Un giro per il mondo, però parlando italiano. La scuola di allenatori non fa solo belle i grandi campionati: da Conte al Tottenham ad Ancelotti al Real Madrid, passando per il Birghton di De Zerbi e i “turchi” Pirlo e Farioli.
Ecco: una grande passione dei coach nostrani è allenare una Nazionale. E dato che quella azzurra diventa territorio di esplorazione per pochi eletti, in attesa di altre e importanti chiamate, c’è chi si diletta a scrivere la storia di altri paesi. Però col background del calcio italiano, estremamente apprezzato all’estero.
Non è un costume, ma in passato è stata quasi una prassi. Fabio Capello, dopo aver fatto la storia in Italia e in Spagna, aveva accettato la panchina dell’Inghilterra con il sogno di regalare un titolo mondiale ai Tre Leoni: avrebbe fatto la storia, sarebbe diventato certamente il migliore di tutti.
È ciò a cui naturalmente ambisce Carlo Ancelotti: oltre alle Champions, ci sarà spazio per il sogno Coppa del Mondo con (niente-di-meno-che) la Seleçao brasiliana? Ci sperano tutti, Carletto incluso. Staremo a vedere. Senza dimenticare le esperienze di ieri – Reja e l’Albania? Ranieri e la Grecia? – e quelle di oggi. Con un capo indiscutibile: mister Rossi, allenatore dell’Ungheria.
Michele Marcolini: allenatore Malta
Qualcuno lo ricorderà nel Chievo dei miracoli: è stato il capitano dei clivensi, con cui ha giocato dal 2005 al 2011. Cresciuto nel Toro, dove gioca per tre stagioni, così come a Sora, Michele Marcolini si fa sempre più importante in piazze calde: Bari, Vicenza, Atalanta. Nel 2013 diventa subito l’allenatore del Lumezzane, squadra con la quale aveva dato l’addio al calcio in Serie C. Dopo una prima stagione a buoni livelli, inizia il pellegrinaggio alla ricerca del salto di categoria: Vicenza, Pavia, Santarcangelo. Passa da Alessandria e torna a Bergamo per l’AlbinoLeffe. Poi Chievo: ma dura poco. Dopo un altro passaggio tra Novara e AlbinoLeffe, nel dicembre 2022 arriva la chiamata da Malta: sostituisce il connazionale Devis Mangia.
Marco Rossi: allenatore Ungheria
I tifosi di Brescia e Samp lo ricordano sempre con piacere, ma in panchina Marco Rossi ha finito per fare la storia. Partito anche lui dal Lumezzane, è passato da Pro Patria, Spezia, Scafatese, Cavese e… Honved. Come? Sì, Honved, la squadra più titolata d’Ungheria. Dopo un passaggio in Slovacchia con il DAC, arriva la chiamata dell’Ungheria nel 2018 dopo l’esonero di Georges Leekens. La squadra di Rossi si qualifica agli Europei del 2020 (posticipati al 2021) e sono bellissimi durante tutto il torneo: dopo il 3-0 subito nella prima gara con il Portogallo, arrivano i pareggi con Francia e Germania, risultati che sanciscono l’eliminazione dei magiari dal torneo. Ma è solo l’inizio: subito dopo arriva la promozione in Lega A di Nations League, dove batte Germania e Inghilterra (questi ultimi per ben due volte), mancando di pochissimo le final four.
Francesco Calzona: allenatore Slovacchia
Dopo la grande storia d’amore con il Napoli, anche Marek Hamsik ha voluto lui sulla panchina della sua Slovacchia. Francesco Calzona lavora con Maurizio Sarri dal 2006, dopo averlo conosciuto nel 2000 al Tegoleto. Partono insieme dall’Arezzo: è il suo vice. Lo farà anche a Verona, a Empoli, naturalmente a Napoli. Nel 2020 affiancherà Eusebio Di Francesco al Cagliari, nel 2021 torna in azzurro come collaboratore di Spalletti. Nell’agosto del 2022, Calzona viene nominato CT della nazionale slovacca.
Gianni De Biasi: allenatore Azerbaigian
Da oltre trent’anni sulla cresta dell’onda, legandosi soprattutto a situazioni disperate. Inizia nel 1990 dal Bassano Virtus, poi Vicenza e poi anni e anni di carriera, Cosenza e Toro, ma soprattutto quattro anni al Modena. Nel 2011, accetta per la prima volta una panchina di una nazionale: è quella dell’Albania, che De Biasi porta per la prima volta a una fase finale di un Europeo, dove incontrerà Francia, Svizzera e Romania. Anche lì: prestazioni d’applausi, ma non bastano per il turno successivo. Dopo aver annunciato il rinnovo, nel giugno 2017 annuncia le dimissioni. E dopo un breve periodo all’Alavés, nel 2020 viene nominato nuovo allenatore dell’Azeirbaigian.
Francesco Moriero: allenatore Maldive
Difficile dimenticare le sue gesta in campo, tra Roma, Inter e Napoli. Più facile chiedersi: e ora cosa fa? Dopo aver allenato in C e in B, toccando anche piazze storiche come Lecce, Catania e ancor prima Crotone e Frosinone, Checco Moriero nel 2020 ha accettato la chiamata della Dinamo Tirana. Come tutte le altre esperienze, è durata un anno soltanto. Nel 2021, però, la svolta: CT delle Maldive. Sembra il lavoro dei sogni, invece Moriero ha spiegato ben altro: “Ho trovato un ottimo materiale tecnico, normale che il modo di lavorare e giocare è molto differente al nostro. Hanno una carenza dal punto di vista fisico, però sono ragazzi che riescono a fare quel che gli chiedo. Stiamo facendo un percorso e questo lavoro mi sta appassionando tantissimo”.
Stefano Cusin: allenatore Sudan del Sud
Nato in Canada, ma cresciuto in Francia, alla fine Stefano Cusin è italiano, tutto italiano. La sua storia è incredibile: ha giocato dieci anni, toccando squadre come Tolone e Servette. Poi in panchina: Arezzo e Montevarchi, quindi l’Under 20 del Canada. Tutto vero. Come le chiamate del Congo (anche per le Olimpiadi del 2008) e le tante squadre qatariote allenate e vice-allenate. Nel 2016 è con Walter Zenga alla guida del Woverhampton, nel 2018 allena in Sudafrica, poco dopo nell’ultima squadra di Cipro. Quindi in Palestina e poi in Iran. Nel 2021, altra chiamata: pronto, siamo il Sudan del Sud. Accetta.