Campioni del mondo in carica e finalisti dell’ultima edizione, i francesi arrivano a questo Europeo con le stimmate dei favoriti. L’impressionante continuità delle accademie calcistiche francesi nel plasmare giovani talenti ha fatto in modo che negli ultimi anni ogni ruolo della nazionale d’oltralpe fosse coperto da giocatori di ottimo livello, al punto che i Galletti si possono permettere di lasciare a casa giocatori a dir poco decisivi nei propri campionati come Theo Hernandez o di cedere ad altre nazionali campioni come Aymeric Laporte, fresco spagnolo in virtù delle sue origini basche, mai considerato dalla nazionale bleu nonostante i trionfi con il Manchester City.
Il CT: Didier Deschamps
Didier Deschamps è uno dei tre calciatori della storia, insieme a Mario Zagallo e Franz Beckenbauer, ad essere stato in grado di alzare la Coppa del Mondo sia da giocatore (Francia 1998) che da commissario tecnico (Russia 2018). Ora la sua ambizione sarebbe ripetere l’impresa anche per quanto riguarda gli Europei, vinti da giocatore nell’edizione del 2000, giocata tra Belgio e Paesi Bassi e che ha visto la Francia trionfare in finale contro l’Italia grazie al silver gol di David Trezeguet. Ma nell’edizione del 2016 Deschamps ha assistito, nelle vesti di ct, al gol ai supplementari del portoghese Eder, che è valso ai lusitani la vittoria del titolo europeo ai danni dei francesi.
Dal 2012 Deschamps ha fatto compiere passi da gigante ad una nazionale che era preda di spaccature interne e tensioni di vario tipo, sempre al centro di polemiche in patria.
La Francia di Deschamps non ha mai conquistato per il suo gioco, sicuramente molto meno spettacolare ed elaborato rispetto a quanto ci si può aspettare dati gli interpreti a disposizione, ma ha sempre messo i suoi fuoriclasse nelle condizioni di rendere al meglio.
I meriti di Deschamps sono da ascrivere principalmente alla creazione e alla gestione di un gruppo coeso, compito non facile quando devi far convivere superstar come Paul Pogba, Kyllian Mbappé o Antoine Griezmann.
La stella: Kylian Mbappé
Non è facile trovare un uomo copertina in una nazionale imbottita di talento in ogni angolo del campo, eppure Kylian Mbappé riesce tranquillamente ad elevarsi al di sopra dei vari Griezmann, Benzema, Pogba, Coman e via dicendo.
L’attaccante del Paris Saint-Germain a soli 22 anni ha già dimostrato di essere uno dei migliori calciatori in attività. Se non proprio il migliore, quello con le prospettive più rosee. Già mattatore nei vittoriosi Mondiali 2018, dove è stato il secondo giocatore più giovane della storia, dopo Pelé, a segnare in finale, Mbappé ha dimostrato negli ultimi anni di essere un letale mix di velocità, tecnica e potenza.
La stampa sportiva è concorde nell’indicarlo, insieme al norvegese Erling Haaland, come colui che andrà a sedersi sul trono di miglior giocatore del mondo dopo la fine del “duopolio” di Leo Messi e Cristiano Ronaldo che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni di questo sport.
Eppure nelle ultime due stagioni l’ascesa di Mbappé non è stata così folgorante come ci si poteva aspettare: complice forse anche il fatto che gioca in un campionato non particolarmente stimolante come la Ligue 1, la carriera di Kylian dopo il mondiale è vissuta di fiammate, ovvero prestazioni devastanti, spesso in Champions League contro avversari come il Barcellona, ma anche di tanti momenti di anonimato. Al di là dei trofei vinti in patria (ma fa più rumore il campionato perso quest’anno con il PSG che gli altri, scontati, successi), quello che manca davvero a Mbappé per fare il definitivo salto di qualità è un successo internazionale, come può essere un nuovo trionfo da protagonista con la maglia dei Bleus.
La sorpresa: Karim Benzema
Come può essere considerato una sorpresa un centravanti che in carriera ha vinto, sempre da protagonista, 4 Champions League, 4 Mondiali per Club, 3 Supercoppe UEFA, 7 campionati tra Spagna e Francia oltre a 3 coppe nazionali e 4 supercoppe?
Karim “The Dream” Benzema è uno degli attaccanti più tecnici in circolazione, abilissimo in fase realizzativa ma anche nel dialogo con i compagni di reparto. Eppure è dal 2016 che mancava dalle convocazioni di Didier Deschamps, e non solo per scelta tecnica.
Il caso di Benzema ha alimentato le pagine sportive così come quelle di cronaca e di gossip della stampa francese per anni: nel novembre 2015 è coinvolto in un’inchiesta riguardante una tentata estorsione di carattere sessuale ai danni del compagno di nazionale Mathieu Valbuena, vicenda che porta alla sua sospensione dalla nazionale a tempo indeterminato.
Nonostante un certo ruolo di Benzema nella vicenda venga confermato da varie fonti, nel 2017 la Corte di Cassazione francese invalida l’inchiesta nei suoi confronti, facendo così cadere qualsiasi accusa.
Ciononostante, Deschamps non lo ha richiamato in nazionale, che nel frattempo aveva consolidato un nucleo di giocatori che si sarebbero poi laureati campioni del mondo l’anno successivo.
Benzema suggerì che dietro la sua esclusione ci potessero essere motivazioni razziste, in un momento in cui in Francia le posizioni xenofobe del Front National stavano prendendo sempre più piede. Nonostante non chiamò in causa Deschamps, anzi disse esplicitamente che i rapporti con il ct ed il presidente federale erano buoni e che la decisione potesse avere altra provenienza, le parole di Benzema incendiarono gli animi, riaprendo vecchie polemiche riguardanti il razzismo all’interno della nazionale e causando varie manifestazioni contro il ct, la cui abitazione fu anche bersaglio di atti vandalici.
Il rapporto tra i due negli ultimi anni è stato di gelo, con Benzema sempre più decisivo in Spagna e in Europa con la maglia del Real Madrid e con Deschamps che nel ruolo di centravanti della Francia si è affidato ad un giocatore esperto ma poco prolifico come Olivier Giroud o a André-Pierre Gignac, militante nell’esotico campionato messicano.
Per questo il chiarimento tra i due, dopo una lunga telefonata, e la convocazione di The Dream dopo 6 anni di assenza dalla nazionale rappresenta la vera e propria sorpresa della Francia a questo europeo: se i Bleus partivano già da favoriti, l’innesto di un centravanti dalle caratteristiche di Benzema in un attacco che conta due esterni di livello assoluto come Mbappé e Griezmann rende il reparto offensivo francese quello più temibile di tutto il torneo.
La Francia a Euro 2020
È davvero difficile trovare un punto debole nella rosa della Francia, prendendo in considerazioni sia i titolari che le riserve. L’unico limite della formazione d’oltralpe può essere un certo individualismo dei suoi giocatori e l’assenza di una vera e propria manovra collettiva: il gioco è affidato maggiormente alle intuizioni e alle fiammate dei singoli che ad uno sforzo di squadra. Ma quando il valore dei singoli è così alto e le soluzioni a disposizione sono così tante e di tale livello, è difficile non trovare la via della rete. A livello difensivo poi giocatori come N’Golo Kanté assicura da solo un equilibrio al centrocampo che la difesa è sempre sufficientemente coperta.
Per Deschamps è fondamentale non sbagliare all’esordio con la Germania, dato che poi un eventuale successo con la più che abbordabile Ungheria metterebbe i Galletti nella condizione di poter gestire il risultato nell’ultimo impegno contro il Portogallo. Se supera la fase a gironi poi la Francia è in grado di sconfiggere qualsiasi squadra gli si pari davanti, anche se può soffrire contro quelle più organizzate e brave a colpire nelle ripartenze.