A distanza di 20 anni l’Inter torna a giocarsi l’accesso ad una finale di Champions in un doppio confronto con il Milan. Allora era stata la solidità e l’intensità di Hector Cuper a portare i nerazzurri fino ad un passo dalla finale di Manchester, oggi è grazie alla freschezza di Simone Inzaghi che gli interisti sognano Istanbul.
Andiamo a vedere quali sono le differenze tra queste due squadre e, analizzando ruolo per ruolo, quale delle due è la più forte.
Teniamo conto però che si tratta di due squadre separate da 20 anni di evoluzione calcistica: in mezzo c’è stata l’affermazione di Guardiola e del suo tiki-taka, il sorgere del gegenpressing di scuola tedesca, le modifiche regolamentari sulla palla al portiere che hanno portato allo sviluppo della costruzione dal basso…
L’Inter di Hector Cuper nella semifinale di Champions League del 2003
Hector Cuper arriva alla semifinale senza il suo attaccante più importante, Christian Vieri, e recuperando in extremis Hernan Crespo. È l’argentino ad essere il riferimento offensivo con Alvaro Recoba a supporto.
Tra l’andata e il ritorno decide di cambiare qualche carta in tavola, inserendo Cristiano Zanetti a centrocampo e arretrando il capitano Javier in posizione di terzino destro, facendo slittare Fabio Cannavaro sulla sinistra della difesa dove all’andata aveva giocato Francesco Coco.
La rosa comunque è molto ampia, con alternative a centrocampo come Stephan Dalmat e soprattutto in attacco con Mohamed Kallon, Nicola Ventola e soprattutto il velocissimo nigeriano Obafemi Martins, giovanissima rivelazione della stagione spesso letale in ripartenza.
Una formazione quindi copertissima, con tre marcatori puri sulla linea difensiva, in linea con lo spirito concreto e orientato alla battaglia del tecnico argentino, con un gioco improntato alla ricerca immediata della profondità senza troppi fraseggi a centrocampo.
- 4-4-2: Toldo; Zanetti J., Cordoba, Materazzi, Cannavaro; Sergio Conceiçao, Zanetti C., Di Biagio, Emre Belozoglu; Recoba, Crespo
L’Inter di Simone Inzaghi nella semifinale di Champions League del 2023
La formazione tipo di Simone Inzaghi ormai è ben definita in tutti i reparti tranno che in attacco. Con il perdurare dell’infortunio di Milan Skriniar è oramai arretrato in maniera definitiva tra i tre di difesa Matteo Darmian, con Denzel Dumfries esterno di destra.
In attacco la certezza è Lautaro Martinez, e le ultime partite indicano come il partner più probabile, visto lo stato di forma, Romelu Lukaku, a riformare la Lu-La, la coppia d’attacco che ha conquistato lo scudetto con Antonio Conte. L’alternativa principale è Edin Dzeko, meno potente ma più portato a legare il gioco e gestire la palla per i compagni.
È una formazione che ama giocare la palla fin dalle retrovie e che quando ha spazio e riesce a dare intensità crea una rete di passaggi e sovrapposizioni difficili da contrastare per gli avversari.
- 3-5-2: Onana; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Lukaku
Il confronto ruolo per ruolo
Francesco Toldo vs. André Onana
Ancor più che attraverso il confronto tra gli allenatori, la distanza enorme tra l’Inter del 2003 e quella del 2023 risulta evidente attraverso il confronto tra i due portieri. Le modifiche regolamentari hanno portato ad una vera e propria rivoluzione del ruolo del portiere, non più solo estremo difensore ma elemento aggiunto del gioco.
Francesco Toldo è stato probabilmente il secondo miglior portiere italiano a cavallo del nuovo millennio, alle spalle del solo fenomenale Gigi Buffon. Reattivo e scattante tra i pali, sempre attento e in grado di coprire con attenzione tutto lo specchio della porta, che rappresentava la sua esclusiva area di competenza.
Onana è tutt’altro tipo di portiere, che ama giocare alto, veloce a muoversi dentro l’area, bravo a dialogare con i compagni e in grado di far ripartire direttamente l’azione offensiva.
Qui si tratta di un vero e proprio confronto tra filosofie calcistiche, ma ci sentiamo di dare la nostra preferenza ad Onana in quanto, oltre al ruolo più complesso, è agilissimo e reattivo anche tra i pali, anche se non sempre stilisticamente perfetto.
- Vincitore: Onana
Javier Zanetti vs. Matteo Darmian
Anima dell’Inter per 20 anni, Javier Zanetti è ora vicepresidente della società e uomo immagine dei nerazzurri in Europa. Titoli guadagnati grazie alla passione e all’abnegazione messi in campo da giocatore.
Matteo Darmian è sicuramente un esempio in quanto a disponibilità e spirito di sacrificio, ma proprio su queste qualità Javier Zanetti non era secondo a nessuno. Entrambi i giocatori si sono distinti per la capacità di adattarsi a giocare ovunque gli fosse richiesto, ma l’atletismo di Javier Zanetti, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di El Tractor, e la sua importanza nella storia nerazzurra fanno pendere sicuramente l’ago della bilancia verso di lui.
- Vincitore: Zanetti J.
Ivan Ramiro Cordoba vs. Francesco Acerbi
Francesco Acerbi è un uomo di fiducia di Simone Inzaghi, che l’ha allenato alla Lazio e non ha perso occasione di accoglierlo in nerazzurro appena avuta l’occasione. Difensore molto bravo di testa e che con un mix di mezzi fisici ed esperienza risulta estremamente difficile da superare per tantissimi attaccanti, ha guadagnato molto rapidamente la maglia da titolare nonostante fosse stato acquistato con la prospettiva di essere un’alternativa a de Vrij.
Nonostante le ottime prestazioni, ci sentiamo però di preferirgli Ivan Ramiro Cordoba, giocatore che soprattutto in quei primi anni all’Inter aveva messo in evidenza una velocità impressionante e una capacità di marcare gli avversari in maniera asfissiante. In grado di giocare terzino o centrale, nonostante non raggiungesse l’1.75 di altezza era anche un temibile colpitore di testa.
- Vincitore: Cordoba
Marco Materazzi vs. Alessandro Bastoni
Marco Materazzi è stato l’altra faccia della medaglia di Javier Zanetti nel periodo in cui l’Inter è passata dalle sconfitte più cocenti alle vittorie più dolci: se il capitano argentino ha rappresentato lo spirito di resilienza dell’Inter, Matrix ne ha incarnato la rabbia e la voglia di rivalsa. Difensore ruvido (spesso al limite del regolamento), aveva anche la capacità di impostare l’azione con precisi lanci lunghi di sinistro che ne facevano uno dei principali motori di gioco della squadra di Cuper.
Alessandro Bastoni gioca in posizione simile a Materazzi e con mezzi fisici paragonabili, ma con una qualità nella fase di costruzione ancor superiore, unendo ad un sinistro molto preciso anche doti atletiche notevoli che gli permettono di trovare con successo i tempi di inserimento. Meno grintoso, ha dalla sua però l’età e la prospettiva di accumulare esperienza. Di poco quindi ci sentiamo di preferire Bastoni a Materazzi.
- Vincitore: Bastoni
Sérgio Conceição vs. Denzel Dumfries
Giocatori di fascia destra molto diversi: Conceiçao nasce come ala offensiva, a cui Cuper chiedeva poi un lavoro di copertura estremamente dispendioso, mentre Dumfries è un terzino maggiormente a suo agio ad attaccare.
Per intelligenza tattica e qualità complessiva Sergio Conceiçao, nonostante in nerazzurro non abbia raggiunto i livelli toccati in precedenza alla Lazio, ci sembra superiore a Dumfries che, nonostante i notevoli mezzi fisici, talvolta appare approssimativo o poco coraggioso nelle scelte.
- Vincitore: Sérgio Conceição
Fabio Cannavaro vs. Federico Dimarco
Fabio Cannavaro è uno dei difensori più forti della storia del calcio italiano, capitano della Nazionale campione del mondo del 2006, vincitore del Pallone d’Oro, uomo chiave di un Parma che aveva dato spettacolo in Italia e in Europa. Eppure quel giocatore i tifosi dell’Inter non l’hanno mai visto: dopo un’annata un po’ anonima in nerazzurro, è andato alla Juventus in uno scambio di mercato ai confini della realtà, risultando per questo anche decisamente antipatico alla tifoseria interista.
Nel confronto con un prodotto del vivaio dal cuore 100% nerazzurro come Federico Dimarco, arrivato ad essere uomo chiave della fascia sinistra della squadra con i suoi cross e le sue sgroppate dopo anni di duro lavoro ed esperienze in prestito, il napoletano ne esce incredibilmente perdente. Solo se ci limitiamo a confrontarli nell’ambito del peso specifico riguardante queste due formazioni dell’Inter, beninteso.
- Vincitore: Dimarco
Cristiano Zanetti vs. Nicolò Barella
L’”altro” Zanetti era un mediano di contenimento, bravo a gestire la palla ma soprattutto a interrompere le trame di gioco altrui. Spesso e volentieri ha anche fatto sentire la sua presenza in area avversaria.
Nicolò Barella è anch’egli tutto questo, ma il tutto decisamente aumentato di livello: l’intensità, l’energia e anche il contributo offensivo di Barella è nettamente superiore a quanto mai fatto vedere dal pur onestissimo Zanetti.
- Vincitore: Barella
Luigi Di Biagio vs. Hakan Calhanoglu
La scelta di Simone Inzaghi di adattare un ex-trequartista come Hakan Calhanoglu in posizione di regista dopo l’infortunio di Brozovic rende bene l’idea di come il calcio praticato dall’allenatore piacentino sia distante anni luce da quello di Hector Cuper, non soltanto in termini temporali ma anche concettuali.
Laddove Inzaghi ha ormai eletto titolare un giocatore in grado di far circolare palla in maniera fluida, muovendosi lungo il campo per trovare sempre linee di passaggio e all’occorrenza smarcandosi per andare al tiro, Cuper aveva piazzato un uomo di posizione e di interdizione come Gigi Di Biagio, chiave di volta di una diga atta a contenere e rilanciare l’azione. Si tratta di due giocatori che solo nominalmente ricoprono lo stesso ruolo, ma dall’attitudine diversissima.
C’è da dire però che Calhanoglu si è rapidamente adattato a ricoprire il ruolo, mentre difficilmente Di Biagio sarebbe riuscito ad avanzare il suo raggio d’azione con lo stesso profitto: ecco perché la nostra preferenza va al turco.
- Vincitore: Calhanoglu
Emre Belözoğlu vs. Henrikh Mkhitaryan
Mezzali di qualità ma anche di quantità, probabilmente Emre e Mkhitaryan sono i due giocatori più facilmente paragonabili tra le due formazioni. Ma se nell’Inter di Cuper il ruolo di Emre era quello di dare quella qualità al centrocampo che altrimenti mancava, Mkhitaryan ha la fortuna di giocare a fianco di un mediano che parla la sua stessa lingua, dal punto di vista calcistico, come Calhanoglu. La maggiore esperienza e intelligenza tattica fa pendere l’ago della bilancia verso l’armeno.
- Vincitore: Mkhitaryan
Alvaro Recoba vs. Lautaro Martinez
Alvaro Recoba, croce e delizia dell’Inter di Cuper: quanto di più antitetico potesse esistere al calcio quadrato dell’Hombre Vertical, Recoba era talmente seducente con quel suo sinistro magico che anche un uomo tutto d’un pezzo come l’allenatore argentino si adoperò per trovargli una collocazione nel suo schieramento. Eppure il rendimento dell’uruguaiano fu sempre a corrente alternata, e spesso mancò nei momenti più importanti.
Anche Lautaro Martinez ha vissuto moltissimi alti e bassi nell’Inter di Inzaghi, ma è anche colui che ha trascinato la squadra nei momenti chiave a forza di gol e soprattutto di impegno in campo. L’uomo copertina dell’Inter 2023 è sicuramente lui.
- Vincitore: Lautaro
Hernan Crespo vs. Romelu Lukaku
Romelu Lukaku, quando è in forma, è una forza della natura. Lo scudetto vinto dall’Inter nel 2021 porta inequivocabilmente la sua firma.
Ma se dobbiamo metterlo a confronto con Hernan Crespo anche il gigante belga diventa piccolo: El Valdanito è stato uno degli attaccanti più completi che si siano visti in Italia in un periodo in cui tutti i centravanti più forti del mondo passavano dalla Serie A. Capace di segnare in qualsiasi maniera e di fare coppia con qualsiasi compagni, Crespo ha fatto le fortune di Parma, Lazio, Inter, Milan…
Nell’Inter di Cuper riusciva a fare la seconda punta a fianco di Vieri e il centravanti a fianco di Recoba: scelto per sostituire nientemeno che Ronaldo, mise a segno ben 9 gol in quell’edizione della Champions League, dietro solo a Ruud van Nistelrooy (12) e Pippo Inzaghi (10).
- Vincitore: Crespo
Il verdetto: l’11 di Inzaghi è più forte
Tralasciando il fattore nostalgia, a livello di valore dei singoli l’Inter di Simone Inzaghi, negli 11 titolari, sembra più forte di quella di Hector Cuper del 2003: 7 titolari attuali risultano preferibili rispetto a 4 di allora. Abbiamo espresso il giudizio sulla squadra scese in campo nella semifinale di ritorno contro il Milan, ma se avessimo preso in considerazione Christian Vieri al posto di Alvaro Recoba probabilmente sarebbe finita 6-5 (ma non possiamo sapere che squadra avrebbe schierato Cuper con il bomber azzurro a disposizione).
Nonostante un atteggiamento più offensivo, con molta più qualità al servizio della manovra, la squadra attuale resta comunque solida e compatta in difesa, quantomeno nelle partite di Champions.
C’è da dire però che anche solo per una questione numerica la squadra di Hector Cuper aveva più soluzioni e alternative in rosa, con svariate alternative in tutti i reparti che potevano permettere differenti assetti tattici.
L’idea di poter disporre contemporaneamente di Vieri, Crespo, Recoba, Martins, Kallon, Ventola e (per quanto solo in campionato) Batistuta ad oggi appare folle al tifoso nerazzurro che nel momento in cui Joaquin Correa non è a disposizione vede in panchina il solo giovane Valentin Carboni come eventuale secondo cambio offensivo.
Per non parlare di una retroguardia che,alle spalle di difensori centrali Cannavaro, Materazzi e Cordoba poteva contare su giocatori affidabili come Gamarra e Adani, laddove oggi devono essere essere adattati esterni come Darmian o D’Ambrosio.