Thierry Henry aveva appena 19 anni, ma era già una delle promesse più belle e pulite del calciomercato europeo. L’attaccante francese, formato nelle categorie giovanili del Monaco, si era evidenziato come la grande stella della nazionale francese campione del mondo Under 18, in quello stesso anno.
Tutti gli occhi delle grandi squadre d’Europa erano poste su di lui, su Henry. Che presto divenne l’oggetto del desiderio delle big sparse per il Vecchio Continente: dalla Juve all’Inter, dal Barcellona al Real Madrid, da tutte le grandi inglesi. Del resto, erano gli anni della freschissima legge Bosman, del libero commercio di calciatori e delle opportunità da cogliere. Il Real non fu alieno a quest’interesse, rapidamente si posizionò in prima fila per chiudere l’acquisto. Lo fece prima di ogni altro club.
Quando Henry firmò per il Real Madrid
Nella primavera del 1996, Lorenzo Sanz e Juan Antonio Samper, presidente e “asesor juridico” – cioè, assistente legale – del club blanco, incontrarono Michel Basilevitch, l’agente del giocatore. Entrambe le parti raggiungono un accordo e firmano un precontratto con l’okay già maturato di Titì, che sarebbe diventato un calciatore blanco alla fine del contratto con il Monaco il 30 di giugno.
Il passaggio è praticamente cosa fatta, e lo stesso presidente Lorenzo Sanz lo conferma davanti alla stampa e alle telecamere delle tv madrilene, il giorno 31 ottobre del 1996: “Henry firmerà un contratto di 5 o 6 anni e sarà un nostro giocatore nella prossima stagione. È un calciatore che seguiamo ormai da anni, da tre anni, e stavolta era arrivato il momento di chiudere l’accordo“.
La denuncia alla Fifa
Ecco, il Real non sapeva, ma stava per affrontare i primi problemi legali. L’Associazione Spagnola degli agenti di calcio (l’AEAF) avvisa che nell’operazione viene definito come rappresentante Michel Basilevitch, un agente che non è riconosciuto ed è senza licenza, dunque non può intervenire in questo tipo di operazioni. L’AEAF denuncia dunque il club alla Fifa.
Il Monaco si unisce subito alla denuncia, decisione presa in prima persona dal presidente dei francesi, Jean Louis Campora, visibilmente contrariato per il comportamento del club blanco – aveva negoziato con un giocatore con un contratto in vigore, e alle sue spalle -: “Non mi aspettavo un comportamento così deplorevole da una squadra del livello del Real”, dirà alla stampa locale.
Nonostante l’imprevisto, come in Monopoly, Lorenzo Sanz continua ad affermare che l’accordo con il giocatore ormai c’è. E prova inoltre a chiudere l’affare nello stesso mercato invernale, così da aiutare la squadra di Capello. Lo stesso allenatore italiano chiedeva un attaccante complementare a Suker e Mijatovic. “Il giocatore sarà nostro da adesso se il Monaco accetta di trattare, o a giugno senza spendere una sola peseta”.
Nel frattempo, Joan Gaspart, vice presidente del Barcellona, approfittava del tumulto per criticare i metodi utilizzati dai madrileni per l’acquisto dei calciatori. Entrambi i club erano impegnati per l’acquisto del giocatore della Sampdoria, Christian Karembeu, e questo provocava costantemente un dibattito, un incrocio di dichiarazioni, da una parte blanca e da quell’altra blaugrana.
Il 13 gennaio del 1997, il Real Madrid deposita il contratto di Henry negli uffici della Liga, ma quella stessa settimana il presidente del Monaco annuncia il rinnovo di contratto del giocatore con il club monegasco. La confusione era tremenda, in quel momento. E lo stesso Henry si era esposto al pericolo di vedere ritirata il tesseramento da calciatore per aver di fatto duplicato il proprio contratto.
Il caso, risolto, quasi un anno dopo
Il vincolo di Henry con il Real Madrid inizia a generare problemi al calciatore, fischiato da una parte dei tifosi ancora in attesa per come si risolverà l’intreccio. L’otto luglio, Henry nega qualsiasi tipo di relazione contrattuale con il Real Madrid e accusa il club blanco di aver falsificato la propria firma.
Ci fu bisogno di aspettare settembre per conoscere la sentenza della Fifa, che finì per riconoscere le prestazioni sportive del giocatore come proprietà del Monaco, non del Real Madrid. Con quella sentenza, la Fifa multò il Madrid per 15 milioni di pesetas poiché aveva usufruito del lavoro di un agente senza licenza; allo stesso modo, Henry fu condannato a pagare 10 milioni di franchi per aver “duplicato” il contratto di lavoro.
Nel 1999, Henry decise alla fine di vestire la maglia della Juventus, per poi iniziare davvero la carriera tra i più grandi con la maglia dell’Arsenal. Anzi: del miglior Arsenal della storia. Il Real tornò a volere Titì quando era già diventato una stella, consacrata paradossalmente quando arrivò la firma con il Barcellona, nel 2007. Henry non ha mai giocato nel club blanco, al quale ha segnato 4 gol in tutta la sua carriera: 1 con l’Arsenal, 3 con il Barça, tutti al Bernabeu. Incluso quel famoso 2-6 della squadra più forte di sempre, quella di Pep Guardiola.
Nessuno ha mai avuto un dubbio, però: il gol più doloroso per i tifosi del Real, fu quello che segnò 25 anni fa, quando (non) mise a segno uno dei trasferimenti saltati più clamorosi della storia.