La 13° giornata di Serie A era attesa come il turno dei big match incrociati ad alta quota e per i due derby: quello di Italia, tra Juventus-Inter e quello della capitale, con Roma-Lazio.
Alla fine esultano Allegri e Sarri che da sfavoriti portano a casa tre punti pesanti. Mastica amaro lo Special all’ombra del Colosseo, ma ancora più amara è la notte che cala su Simone Inzaghi: la sua Inter di improvviso crolla e si trova a 11 lunghezze dal primo posto.
Sì, perché nel frattempo il Napoli sbanca 2-1 Bergamo, nell’altra sfida tra prime della classe e la squadra di Spalletti scappa in fuga con 35 punti: fra partenopei e orobici, ecco il Milan che prova a difendere il titolo vinto lo scorso maggio.
La banda di Pioli, spreca prima, trema poi contro lo Spezia e infine vince con una magia di Giroud che pensa bene di levarsi la maglia e si becca il secondo giallo nel giro di 10 minuti.
Analizziamo le sette sorelle.
Lazio e Juventus, fanno piangere la Roma e l’Inter
Due derby speciali: dalla stracittadina della capitale a quello per eccellenza d’Italia. Con un solo comun denominatore: la vittoria della sfavorita della vigilia.
La Lazio torna di colpo in corsa per la Champions e porta a casa un derby di grande importanza. Per la posta in palio e per le assenze di Immobile – Savic, due pedine fondamentali nello scacchiere di Sarri. E invece l’opportunismo di Felipe Anderson fa esultare la sponda biancoceleste del Tevere, con le Aquile terze a quota 27 assieme all’Atalanta.
Roma che va ko sull’ennesima sbavatura difensiva della stagione e al netto dell’assenza di Dybala, trova anche i legni a fermare le speranze di rimonta. Ancora una volta i giallorossi non sanno dare continuità ai risultati e la formazione di Mourinho si conferma allergica al grande salto, ogni qualvolta si presenta l’occasione di farlo. 25 punti in classifica e zona Champions a due lunghezze. Niente è ancora perduto.
Dalla città eterna alla Parigi italiana: Torino non ha la Torre Eiffel, ma con la Mole Antonelliana ha sempre il suo fascino. Specie quando la notte si colora con il derby di Italia e una Vecchia Signora, decimata e incerottata, decide di risorgere contro i rivali di sempre: l’Inter.
Allegri batte 2-0 Simone Inzaghi e la notte torinese sorride ai colori bianconeri, come da tempo non accadeva. Un primo tempo brutto e poco amico degli esteti del bel calcio, è nettamente oscurato da una ripresa più viva e ricca di emozioni. Kostic aziona il turbo e sulla sua fascia sinistra fa a fettine la difesa dell’Inter.
Assist per il gol di Rabiot, assist per la rete di Fagioli che fa calare il sipario e ci sarebbe nel mezzo anche l’assist a Danilo, con il VAR che annulla la rete del difensore. Insomma, una Juventus che non ti aspetti affonda con due siluri il sottomarino nerazzurro. Nella serata in cui anche Chiesa partecipa alla festa, con il ritrovato Di Maria. Per la serie, forse il peggio è alle spalle.
Il presente dice Juventus a quota 25, assieme alla Roma e un punto avanti all’Inter. Troppo gap dal Napoli, ma per uno degli altri tre posti che portano alla prossima Champions, gli uomini di Allegri confermano di esserci. La sosta arriva nel momento ideale per recuperare il resto dei giocatori ai box. Poi da gennaio sarà discesa senza appello.
Dalla notte felice degli Juventini, al buio che cala di colpo su una squadra che si riscopre fragile come a settembre. L’Inter esce con il morale a terra dallo Stadium, con molte meno certezze e una distanza siderale dalla prima piazza: 11 punti iniziano ad essere un’Everest da scalare per riprendere il Napoli.
Colpisce il crollo mentale della squadra di Simone Inzaghi: quella formazione capace di infilare un netto filotto di risultati positivi tra Serie A e Champions, per poi finire al tappeto contro una della Juventus meno forte degli ultimi 10 anni. Ci sta di perdere a Torino, ma forse non come è accaduto.
Difesa che mostra crepe preoccupanti, fasce asfaltate nella ripresa, una mediana che non regge l’urto e un’attacco che fallisce troppo. Campanello di allarme importante nella settimana che vedrà i meneghini sfidare Bologna in casa e Atalanta in trasferta.
Senza dimenticare che il 3 gennaio, il nuovo anno si apre con il big match contro il Napoli. Una serie di partite da non fallire da parte di Brozovic e compagni che in questa stagione hanno già perso quattro scontri diretti: Lazio, Milan, Roma e Juventus. Un altro problema non da poco.
Napoli in fuga e Milan di nuovo in scia
Vedi Napoli e poi godi abbiamo scritto la scorsa settimana. Vedi Napoli e poi ti rendi conto del carattere di questa squadra che è notevolmente cresciuto, diciamo oggi.
Persa l’imbattibilità in quel di Liverpool, dopo 13 gare vinte di fila tra campionato e Champions, la truppa partenopea risponde per le rime in campionato. Va sotto a Bergamo, ma grazie al suddetto carattere rimonta e porta a casa tre punti d’oro, nello scontro tra seconda e prima della classe.
Una vittoria di orgoglio, nonostante un secondo tempo in maggiore sofferenza rispetto alla prima frazione e una traversa a salvare Spalletti dal quasi certo 2-2 atalantino. E invece, gli azzurri tentano la fuga verso il terzo scudetto: manca una vita, ma ribadiamo che al momento nessun’altra squadra sembra reggere il passo di Osimhen e soci.
L’Atalanta riassapora il gusto della sconfitta e con 27 punti si trova in zona Champions, ma lontana 8 lunghezze dallo stesso Napoli. Prestazione di spessore della Dea, ma a quanto pare non basta per arginare lo strapotere del Napoli. Gasperini stringe i pugni e sa che deve far ripartire subito la sua meravigliosa creatura.
Di tutto questo ne approfitta un Milan pasticcione, ma con un carattere a sua volta infinito. Crea tanto la formazione di Pioli, soprattutto nel primo tempo contro lo Spezia, ma concretizza poco. Il gol di Hernandez da il vantaggio, ma dall’altra parte i liguri regalano sensazioni poco piacevoli ai tifosi rossoneri ogni qualvolta si affacciano nella mediana meneghina.
Il Diavolo produce molto, ma imbarca pure troppo a livello difensivo. Così la Fatal Spezia colpisce con uno di famiglia che più famiglia non si può al Milan: quel Daniel Maldini che lo scorso anno allungò la Dinastia Maldini con la rete proprio contro lo Spezia. Sabato ancora a segno, ma nella porta del Diavolo.
La gara rischia di trasformarsi in una corrida e fra diverse incertezze arbitrali si arriva allo scoccare del novantesimo, quando Giroud si inventa la magia che lancia il Milan al secondo posto con 29 punti. Bello a tratti, confusionario a lungo, il giocattolo di Pioli prende ossigeno, in attesa della sosta.
In scia a meno sei dalla capolista, ma con la determinazione di difendere il tricolore vinto appena 6 mesi fa, quando restano da giocare due turni: quello infrasettimanale tra martedì e giovedì, oltre a quello del fine settimana. Ultimo appuntamento della Serie A nel 2022, prima del Mondiale e dell’arrivederci al 2023.