Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha incontrato il direttore dell’Istituto ‘Lazzaro Spallanzani’ Vaia con l’obiettivo di definire proposte e modalità operative per l’organizzazione in totale sicurezza delle gare di UEFA EURO 2020 in programma a Roma
Già da qualche settimana, l’UEFA ha ufficializzato e confermato che lo stadio Olimpico di Roma ospiterà 4 partite degli Europei che si disputeranno a giugno 2021. Il tempo stringe e il presidente federale Gravina ha voluto incontrare di persona Francesco Vaia per un primo incontro atto a stabilire un protocollo di massima per garantire la sicurezza in vista dell’esordio. Si è svolto oggi presso la sede della FIGC a Roma un incontro appunto tra il presidente Gabriele Gravina e il direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ Francesco Vaia. L’obiettivo è quello di definire proposte e modalità operative per l’organizzazione in totale sicurezza delle gare di UEFA EURO 2020, in programma nella Capitale a partire dall’11 giugno.
Dopo il via libera del Governo all’ingresso di una percentuale di pubblico pari almeno al 25% della capienza dello stadio Olimpico, la FIGC è costantemente in contatto con tutte le istituzioni per la definizione di un protocollo che contenga le misure sanitarie e organizzative necessarie a favorire la migliore fruizione dell’evento da parte degli spettatori. In questa ottica, si è intensificata la collaborazione con l’Ospedale romano per l’individuazione di soluzioni che permettano ai tifosi di accedere all’impianto assicurando, da una parte i requisiti di garanzia nel rispetto delle regole per il contenimento del virus, dall’altra la più facile mobilità e integrazione, anche con strumenti tecnologici. E’ intenzione della FIGC mettere sin da subito a disposizione del mondo del calcio professionistico la metodologia che verrà adottata nel Campionato Europeo, per assicurare il ritorno delle tifoserie negli stadi attraverso il piano graduale già individuato nell’ultimo Decreto Legge. Manca un mese e mezzo al via ma l’Italia calcistica vuole dare l’esempio, sia al resto dell’Europa ma anche agli altri sport, in modo da poter ripartire, tutti insieme, ma in massima sicurezza.