Il calcio per molti ragazzi africani (e non solo) è l’unico modo per poter sognare un futuro di successo, ecco allora che quando sei un giovanissimo sedicenne e arrivi a esordire nella prima divisione del tuo paese (la Nigeria), cominci a crederci davvero. La storia di Ugochukwu Michael Enyinnaya, per tutti semplicemente Hugo, comincia proprio così.
La grande occasione di Hugo Enynnaya
Una stagione in Nigeria e poi il passaggio al Molenbeek (squadra di seconda divisione in Belgio) dove segna subito 6 reti nonostante sia appena maggiorenne.
Sufficienti a farsi notare da un direttore sportivo che in quegli anni aveva dimostrato un buon occhio per le giovani promesse, Carlo Regalia, che insieme a Fascetti e Matarrese al Bari riuscì a portare in bianco rosso nomi poi diventati pilastri come Kennet Andresson, Nicola Ventola, Gianluca Zambrotta, Simone Perrotta e naturalmente Antonio Cassano.
Insomma per Hugo un’occasione da non perdere che comincia con la primavera del Bari, ma che proprio prima della sosta natalizia del 1999 lo vede esordire in Serie A in un match quasi impossibile contro l’Inter di Vieri e Ronaldo.
Il destino a volte prende vie strane, e in quell’occasione ci mise del suo per scrivere una pagina di storia calcistica.
Fascetti in quell’occasione deve rinunciare ai suoi due attaccanti titolari (Osmanovski e Masinga) e vista una posizione di classifica tutto sommato tranquilla, diventa l’occasione per provare un duo d’attacco totalmente inedito, entrambi provenienti dalla primavera: Antonio Cassano e Hugo Enyinnaya.
Passano solo sette minuti, prima che questo ragazzino nigeriano alla sua prima esperienza, carichi di tutta la sua voglia di mettersi in mostra il pallone, che parte come un siluro da oltre 30 metri e si insacca nell’angolo alle spalle di Peruzzi. Una corsa verso la curva in festa con le lacrime che scendono per la gioia di un momento atteso tutta una vita.
Giornata poi coronata dal 2-1 finale segnato manco a dirlo, dall’altro predestinato di giornata, Antonio Cassano. Sembra l’inizio di una favola per due. Ma non sarà così.
Che fine ha fatto Hugo Enyinnaya?
Alle soglie del nuovo millennio, ancora nemmeno ventenne, Hugo Enyinnaya sembra all’inizio di una fulgida carriera nel mondo del calcio che conta. E invece quel gol in una fredda serata invernale resterà praticamente l’unica perla degna di nota.
Una serie interminabile di infortuni ne mina qualsiasi possibilità di crescita costante, tanto che dopo tre anni di Bari, metterà insieme appena 28 presenze (tutte da subentrato) e solo altri 2 gol. Poi il tentativo di recupero con le esperienze in prestito a Livorno prima e a Foggia poi, entrambe con risultati abbastanza deludenti però.
È tempo di cambiare aria, anche perché nonostante tutto ha ancora 25 anni.
Il treno però sembra perduto e il campionato polacco è l’unica soluzione fattibile per lui. In seconda divisione con il Lechia prima e con l’Odra poi, trova se non altro quel minimo di continuità di gioco e qualche gol all’attivo, ma quegli anni sono anche marchiati da alcuni episodi di razzismo che probabilmente segnarono quel passaggio.
Insomma siamo all’epilogo di una carriera che poteva essere e non è stata. Di un sogno che è sempre rimasto tale, perdendosi nel limbo delle occasioni perdute.
Enyinnaya torna persino a giocare in Italia sul finire di carriera, ma siamo ormai ai campionati di eccellenza, e quelle lacrime ghiacciate del S.Nicola dopo il gol all’Inter, sembrano ormai parte di un’altra vita.
Dopo l’ultima stagione con il Zagarolo, appende gli scarpini al chiodo e chiude il cerchio là da dove era partito, la Nigeria.