Federico Chiesa verso Liverpool. Il matrimonio è sempre più vicino.
Sembra aver raggiunto il capolinea, uno dei tormentoni più spigolosi del calcio mercato estivo, con l’ormai ex bianconero che pare aver trovato la destinazione gradita.
Dopo essere stato messo sul mercato dalla società, ad un anno dalla scadenza del contratto e fuori rosa da Thiago Motta che non lo ritiene idoneo al proprio gioco, Federico Chiesa è pronto a lasciare l’Italia.
I Reds hanno intavolato la discussione su due fronti: con l’agente del giocatore e l’accordo è stato raggiunto, mentre con Giuntoli i 19 volte campioni d’Inghilterra stanno limando il prezzo del cartellino, per una cifra che dovrebbe aggirarsi su 15 milioni di euro.
Ma più che l’aspetto economico, qui tratteremo l’aspetto tattico di Chiesa nello scacchiere di Arne Slot e per il nazionale azzurro, c’è il rischio di partire spesso dalla panchina.
Vediamo nel dettaglio.
I numeri di Federico Chiesa
Federico Chiesa sempre più lontano dalla Serie A e suona davvero strano scrivere una cosa del genere. Eppure, uno dei talenti più cristallini del nostro calcio, non riesce a trovare una soluzione idonea (complici anche le richieste economiche a dir poco fuori mercato) e il suo passaggio al Liverpool appare come un finale già scritto, dopo che il Barcellona ha dovuto mollare la presa a causa dei problemi di bilancio.
Una parabola davvero strana quella di Chiesa, enfant prodige del calcio italiano e figlio d’arte che non ha deluso le attese. Dai primi calci nella Settignanese, ad un tiro di schioppo da Coverciano, con Valcareggi presidente dei Diavoli rossoneri fiorentini, all’approdo al settore giovanile della Fiorentina, la squadra dove ha lasciato il segno suo padre Enrico.
Qui Federico brucia le tappe e debutta in prima squadra a 19 anni con Paulo Sousa nel 2016. In pochi mesi, il classe 1997 si prende una maglia da titolare e un posto nel cuore della tifoseria viola. 153 presenza e 34 reti in maglia gigliata, prima della fine dell’idillio con i tifosi, allor quando lo stesso Chiesa passa alla Juventus nel 2020. Un tradimento mai perdonato dai suoi ex supporter.
In ottica di crescita, l’approdo in maglia bianconera appare come il naturale salto di qualità, ma in quattro anni saranno più le delusioni che le gioie per l’esterno offensivo che nel 2021 conduce l’Italia alla vittoria dell’Europeo, prima di patire un grave infortunio che peserà sulle sue prestazioni successive in quel di Torino.
Con la Vecchia Signora 32 gol in 131 presenze e un rapporto mai decollato con Max Allegri, complici le richieste tattiche del tecnico livornese che contrastano palesemente con le qualità di Chiesa: un esterno offensivo che predilige giocare a destra, ma può anche partire da sinistra, mentre con “Acciuga” è stato costretto a giocare alle spalle di Vlahovic nel 3-5-2 bianconero. L’ultima apparizione con la Juventus, nella finale di Coppa Italia dello scorso maggio e conclusa con il successo per 1-0 sull’Atalanta.
Chiesa a Liverpool parte dalla seconda fila
Federico Chiesa nelle prossime ore diventerà un giocatore del Liverpool e troverà un modulo a lui congeniale, come il 4-2-3-1 imposto da Arne Slot per il dopo Klopp. Ma di fatto, le buone notizie finiscono qui per l’ex Juventus, perché una maglia da titolare al momento appare come una chimera.
Il tecnico olandese, nei tre giocatori alle spalle della punta ha già i suoi uomini e anche le loro riserve. Al netto delle numerosissime gare che attendono i Reds in tutte le competizioni: dunque, panchina si per il classe 1997, ma non crediamo ad ammuffire, con tanto turnover nel momento clou della stagione.
Tornando ai tre tenori alle spalle della punta, c’è l’inamovibile Salah a destra che ha segnato due gol nei primi 180 minuti e si conferma indispensabile nel gioco dei reds. Al centro, ecco Dominik Szoboszlai, mentre a sinistra Luis Diaz, con Diogo Jota unico terminale offensivo.
Nel gioco delle coppie, Gapko è l’alternativa a sinistra a Diaz (senza dimenticare la duttilità dell’olandese anche come prima punta), Nunez come vice Jota, con lo stesso portoghese che può agire sugli esterni, mentre la riserva di Salah è sulla carta Ben Doak, oltre ad Elliott come terza alternativa.
Alternativa a Salah
In tutto questo dove si colloca Federico Chiesa? Teoricamente manca la riserva di Szoboszlai, in versione numero 10 al centro del trio alle spalle della punta. Una collocazione non proprio naturale per l’azzurro, seppur abituato a giocare alle spalle dell’attaccante nell’ultima stagione nella Juventus, ma non certo amata dal giocatore.
Non solo, ma Szoboszlai è chiamato anche ad un grande lavoro difensivo, come richiesto da Arne Slot, in fase di non possesso: il magiaro deve arretrare sulla mediana per dare supporto al centrocampo e recuperare il pallone. Un lavoro che è molto distante dalle skills di Federico Chiesa.
Di conseguenza, il suo ruolo può essere quello di vice Salah e diventare la prima alternativa all’egiziano. Nel suo ruolo naturale e dove riesce ad esprimersi ad alti livelli. Il problema è capire quando potrà giocare, alla luce dell’importanza dell’ex Roma: il vero valore aggiunto dei Reds.
Il rischio concreto di iniziare gran parte delle gare dalla panchina è molto alto per l’azzurro che parte nettamente in svantaggio nelle gerarchie di Arne Slot. Vedendo il bicchiere mezzo pieno, lo stesso Chiesa è un’alternativa di lusso, una sorta di dodicesimo a disposizione che poche squadre possono vantare.
Poi spetterà come sempre al campo dire quale futuro attende Chiesa in quel di Liverpool.