Con la vittoria del Senegal ai rigori sull’Egitto si è chiusa un’edizione della Coppa d’Africa segnata dalla tragedia dello stadio Olembé, con gli 8 morti nella calca fuori dagli ingressi in occasione di Camerun-Comore, ma che ha regalato tante di quelle “storie assurde” che rendono questa competizione sempre così curiosa.
Ricorderemo l’arbitro Sikawadze che fischia in anticipo di 5 minuti la fine di Mali-Tunisia, oppure le Comore, senza portieri disponibili e con un terzino tra i pali, imbottigliate nel traffico di Yaoundé prima della partita e costrette a cambiarsi in pullman (con il numero sulla maglia del portiere realizzato con il nastro adesivo).
O ancora Mostafa Mohamed che mentre è in campo con l’Egitto manda un sosia a svolgere gli esami all’università, così come situazioni più delicate come il Burkina Faso che è partito per il Camerun salutato da un presidente e che torna in patria trovando una giunta militare che al potere…
Ma anche dal punto di vista strettamente sportivo, ci sono gli 8 gol del camerunense Aboubakar, record storico per la competizione, e tutta una serie di giocatori che si sono messi in mostra a fianco dei campioni affermati come Salah, Koulibaly e Mané. Vediamo quali sono 5 dei prospetti più interessanti emersi da questa Coppa d’Africa.
Omar Marmoush (Egitto)
L’Egitto è una squadra pragmatica e speculativa, che gioca tutta in funzione dell’enorme talento di Momo Salah, sfruttando l’altro attaccante della Premier League, Trezeguet, come eventuale chiavistello da sfruttare a partita in corso nelle gare più chiuse.
In questo schieramento che concede ben poco allo spettacolo nel tridente offensivo trova spazio, sul lato opposto a Salah, questo classe ‘99 che gioca in Germania, nello Stoccarda.
Scoperto da Mido, ex-centravanti di Ajax e Roma, nelle giovanili del Wadi-Degla, si è trasferito a 18 anni in Germania per giocare con la seconda squadra del Wolfsburg.
Omar Khaled Mohamed Marmoush è il giocatore deputato a far risalire la squadra lungo la corsia di sinistra, grazie alla sua velocità e al suo controllo di palla, sacrificandosi anche in ripiegamento e sui contrasti.
Attaccante dotato di buona progressione palla al piede e di un certo istinto per il tiro, dopo la gavetta al Wolfsburg si è prima fatto le ossa al St. Pauli, in Zwei Bundesliga, nella seconda parte della scorsa stagione, segnando 7 gol in 21 partite, per poi trasferirsi in prestito allo Stoccarda in questa stagione, dove si è presentato all’esordio con il gol decisivo all’Eintracht.
Finora la sua stagione ha fruttato 2 gol e 3 assist in 10 partite di Bundesliga, in una stagione a dir poco complicata per lo Stoccarda. In futuro dovrebbe tornare al Wolfsburg, ma la concorrenza nel reparto d’attacco rende il suo futuro tutto da decidere.
Bamba Dieng (Senegal)
Il Senegal dei grandi campioni, da Sadio Mané a Ferlan Mendy fino a Kalidou Koulibaly, è partito con il freno a mano un po’ tirato in questa Coppa d’Africa. Dopo le prime gare un po’ incerte, la svolta è arrivata nel match contro Capo Verde, in cui ha esordito il tridente e in cui il risultato è stato messo al sicuro dal gol del giovane Bamba Dieng.
Arrivato alla Coppa d’Africa dopo essersi messo in luce in Ligue 1 con la maglia del Marsiglia, il 21enne Bamba Dieng è stato scoperto dagli osservatori dell’OM nel 2020, quando giocava in patria con la maglia del Diambars.
Dopo le prime apparizioni con la squadra B marsigliese, viene aggregato in pianta stabile in prima squadra, e all’inizio di questa stagione, complici i problemi fisici di Milik e Payet, si è imposto all’attenzione del pubblico con 4 gol e 1 assist in 14 apparizioni.
Centravanti veloce che ama svariare in campo aperto, alto 1,78 e dotato di un ottimo scatto da fermo, Dieng a dicembre si è guadagnato un rinnovo di contratto fino al 2014, ma tra Milik e il nuovo acquisto Bakambu è facile che possa voler cercare opportunità altrove, con molte squadre che lo seguono con attenzione tra cui l’Atalanta, che lo vede come un’ottima alternativa a Zapata.
Dango Ouattara (Burkina Faso)
Una delle sorprese di questa Coppa d’Africa è stata sicuramente il Burkina Faso, squadra allenata dall’”autoctono” Kamou Malo, spettacolare e imprevedibile e imbottita di talenti. Alcuni già protagonisti in Europa, come il difensore del Leverkusen Edmond Tapsoba, l’ala dell’Aston Villa Bertrand Traoré o del giovane terzino del Troyes (ma già di proprietà del Manchester City) Issa Kaboré, e altri che invece si sono imposti a sorpresa.
È il caso di Dango Ouattara, eroe della partita contro la Tunisia, decisa da una sua prodezza: palla recuperata in difesa, corsa lungo la fascia a dettare il passaggio di ritorno, irruzione in area superando due avversari con il controllo e palla in porta sull’angolo opposto.
Classe 2002, cresciuto nell’accademia calcistica Foot Plus prima di indossare la maglia del Majestic di Ouagadougou, sua città natale, Ouattara si è trasferito in Francia nel 2020 per giocare con il Lorient. Promosso alla prima squadra quest’estate, si sta lentamente ritagliando spazio nella formazione di Ligue 1, avendo collezionato 14 presenze totali di cui 3 da titolare.
Impressionante nella progressione, Ouattara è un ala particolarmente adatta ad attaccare gli spazi ma bravo anche nei ripiegamenti difensivi, in grado anche di far valere il suo fisico anche come punta centrale.
Ibrahima Koné (Mali)
Il Mali probabilmente è stata la delusione più grande di questa Coppa d’Africa, eliminato ai rigori agli ottavi dalla Guinea Equatoriale, nonostante una rosa ricchissima di giocatori affermati in Europa e un girone dominato con le vittorie su Mauritania e Tunisia e il pareggio con il Gambia.
Grande protagonista nelle partite di girone dei maliani è stato Ibrahima Koné, centravanti appena acquistato per 4 milioni dal Lorient, che l’ha prelevato dai norvegesi del Sarpsborg.
Classe 1999, impressiona per la sua somiglianza con Romelu Lukaku, non solo dal punto di vista fisiognomico ma anche come gioco: mancino potente, fisico imponente virtualmente inarrestabile quando lanciato in progressione, ancora un po’ grezzo dal punto di vista tecnico.
Arrivato in Norvegia, all’Haugesund, nel 2018 proveniente dal Bamako, nel suo curriculum si registra anche un’esperienza di 6 mesi all’inizio del 2020 in Turchia, all’Adana Demirspor, prima del trasferimento al Sarpsborg del febbraio 2021, con cui si impone con 11 gol in 28 partite. In nazionale i suoi numeri sono impressionanti, con 8 gol in sole 6 presenze con il Mali.
Mohamed Kamara (Sierra Leone)
Il portiere della Sierra Leone si è preso la luce dei riflettori dopo la partita disputata contro l’Algeria, in cui ha vinto il premio di migliore in campo dopo una prestazione eroica che è valsa il pareggio per 0-0 per i Leone Stars.
22 anni, Mohamed Kamara gioca in patria negli East End Lions, club che l’ha prelevato nel 2019 dal Johansen, ed è il primo calciatore non professionista a vincere il premio di MVP nella storia della Coppa d’Africa.
Soprannominato Fabianski, come il portiere polacco del West Ham, per distinguerlo dall’altro Mohamed “Medo” Kamara della nazionale sierraleonese, tradisce la sua mancanza di “educazione” con uno stile non esattamente pulitissimo, ma le doti atletiche sono assolutamente impressionanti: sette interventi decisivi contro l’Algeria di Mahrez e Slimani, prodezze tra i pali ed interventi in uscita con tempismo perfetto, anche di testa fuori dall’area.
Trance agonistica o talento inespresso? Difficile dirlo, vista la difficolta a seguirne i progressi nel campionato sierraleonese, ma parliamo di un portiere che è titolare dei Leone Stars dal 2019. Non è giovanissimo ma per un portiere a 22 anni si è ancora negli anni formativi, e forse meriterebbe una chance a livelli più alti.