Compie quarant’anni il centrocampista perno dell’Inter del triplete, il giocatore argentino che ha vinto più titoli di tutti e che in campo era spesso la “luce” della squadra
Quando era in campo si “faceva sentire” in tutti i sensi: sia per la qualità del gioco espresso, sia per la quantità di chilometri percorsi e palloni recuperati ma, soprattutto per una visione di gioco che lo ha spesso fatto sembrare un “allenatore in campo”, ruolo che gli hanno spesso e realmente affidato. Ecco perché tutto lascia pensare che Esteban Matías Cambiasso Deleau, che proprio oggi festeggia i suoi primi quarant’anni, diventerà un qualificato ed apprezzato allenatore, come in realtà ha già iniziato a dimostrare. Nato a Buenos Aires il 18 agosto 1980 Esteban Cambiasso è divenuto col passare degli anni, uno dei centrocampisti più completi ed intelligenti tra quelli in circolazione. Soprannominato “El Cuchu” per la sua somiglianza con un personaggio dei cartoni animati, Cambiasso ha messo sul piatto della bilancia una visione del gioco con pochi pari ed una altrettanto apprezzata abilità nel passaggio, fondamentale che raramente sbagliava. Tatticamente duttile, era schierato come mediano per l’abilità nel recuperare palla e dettare i tempi di micidiali ripartenze ma ha saputo ben disimpegnarsi anche come trequartista. In diverse occasioni, proprio per la sua sagacia, ha giocato anche da difensore centrale. Nelle sue proiezioni offensive, Cambiasso sapeva sempre trovare il corridoio giusto ed ha messo la firma su tanti gol, spesso importanti. I primi calci al pallone, il “Cuchu” li ha tirati nel settore giovanile dell’Argentinos Juniors. Lo notano gli osservatori del Real Madrid che lo convincono a seguirli in Spagna dove trova posto nella squadra B dei “Blancos”. Il Real, per agevolare la maturazione del calciatore, lo manda in Argentina all’Indipendiente ma soprattutto al River Plate dove contribuisce alla vittoria nel torneo di Clausura del 2002. Il Real lo richiama e lo aggrega alla prima squadra. Cambiasso gioca da titolare le due finali vinte con il Feyenoord (3–1) in Supercoppa Europea e con l’Olimpia Asunciòn (2-0) in Coppa Intercontinentale. Dopo aver partecipato anche alla vittoria della Liga, Esteban Cambiasso viene lasciato andare incredibilmente a parametro zero: è il 28 agosto del 2004 e il “Cuchu” approda all’Inter divenendone un primattore assoluto nel periodo d’oro dell’era di Massimo Moratti. C’è la firma di Cambiasso sui cinque campionati italiani consecutivi (2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009 e 2009-2010), sulle quattro Coppe Italia (2004-2005, 2005-2006, 2009-2010 e 2010-2011), sulle quattro Supercoppe italiane (2005, 2006, 2008 e 2010) ma soprattutto sulla UEFA Champions League che conclude lo straripante triplete dell’Inter di Jose Mourinho nel 2010 anno che si chiude il 18 dicembre con la conquista della Coppa del mondo. Trionfo che permette a Cambiasso di superare una icona come Di Stéfano nella classifica dei calciatori argentini più titolati di sempre raggiungendo grazie ai ventidue titoli messi in bacheca. Altra data significativa è quella dell’8 maggio 2011: il centrocampista argentino celebra la trecentesima partita con l’Inter segnando la trentesima rete nel 3-1 rifilato alla Fiorentina. Nella stagione 2013-2014 prima segna, al Verona, il 50° gol in Serie A, poi raggiunge la trecentesima presenza nel massimo campionato italiano in occasione del derby. Alla fine di quella stagione lascia l’Inter insieme ai compagni di squadra e di vita Javier Zanetti, Walter Samuel e Diego Milito dopo 431 presenze, 51 gol e 15 trofei. Il 28 agosto di quell’anno Cambiasso passa al Leicester City, neopromossa in Premier League e il 13 settembre trascina le “Foxes” alla vittoria con lo Stoke City. Sette giorni più tardi firma la prima rete nel 5-3 contro il Manchester United. In Inghilterra giocherò 33 partite segnando 5 gol. I tifosi lo eleggono giocatore dell’anno. Ma non è tutto: il “colpo di coda” di una carriera stratosferica Esteban Cambiasso lo piazza con la maglia greca dell’Olympiakos. All’ombre del Pireo gioca due campionati, li vince entrambi e poi annuncia il ritiro. Il calcio però è parte della vita del forte argentino che il 13 giugno 2017 a Coverciano supera a pieni voti il corso da allenatore professionista categoria UEFA A. Implacabile com’era in campo, pochi mesi dopo ottiene la licenza di allenatore UEFA A. La prima esperienza di un certo rilievo la matura ai Mondiali del 2018 quando è assistente di Josè Pekerman, allenatore della Colombia. Attualmente si diletta anche nel ruolo di opinionista sugli schermi di Sky Sport.