Un’altra giornata ancora, la terza di Serie A 2024/25, e poi sarà pausa nazionali, il momento più atteso per scoprire in che direzione vanno gli azzurri. Al di là della singola competizione, la Nations League che si aprirà con lo stimolante test contro la Francia di Deschamps per poi proseguire contro Israele alla seconda giornata, sempre durante la sosta, sarà interessante capire quali novità ha in mente di apportare Luciano Spalletti ad una Nazionale, quella italiana, reduce dalla delusione di Euro 2024, dove dopo aver superato – tutt’altro che brillantemente – il girone di competenza gli azzurri hanno miseramente perso contro la Svizzera nel primo turno ad eliminazione diretta del torneo, abbandonando anzitempo una competizione che tanto ci aveva illusi tre anni fa durante il mandato Mancini.
Da dove riparte, dunque, l’Italia?
Senz’altro dalla certezza Donnarumma tra i pali, che alle sue spalle rimane ben protetto dai vari Vicario, Provedel, Meret, Carnesecchi e via discorrendo. In difesa è prevista la conferma di Calafiori tra i titolari, lui che è passato all’Arsenal in estate e che però Arteta non ha ancora utilizzato con la dovuta continuità – appena 11’, contro l’Aston Villa alla seconda giornata, in due partite. Al suo fianco Alessandro Bastoni, che ha iniziato la stagione alla grande con l’Inter, e che appare sempre più difensore giornata dopo giornata – lui che è già un grande regista da dietro. Subito dopo, Buongiorno, che è un baluardo del Napoli di Conte e che è apparso in netta crescita nell’ultima uscita dei partenopei contro il Bologna (3-0 il risultato finale). Sugli esterni, nessun cambio rispetto ai ragazzi visti durante la spedizione tedesca.
E a centrocampo? Continua a mancare un regista di livello, nonostante gli incontristi non manchino. Certo, il Locatelli 3.0 visto – anche se i test probanti sono di là da venire – sotto l’ala di Thiago Motta è più simile a quello dei tempi d’oro a Sassuolo che a quello scoordinato e disordinato intravisto alla Juventus sotto Allegri negli ultimi due anni. E allora? Ci si augura che Casadei velocizzi il processo di crescita, Liberali impari a partire più arretrato e Fagioli, con Miretti neo acquisto del Genoa, possano finalmente liberarsi dai lacci che la palma di predestinati gli ha cucito indosso fin dai primi passi come giocatori dell’Under a Vinovo.
In attacco, poi, fin qui più che grandi novità intriganti conferme. O crescite, se si vuole. Come quella di Mattia Zaccagni, tra i migliori all’Europeo, che in una Lazio ricalibrata e tutta nuova vestirà la fascia da capitano e la maglia numero 10, ciò che porterà l’ex Hellas Verona ad una ulteriore responsabilizzazione: quella che gli manca per diventare un giocatore di alto cabotaggio. Attenzione alla nuova sfida di Moise Kean, a proposito di Cabotaggio, a Firenze con la Fiorentina, anche se l’avvio non promette un granché. Sempre a proposito di Viola, ci aspettiamo la conferma di Sottil e, a proposito invece di ex Viola, quella di Chiesa, destinato al Barcellona.
Se c’è una buona notizia che Spalletti si porta dai primi 180’ di calcio italiano, è senz’altro quella di Mateo Retegui, a segno già tre volte sotto la direzione del direttore d’orchestra Gian Piero Gasperini (dal quale ci attendiamo molto anche sul fronte Zaniolo, e occhio a Brescianini) nella sua nuova avventura all’Atalanta. Dietro di lui, attenzione a Pinamonti, che è andato al Genoa a sostituire proprio l’argentino, e poi Cutrone, Piccoli, Colombo e, ultimo ma non per importanza, Riccardo Orsolini, assente ingiustificato ad Euro 2024, che speriamo Spalletti possa convocare per le prossime partite.