza di fiducia nei suoi confronti, la rabbia per il mercato a costo zero che è stato effettuato, arrivando a sostenere che alcuni giocatori si allenino in palestra di nascosto da lui, non comunicandoglielo. Moratti nicchia, ma nel giro di pochi giorni Benitez viene cacciato con pochi complimenti. Al suo posto, forse la persona più inaspettata: Leonardo Nascimento de Araujo, per tutti Leonardo, Icona del Milan da giocatore, dirigente e allenatore. Dopo aver salutato i rossoneri nell’estate 2010, alla vigilia di Natale Leonardo viene nominato nuovo allenatore dell’Inter, causando reazioni incredule nelle tifoserie di entrambe le squadre milanesi. Alla fine i rossoneri vinceranno il campionato proprio grazie a un derby vinto alla grande, mentre i nerazzurri toppano clamorosamente in Champions con lo Schalke, ma vincono la Coppa Italia 2011. Leonardo se ne va poco dopo, e quello resta tuttora l’ultimo trofeo vinto dall’Inter.