L’Inter è rimasta decisamente scottata dall’”asterisco” in classifica due stagioni fa, quando il recupero contro il Bologna di fatto costò lo scudetto nella corsa contro il Milan, e contro la Fiorentina non ha mancato l’occasione offerta dal pareggio casalingo della Juventus contro l’Empoli per superare nuovamente i bianconeri a prescindere dalla partita da recuperare.
La mente alla Juventus, le gambe al Franchi.
Simone Inzaghi non ha mai fatto mistero dell’obiettivo principale di questa stagione, ovvero la conquista del 20° scudetto nerazzurro. E uno snodo fondamentale per la conquista del titolo passa dallo scontro diretto con la Juventus della prossima settimana: ecco perché contro la Fiorentina, nonostante il pericolo offerto dai Viola, sono rimasti a riposo Dimarco e Acerbi, oltre agli squalificati Barella e Calhanoglu.
Un pareggio, o addirittura una sconfitta, sarebbero stati anche gestibili a costo di scendere in campo al meglio contro la Juve a San Siro.
Ciononostante, sul campo del Franchi gli interisti non hanno risparmiato un’oncia di energia, giocando un primo tempo a ritmi elevatissimi (così come la Fiorentina).
Non è stata l’Inter abbagliante vista con Monza e Lazio, e nemmeno quella meno spettacolare ma solidissima vista contro il Napoli, e va dato merito alla Fiorentina di essere sempre riuscita a contenere le ripartenze nerazzurre e ad alzare a sua volta il baricentro nella ripresa.
Certo, nel punteggio finale pesa il rigore tirato malamente da un Nico Gonzales al rientro, che ha permesso a Sommer di mantenere la porta inviolata per la 13ª volta in campionato, la 18ª in tutta la stagione.
Concentrazione, compattezza e gruppo unito: queste le armi con cui Inzaghi sfida Allegri
Simone Inzaghi si appresta ad affrontare quella che può rivelarsi come la partita più importante della stagione al culmine di filotto di 5 vittorie consecutive, molto diverse tra loro. Alla vittoria in extremis contro il Verona, dopo essere passati in vantaggio ma essere stati ripresi forse per troppa sicurezza, hanno fatto seguito le vittorie spumeggianti con Monza e Lazio in Supercoppa, e quindi quella di misura contro il Napoli in finale di Supercoppa dove non è stato concesso praticamente nulla agli avversari.
Con la Fiorentina la vittoria è arrivata attraverso altre vie, con i nervi saldi e contenendo un’avversaria capace di costruire gioco e azioni pericolose: la riprova che questa Inter sa percorrere tante strade diverse per arrivare alla vittoria.
Il tutto proprio in quello che sembrava il momento più propizio per la Juventus, in testa alla classifica grazie alla partita in più e con un impegno casalingo decisamente alla portata. L’inatteso pareggio contro l’Empoli della squadra di Allegri, arrivato in inferiorità numerica ma che ha visto i bianconeri fare un netto passo indietro rispetto a quanto fatto vedere nelle ultime settimane.
Vuoi perché anche da parte loro c’era già la mente verso la sfida di San Siro, vuoi perché la vetta della classifica ha portato inconsciamente un certo appagamento mentale, ora la squadra di Allegri si trova nuovamente a rincorrere. Certo, ha la prospettiva di non avere impegni europei quando l’Inter riprenderà la Champions League, ma l’incapacità di mantenere il vantaggio (seppur dettato dall’”asterisco”) è un segnale preoccupante per Allegri.
Inzaghi invece ha potuto ancora una volta fare affidamento sull’affiatamento del suo gruppo: giocatori spesso sacrificati come Frattesi, Carlos Augusto e soprattutto Asllani con la Fiorentina hanno messo in campo, al di là del possibile gap tecnico che può esserci con i titolare, un’applicazione e soprattutto uno spirito di squadra che rende questa Inter sempre più sicura dei propri mezzi. Anche i fin qui deludenti Arnautovic e Sanchez sembrano essere in crescita, nonostante Thuram e soprattutto Lautaro Martinez (19 gol in questo campionato, 22 stagionali, 124 totali in nerazzurro) siano ancora i veri imprescindibili di questa squadra.
Appuntamento a San Siro per lo showdown che può valere una stagione.