Gli eSport sono diventati popolarissimi tra le nuove generazioni, tanto da aver portato all’apertura di “gaming house” dedicate.
Questo genere di spazi e di giochi acquisiscono di giorno in giorno sempre maggiore credibilità anche a livello agonistico, con la recente creazione di eSport team professionistici: era perciò inevitabile che incrociassero prima o poi il cammino degli sport “reali” e dei professionisti.
Io mi sono appassionato a Fifa – punto di riferimento indiscusso del calcio virtuale – soprattutto negli ultimi anni, in particolare da quando sono diventato un’Icona, una card dedicata alle leggende.
Una delle mie card risultava infatti essere molto richiesta ed estremamente competitiva a livello di punteggio: il fatto che fosse così forte mi è sembrato un segnale positivo, e l’ho preso come spunto per iniziare a sviluppare, in collaborazione con una società esterna, un mio personale progetto nel mondo degli eSport.
Nel 2019 ho fondato la prima Fifa Academy italiana, la GZ19 Esports. Purtroppo, a causa della pandemia, questo progetto si è fermato ma rimane ferma la volontà di portarlo avanti in un futuro non troppo lontano.
Gli eSport sono una realtà in costante espansione, ogni anno vengono organizzati tornei nazionali e internazionali esclusivamente dedicati alle competizioni eSport e molte squadre italiane – non solo di serie A – hanno il proprio team che vi partecipa, inclusa la Nazionale.
La crescita esponenziale di queste discipline sportive in un certo senso alternative, magari all’apparenza insolite, ma comunque competitive e coinvolgenti, arriva dopo anni di travolgente sviluppo del mondo dei videogame. Tutto ciò non poteva passare certo inosservato a chi, come me, ama lo sport a 360°. Non mi sono quindi di certo arreso e sono deciso più che mai a continuare con questo progetto, facendo ripartire l’Academy non appena sarà possibile.
Il coinvolgimento di massa e la passione sono aspetti che caratterizzano fortemente l’ambito degli eSport, e che spiccano nel confronto fra il calcio virtuale e quello giocato dal vivo. Stiamo vivendo infatti una nuova epoca in cui i giovani praticano sempre meno il calcio “reale”, e i numeri si sono notevolmente abbassati rispetto a qualche anno fa.
È un problema che va attentamente considerato per cercare soluzioni al passo con i tempi, ma che non incide per nulla sul calcio virtuale, di natura completamente diversa e ancora percepito come una novità. Ciò che accomuna le discipline è di certo il conflitto, la competizione per raggiungere un risultato dando il massimo e giocando al meglio delle proprie capacità.
Tra le due, devo confessare, ho sempre preferito il calcio reale: sentire il profumo dell’erba appena tagliata, vivere il clima dello spogliatoio durante gli allenamenti, farsi trascinare dall’adrenalina dei tifosi sugli spalti sono tutte cose a cui non avrei mai saputo rinunciare.
Lo stesso vale per le sensazioni di quando ho iniziato a giocare, trent’anni fa – i pomeriggi passati all’oratorio con il pallone fra i piedi, che si interrompevano soltanto quando mia madre mi chiamava perché era pronta la cena. Sono ricordi vividi ancora oggi, e sono sicuramente diversi da quelle che si possono collezionare giocando a calcio davanti a uno schermo.
I tempi, però, sono cambiati e non serve a niente fare finta che non sia così: bisogna invece continuare a essere curiosi, mantenere la mente aperta e accettare le nuove sfide.