Corsi e ricorsi storici nella seconda ed ultima semifinale di Euro 2020, con Inghilterra – Danimarca.
25 anni dopo la nazionale dei tre leoni giocherà ancora a Wembley il penultimo atto del campionato europeo, lì dove cadde in semifinale con la Germania. Lo sa bene Gareth Southgate che fallì il rigore decisivo. Un quarto di secolo dopo, il CT inglese ha la possibilità di cancellare quella notte.
Notte che vogliono ripetere i danesi invece che tornano a giocare una semifinale a distanza di 29 anni da quell’incredibile cavalcata ad Euro 1992 in Svezia: da ripescati a campioni d’Europa. Certo, stiamo parlando di un calcio e di un format diverso da quello di oggi, ma anche in quell’occasione la Danimarca ebbe una partenza lenta, per poi eliminare l’Olanda in semifinale e battere 2-0 la Germania in finale.
Insomma mille motivi dal passato, per gustarsi un presente ricco di emozioni e prenotare un futuro che potrebbe assumere i contorni dell’eldorado calcistico. Tra un’Inghilterra di ferro che non prende gol in questo Euro 2020 e una Danimarca che vola anche per Eriksen.
Vediamo cosa ci attende mercoledì alle 21.00 nella cattedrale di Wembley.
Qui Inghilterra, tutti pronti all’uragano Kane
Tre anni dopo la semifinale mondiale, la nazionale inglese entra di diritto fra le top 4 d’Europa. Un lavoro certosino e partito da lontano quello di Southgate che ha ereditato una squadra allo sbando dopo l’eliminazione da Euro 2016. Ha inserito un po’ alla volta, tutti quei giocatori che sono stati protagonisti delle vittorie delle nazionali giovanili inglesi degli ultimi sette anni, lasciando solo alcuni senatori a fare da chioccia ai nuovi arrivati.
I risultati si sono visti sul campo e dopo la campagna di Russia, il CT inglese vuole il grande risultato: sarebbe il massimo per l’Inghilterra. Vincere un trofeo 56 anni dopo l’unico mondiale e cancellare di colpo decenni di delusioni, con la macchia che gravita sul Southgate giocatore, il quale come detto sbagliò il penalty decisivo a Wembley contro la Germania in semifinale ad Euro 1996. Wembley sarà di nuovo il teatro delle speranze inglesi e il fattore campo potrebbe essere decisivo nella volata al titolo continentale.
Impressionate la forza di questo gruppo che sa adattarsi ai cambiamenti tattici imposti dall’allenatore, a seconda degli avversari. Una sorta di camaleonte calcistico che può abbandonare il collaudato 4-2-3-1, in favore del 3-4-3 come fatto ad esempio contro la Germania. Insomma una duttilità unica nel suo genere che rompe con la tradizione inglese. Non sarà spettacolare come altre nazionali questa Inghilterra, ma è maledettamente solida. Non prende gol da sette match ed è l’unica squadra a non avere subito una rete ad Euro 2020.
L’ultima squadra a bucare Pickford e soci è stata la Polonia, lo scorso marzo nella prima tranche di gare valide come qualificazione al Mondiale del 2022. Da quel momento sono passati 662 minuti e la porta inglese non si è più gonfiata. La serie positiva di Sterling e compagni dura adesso da 11 gare, condite da ben 10 vittorie e un solo pareggio.
L’ultimo Ko è datato 15 novembre 2020, guarda caso in Belgio per la Nations League. In casa, dunque a Wembley, la nazionale dei 3 leoni non perde dalla sfida contro la Danimarca per 1-0 sempre in Nations League. Quella stessa Danimarca che proverà ancora una volta a fermare gli inglesi nel loro tempio.
Inghilterra completamente diversa, rispetto alla fase a gironi, complice il ritorno alla rete di Harry Kane. Si è svegliato l’uragano, è arrivato l’uragano, verrebbe da dire. L’ombra di se stesso nelle tre gare del gruppo, il capitano inglese è tornato a fare il vero Kane dagli ottavi in poi: una rete alla Germania e due all’Ucraina, tanto per ribadire chi è il bomber in casa Inghilterra. Lui e Sterling comandano la classifica cannonieri della squadra ad Euro 2020, con tre centri ciascuno e su di loro sono riposte le speranze dell’intera nazione.
In vista della Danimarca, il CT dovrebbe confermare gli stessi undici che hanno annichilito la truppa di Sheva e dunque il 4-2-3-1 resta lo schema base, con Pickford tra i pali, Walker, Stone, Maguire, Shaw in difesa. Nella mediana a due, troveranno spazio i due titolari: Phillips e Rice, ma attenzione a Jordan Henderson. A cose normali sarebbe lui il titolare, ma l’infortunio che lo ha tenuto fuori per 4 mesi, induce Southgate a lanciarlo nella mischia a gara in corso. Così è stato anche con l’Ucraina e il capitano del Liverpool è tornato al gol.
In attacco inamovibile Harry Kane: lo era quando tutti chiedevano la sua estromissione dalla formazione titolare, figuriamoci adesso che ha ritrovato gol, morale e fiducia. Non solo, ma la condizione migliora di gara in gara e dunque ci sono margini per attendersi prestazioni ancor più degne di nota. Alle sue spalle agiranno sicuramente Mount al centro e Sterling a sinistra. A destra, nell’ultima gara, ha giocato Sancho. Il neo acquisto dello United è stato uno dei migliori, senza far rimpiangere l’affaticato Saka. Saranno loro due a giocarsi la maglia da titolare, con il giocatore dei diavoli rossi in vantaggio su quello dei gunners.
Probabile formazione (4-2-3-1): Pickford; Walker, Stones, Maguire, Shaw: Phillips, Rice; Sancho, Mount, Sterling; Kane. CT Southgate.
Qui Danimarca, un sogno che dura da 29 anni
Da Schmeichel a Schmeichel. Da Peter campione d’Europa con la Danimarca nel 1992 a suo figlio Kasper che sogna di emulare il padre. È il sogno di tutta la Danimarca, 29 anni dopo uno dei miracoli sportivi più incredibili di sempre. E meriterebbero anche loro la finale: per il dramma di Eriksen vissuto in campo, per l’avvio condizionato da quanto successo e per il coraggio mostrato quel giorno. A tutto questo aggiungiamoci un rilancio delle ambizioni danesi in corso d’opera e la truppa scandinava appare come un fiume in piena, pronto a sfociare verso l’atto finale di Euro 2020.
Merito del gruppo e di chi quel gruppo lo ha costruito: il CT Kasper Hjulmand, il quale da giocatore si ricordano in pochi, ma da allenatore sta lasciando un segno tangibile nella storia della Danimarca. Una formazione che gioca a memoria, indipendentemente da chi parte titolare o meno. Il credo calcistico del tecnico danese è stato fatto proprio dai giocatori e la squadra è davvero un piccolo luna park che si diverte, oltre a far divertire.
In questo europeo la Danimarca ha segnato 11 reti: miglior attacco assieme a quello spagnolo e 5 gol subiti, di cui 3 nel momento peggiore. Insomma una formazione che difende bene e attacca ancora meglio: pericolosa nelle triangolazioni, nelle ripartenze e nel gioco aereo. Nessuna stella, ma tante piccole stelle a formare una truppa che oramai non si pone limiti e spera di regalare ai tifosi il bis del 1992.
Tutti presenti agli ordini del CT Hjulmand, tranne ovviamente Eriksen. Un motivo in più per volare in finale. Nel 3-4-3 della casa danese, in porta ovviamente c’è la storia che prosegue: Kasper Schmeichel. Uno che di miracoli sportivi se ne intende e non solo per quello raggiunto dal padre, ma anche per quello ottenuto con il Leicester in Premier League nel 2016. In difesa comanda Simon Kjaer, il futuro capitano del Milan e attuale capitano danese avrà ai suoi lati Christensen a destra e Vestergaard a sinistra. Sulle fasce, agiranno a tutto campo due “italiani”: l’udinese Stryger Larsen a destra e l’atalantino Maehle a sinistra.
In cabina di regia per la mediana, ci sono Hojbjerg e Delaney, ovvero una sorta di diga a centrocampo con il vizio del gol. La vera forza danese però è in attacco, come dimostrano i numeri di questa squadra che ha perso solo due delle ultime 10 partite giocate. Braithwaite da oggetto misterioso al Barcellona, a salvatore della patria come attaccante esterno destro, con Damsgaard autentica freccia sull’altro lato. In mezzo, pronto a trasformare in reti gli assist dei compagni, c’è Dolberg.
Probabile formazione (3-4-3); Schmeichel; Christensen, Kjaer, Vestergaard; Stryger Larsen, Hojbjerg, Delaney, Maehle; Braithwaite, Dolberg, Damsgaard. CT Hjulmand
I precedenti
Inghilterra e Danimarca si affrontano per la 14ª volta nella loro storia. Il bilancio sorride alla nazionale dei tre leoni che ha vinto in 7 occasioni, a fronte di 4 vittorie scandinave e 3 segni X. I padroni di casa non battono i danesi dal 2014, quando in amichevole vinsero 1-0. Proprio la truppa avversaria è stata l’ultima a superare l’Inghilterra nel suo stadio, nella scorsa Nations League: 0-1. Il pareggio non esce dallo scorso settembre, quando a campi invertiti sempre nella Nations finì 0-0.
Quando però si parla di Europei, la Danimarca ricorda il decisivo pareggio per 0-0 nella fase a gruppi di Euro 1992. Con quel segno X (la vittoria valeva ancora due punti), i danesi restarono in corsa per il secondo posto, scavalcando poi i britannici all’ultima giornata, verso quell’incredibile cavalcata al titolo.
Lo abbiamo detto in apertura, corsi e ricorsi storici tra Inghilterra e Danimarca.