La fase a Gironi del gruppo B è termina ad accedere agli ottavi di finale saranno Spagna come prima e Italia da seconda. Gli azzurri hanno raggiunto questo traguardo grazie ad una rete di Zaccagni, ormai insperata all’ultimo secondo in occasione del match contro la Croazia. Nonostante ciò, sono vari gli aspetti che meritano di essere attenzione della Nazionale allenata da Luciano Spalletti.
Sebbene sulla carta l’Italia non possa vantare la qualità di cui può usufruire la Croazia, ciò che non funziona è l’atteggiamento. Questo unito alla mancanza di reali fuoriclasse sta condannando gli azzurri a prestazioni scialbe. Inoltre, la spasmodica ricerca di una quadra attraverso continui mutamenti tecnico-tattici rende ancora meno godibile assistere alle partite.
La mancanza dei leader
Pur non avendo talenti altisonanti, l’Italia ha sulla carta personalità forti che con i propri club hanno dato prova di carattere. Alcuni di questi si sono però rivelati inconsistenti alla prova della Nazionale. Uno su tutti è Di Marco. Il suo carisma quando veste la maglia dell’Inter è indubbio che accompagnato ad un eccezionale talento, lo rendono uno dei migliori giocatori presenti in rosa. Il suo apporto è però mancato. Ci si aspettava che fosse in grado di trascinare gli azzurri.
A livello caratteriale ci si attendeva un colpo di reni anche da parte di Di Lorenzo in primis e poi da Pellegrini. Il primo ha perso smalto e concretezza. Sembra la copia sbiadita del giocatore visto alla corte di Spalletti in durante il campionato vinto dal Napoli. Ora, pur avendo ritrovato il tecnico, non pare sia riuscito a fare altrettanto con sé stesso.
Stesso discorso per Pellegrini. Ottimo giocatore ma non è ancora scattato il click giusto per essere definitivamente incisivo. Tante, troppo le occasioni perse. È stato corretto dargli una chance vista la seconda parte di stagione con la Roma ma non è ancora pronto per il salto di qualità.
A ruota li segue Jorginho che pur avendo ritrovato minuti con la squadra di club, in Nazionale arranca. Dovrebbe essere la mente del centrocampo, colui che ragiona ed imposta. In realtà il suo contributo il tal senso è piuttosto povero. Questo suo approccio in mezzo al campo crea spesso e volentieri dei blackout tra i vari reparti.
Ad averlo deluso, specie nell’ultima sfida contro la Croazia, è stato Davide Frattesi. Così combattivo e grintoso con l’Iner, tanto remissivo ed addirittura dannoso con la Nazionale. Il tocco di mano che ha portato al rigore dei croati è opera sua. A sorprendere è stata l’ingenuità del gesto, cosa mai accaduta con Inter.
Quanto descritto a portato l’Italia a subire il gol del momentaneo 1-0. Donnarumma è stato per la terza volta consecutiva il migliore in campo. Ha eseguito parate sopraffine e limitato il più possibile i danni. Il gol di Modric ha tuttavia dimostrato che manca una linea comune.
Mattia Zaccagni: l’uomo del destino
La stagione di Zaccagni non è stata esattamente degna di nota. O meglio, non ai livelli di quella passata. Il giocatore biancoceleste ha avuto problemi fisici ed in buona parte subito decisioni societaria che lo hanno portato a rendere meno. Nonostante ciò, Spalletti ha creduto in lui e lo ha portato con sé in Germania.
Zaccagni è sembrato sin da subito relegato al ruolo di seconda linea. Eppure, ad dispetto di altri colleghi sulla carta più meritevoli, ha colto la prima occasione utile per incidere il proprio nome su Euro2024. Lui dovrebbe essere preso ad esempio dai suoi compagni in termini di mentalità e voglia di non arrendersi.
Ad aver reso possibile il gol del pareggio è stato Riccardo Calafiori. L’autogol contro la Spagna non può e non deve infangare le sue eccellenti prestazioni. Lui assieme a Bastoni e Donnarumma sono i veri trascinatori dell’Italia ad Euro2024. Non a caso il reparto difensivo si è mostrato solido e compatto.
La lezione del Girone B
Il Girone B si è appena concluso e da esso l’Italia deve imparare qualcosa. Posto che la Nazionale azzurra ha sempre fatto un consistente switch nella fase ad eliminazione diretta, ci sono alcuni aspetti da non sottovalutare. I continui cambi di modulo non disorientano solo gli avversari ma anche gli stessi azzurri.
In seconda istanza, non può essere solo la difesa da sola a trascinare gli altri. Mancando il fuoriclasse in attacco, è necessario lavorare maggiormente in coralità. La prossima avversaria sarà la Svizzera, squadra particolarmente ordinata e oculata. Contro di essa serviranno precisione ed attenzione, caratteristiche venute meno nella fase a gironi.