Prima possibile svolta per il calcio italiano: è arrivato il via libera dal Viminale per gli allenamenti, individuali, degli sport di squadra presso i centri sportivi dei club
La notizia era nell’aria nelle ultime ore ma ora è anche arrivata la conferma: dopo che le singole Regioni avevano reso note, nei giorni scorsi, alcune ordinanze che aprivano di fatto i centri sportivi dei club di sport di squadra, è arrivato l’ok del Governo. Attraverso una circolare inviata oggi dal Viminale ai Prefetti, infatti, si rende attiva la disposizione per la quale da domani, lunedì 4 maggio, fino a domenica 17 maggio, sono concessi gli allenamenti, in strutture pubbliche o private, anche per gli sport di squadra.
“È consentita, anche agli atleti e non, di discipline non individuali, come a ogni cittadino, l’attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”, recita la nota del Viminale che, di fatto, segue l’ondata intrapresa da Regioni come Campania, Emilia, Lazio e Sardegna che, nei giorni scorsi, avevano concesso l’ok alla ripresa degli allenamenti per gli sport di squadra, da sostenere ovviamente in via individuale nelle strutture dei club. Tale decisione aveva indotto il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora a chiedere, sabato sera, al Comitato tecnico scientifico di valutare la fattibilità dell’estensione tale soluzione a tutti gli atleti di interesse nazionale. Per questo motivo è arrivato l’ok del Governo. Ora però resta da chiarire quale sarà il futuro del calcio italiano, anche perché tra l’allenamento e la ripresa del campionato e la disputa delle partite, c’è di mezzo il mare. E infatti, l’edizione odierna di Repubblica, preannuncia che il Premier Conte, entro mercoledì, potrebbe porre fine al campionato, come accaduto in Francia. Una soluzione che però porterebbe al collasso dell’attuale sistema calcistico, visto che si aprirebbero una serie di battaglie legali circa l’aspetto economico, visto che le pay-TV non hanno ancora pagato l’ultima tranche, portando le stesse società calcistiche ad un buco di bilancio che mette in serio pericolo il futuro del mondo del pallone.