Ricorre oggi l’anniversario del primo scudetto conquistato dal club partenopeo presieduto da Corrado Ferlaino, allenato da Ottavio Bianchi e trascinato da Diego Maradona
Il 10 maggio è un giorno che all’ombra del Vesuvio ricordano con grande entusiasmo: nella stagione 1986-87 il Napoli festeggia la vittoria del primo scudetto della sua gloriosa storia sportiva. Il campionato partì con il turno preliminare della Coppa Italia, che vedeva i partenopei affrontare la Lazio. Superata agilmente la squadra celeste di Roma, iniziò la Serie A. Per vedere gli azzurri portarsi al comando, bisogna aspettare inizio novembre, quando sconfiggendo la Juventus per 3-1, Maradona e compagni ottennero il primo posto. Sul finire del girone di andata, l’Inter agganciò la capolista, ma quando i nerazzurri caddero a Verona, il Napoli si prese il titolo di metà stagione con 2 punti di vantaggio sui meneghini. I punti di distacco salirono a 4, quando a fine febbraio i milanesi persero con la Roma e i campani vinsero a Torino. Due settimane più tardi, i punti divennero 7, complici le sconfitte nerazzurre nel derby e a Genova. Un leggero rallentamento in primavera fece sperare Milan e Roma, comunque tenute a distanza. Lo scatto decisivo arrivò a maggio, con le affermazioni sul Brescia e con l’Ascoli. Si arriva così al 10 maggio 1987, giornata che non verrà dimenticata mai, perché fu una grande festa per tutta la città. Fu la partita giocata con la Fiorentina, a regalare il primo tricolore al Napoli, arrivato esattamente 61 anni dopo la fondazione della società sportiva.
La squadra era presieduta da uno degli uomini che Napoli non dimenticherà mai, Corrado Ferlaino, ed era guidata da uno degli allenatori più apprezzati del periodo, Ottavio Bianchi. Quell’anno il team azzurro riuscì a vincere tutte le partite di casa e a subire solo tre sconfitte in totale. Il 10 maggio, tra le mura amiche del San Paolo, gli azzurri passano in vantaggio con i viola, grazie ad una rete siglata da Andrea Carnevale, prima del gol del definitivo 1-1 messo a segno da un giovanissimo Roberto Baggio. Un risultato che, unito alla sconfitta dell’Inter a Bergamo, permette agli azzurri di laurearsi, per la prima volta nella loro storia, Campioni d’Italia. Fu anche la prima volta che lo scudetto fu vinto da una squadra del sud. Un traguardo fortemente voluto dal presidente Corrado Ferlaino, che fino a quel momento, in 18 anni alla guida del club, aveva conquistato solo una Coppa Italia. Per il definitivo salto di qualità, il patron diede un segnale fortissimo, acquistando, il 5 luglio 1984, il fuoriclasse argentino Diego Armando Maradona.
Il campione sudamericano aveva già dato ampiamente sfoggio delle sue qualità con la maglia del Barcellona e con quella della sua nazionale, l’Argentina, trascinata solo un anno prima alla conquista della sua seconda, e al momento ultima, Coppa del mondo. Era il Mondiale del 1986, quello della “Mano de Dios”, e di uno dei gol più belli della storia dal calcio. Il Pibe de oro, partendo dal centrocampo e superando mezza squadra inglese, segnò dribblando anche il portiere Shilton. Diego Armando Maradona trascinò anche la squadra partenopea, che durante l’estate aveva acquistato calciatori importanti come Renica, Giordano, Bagni e Garella. Sotto la sapiente guida di Ottavio Bianchi, la squadra azzurra riuscì ad avere la meglio sull’Inter al termine di un lungo testa a testa. Il successo fece scoppiare di gioia un popolo intero, che da troppo tempo sognava un momento simile. Un traguardo che trasformò Maradona in una vera e propria icona per i partenopei. Dal canto suo grazie ai successi maturati negli anni trascorsi nella città campana, Diego diventò uno dei migliori calciatori di sempre. La stagione 1986/1987 del Napoli fu chiusa con il successo in Coppa Italia, grazie alla vittoria ai danni dell’Atalanta battuta nella doppia finale. La formazione realizzò così una doppietta riuscita solo a Juventus e Torino. Quel Napoli arrivò secondo nelle due edizioni successive della Serie A, per laurearsi nuovamente Campione d’Italia nel 1990, anno in cui i partenopei vinsero il secondo scudetto sotto la guida di Alberto Bigon. Dopo la partenza di Maradona nel 1991, iniziò un periodo di alti e bassi, con il fondo toccato nel 1998, con la retrocessione in Serie B dopo 33 anni nella massima serie italiana. Per rivedere il Napoli grande è servito l’arrivo di un presidente ambizioso come Aurelio De Laurentis, capace di riportare la squadra a livelli competitivi. Ma questa è un’altra storia…