Ogni squadra, in Serie A, ha un iconico simbolo in cui storicamente si identifica.
Uno dei più prestigiosi e graficamente noti è senza dubbio il Giglio, immagine che da tantissimi anni rappresenta la formazione toscana della Fiorentina. Un simbolo, peraltro, legato a filo doppio con la storia di Firenze, e che per questo motivo inorgoglisce i Fiorentini e i tifosi della viola in giro per il mondo.
Andiamo a conoscere la storia di questo glorioso stemma.
Il giglio fiorentino
Vi sono numerose teorie che tentano di spiegare come “Firenze” e “Giglio” si siano storicamente legati.
Premesso che il giglio è ufficialmente simbolo di Firenze dall’XI secolo, alcune correnti di pensiero ne attribuiscono la paternità alla conquista romana di Florentia avvenuta durante i festeggiamenti alla Dea Flora per l’avvento della primavera, nel 59 a.C.; altre teorie, invece, lo collegano alle numerose piantagioni del fiore chiamato Iris germanica nei dintorni del capoluogo toscano.
Graficamente, poi, per secoli il giglio era rappresentato con il colore bianco su sfondo rosso. Fu nel XIII secolo che la fazione politica dei Guelfi, decide di invertire i colori (di modo da differenziarsi idealmente dai rivali, i Ghibellini), facendo diventare il giglio di colore rosso su sfondo bianco.
Lo stemma della Fiorentina
Al netto di questo, con assoluta certezza il giglio viene calcisticamente adottato dalla Fiorentina per volere del Marchese Ridolfi, fondatore della squadra viola nel 1926.
Da lì in avanti, una serie di restyling ne hanno caratterizzato la storia e il layout, ma a distanza di quasi cent’anni ancora campeggia sulle maglie della gloriosa società.
Negli anni ’50 e ’60 il giglio appariva stilizzato all’interno di un rombo, mentre negli anni ’80 la presidenza Pontello porta alla costituzione del cosiddetto “giglio alabardato“, ovvero alla fusione del fiore con la “F” di Fiorentina.
Nel 1991, un grande restyling viene imposto con l’avvento della dirigenza Cecchi Gori, che promuove un giglio stilizzato fiorentino rosso in campo bianco, racchiuso all’interno di una losanga dorata (una sorta di rombo) che contiene anche le iniziali della società nel suo angolo inferiore.
Il ritorno al passato: il giglio alabardato
L’evoluzione del simbolo della Viola continua di pari passo col passare del tempo: la dirigenza Commisso, oggi, ha deciso per un altro rifacimento dello stemma della Fiorentina.
Quello del Presidente italo-americano, infatti, è un vero e proprio ritorno al passato: dal 2021 (tra non poche polemiche in città) sulla maglia della Fiorentina torna a campeggiare il già citato stemma del giglio alabardato, dal sapore anni ’80.
La dirigenza, con questa mossa, tenta di riportare alla memoria come campioni del calibro di Galli, Passarella, Baggio, Antognoni e Bertoni abbiano indossato maglie con questo stemma, e spera di riportare la viola ai fasti di quel periodo.