L’anno che fa da spartiacque per la nascita della nazionale croata è, come buona parte dei territori della penisola balcanica, il 1990, quello che un po’ tutti noi riconosciamo, a volte semplicisticamente, come quello della caduta del muro.
La Croazia giocò il suo primo incontro ufficiale un paio di anni più tardi, nel 1992 e non fu un inizio incoraggiante, visto che arrivò una sconfitta per una rete a zero contro l’Australia.
La storia della nazionale croata e la sua relativa bacheca, non possono quindi essere tra le più nobili, anche se ai recenti mondiali di Russia, i “focosi”, soprannome storico dei giocatori croati, sono andati vicinissimi all’impresa.
Il contesto fu quello di una cavalcata quasi perfetta che portò Modric e compagni a perdere l’ultima partita, quella più importante, la finalissima contro la Francia, in quell’indimenticabile 4-2 che spense le velleità di vittoria dei croati proprio sul più bello.
Ma il buon lavoro della Federazione croata in campo internazionale, è sotto gli occhi di tutti, visto che dalla sua nascita, la nazionale ha collezionato ben 5 presenze alle fasi finali dei campionati del mondo e ben 6 a quelli europei, non fallendo mai la qualificazione a questi ultimi e centrando i quarti di finale a quello d’esordio, in Inghilterra nel 1996.
È una delle squadre favorite e il Girone “D” con Inghilterra, Scozia e Repubblica Ceca è davvero stimolante per saggiare lo smisurato talento degli uomini di Dalic.
Il CT: Zlatko Dalic
Una vita dedicata al pallone, quella del selezionatore della Croazia, Zlatko Dalic.
Nato nel 1966, Dalic ha giocato da centrocampista in alcune delle più forti squadre croate, in precedenza battenti bandiere jugoslave.
Proprio per il gigantesco territorio che abbracciava la ex Jugoslavia, tantissimi talenti che hanno calcato i campi balcanici prima, durante e dopo la caduta del muro, hanno dovuto rinunciare alla maglia della nazionale.
Centrocampista di raccordo, Dalic ha giocato tra le altre, parecchie stagioni nell’Hajduk di Spalato, segnando da professionista un numero molto risicato di reti, 18 su 190 partite.
Rispetto ad altri suoi colleghi, Dalic comincia la sua carriera da allenatore piuttosto tardi, ben 5 anni dopo il suo addio al calcio giocato, firmando un contratto con il Varteks a inizio 2005.
Dopo la seconda stagione sulla panchina della squadra croata, si fa le ossa come vice allenatore della nazonale Under-21 ed è qui che comincia a formare la sua forma mentis da allenatore di successo.
Segue un pellegrinaggio praticamente decennale su panchine non esattamente invidiabili, come quelle che lo portano a stare circa sei anni in Arabia Saudita.
Nel 2017 arriva la chiamata, insperata e abbastanza sorprendente, da parte della Federazione croata che gli affida la guida della nazionale maggiore e i risultati fioccano con continuità
Arriva la qualificazione ai campionati del mondo in Russia, quelli gloriosi a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza e Dalic diventa una sorta di santone del calcio per i tifosi croati.
Come giocherà la Croazia
Il sistema di gioco preferito da Dalic è un equilibratissimo 4-2-3-1, anche e soprattutto in virtù della presenza di tutta una serie di giocatori che amano la costruzione della manovra dal basso, a partire da Kovacic, Brozovic e, soprattutto Modric.
L’equilibrio di questo modulo è originato dalla mobilità dei due esterni alti, Vlasic e Kramaric, anche se a sinistra potrebbe tornare utile Perisic che con Conte ha disputato uno splendido campionato anche in fase difensiva.
Il problema di Perisic in quel ruolo è che Dalic lo ha schierato molto spesso da prima punta, ma vi è la possibilità che qualche cambiamento in corso d’opera possa essere effettuato dal santone croato.
In quel caso cambierebbe non tanto lo schieramento in campo, quanto gli interpreti, visto che di punta potrebbero giocare anche Rebic o Budimir, con lo scivolamento di Perisic ad arare la fascia mancina con il supporto da dietro di Barisic a sinistra e del solito Vrsaljko a destra.
Modric agirebbe da falso trequartista, visto che Kovacic ha anche spiccate attitudini offensive e si interscambia spesso con il centrocampista del Real Madrid.
Ecco come potrebbe schierarsi la Croazia:
Croazia 4-2-3-1: Livakovic; Vrsaljko, Lovren, Vida, Barisic; Brozovic, Kovacic; Kramaric, Modric, Perisic; Rebic
La stella: Luka Modric
Sarà una delle ultime occasioni per provare a vincere qualcosa, quella per uno dei punti fermi della nazionale croata, Luka Modric.
Una carriera fantastica quella del centrocampista del Real Madrid, costellata di successi e giocate deliziose che hanno incantato tifosi di mezzo mondo.
L’età ormai non è più verde e i 36 anni ormai alle porte, fanno pensare che questa edizione sarà l’ultima alla quale Modric potrà partecipare, prima dell’addio definitivo alla nazionale che potrebbe arrivare con i mondiali dell’anno prossimo.
Centrocampista minuto, agile, scattante, con una visione di gioco non comune a tanti, Modric non è stato un giramondo, visto che ha legato il suo nome sostanzialmente a tre squadre, Dinamo Zagabria, Tottenham e Real Madrid.
Nella sua carriera da professionista ha giocato ben 718 partite realizzando 89 reti, delle quali 28 con i “blancos”, la squadra dove milita tutt’ora.
Lasciando da parte i 13 titoli complessivi nazionali, la carriera di Modric va valutata soprattutto in ottica europea, visto che sono ben 4 le Champions League portate a casa, 3 le Supercoppe UEFA e 4 i mondiali per club, tutti trofei conquistati con la squadra spagnola.
La sorpresa: Ante Budimir
Detto della possibilità di variare con una certa frequenza il centravanti, sono fondamentalmente tre le opzioni di Dalic.
Abbiamo già detto di Perisic e della sua duttilità offensiva e difensiva e abbiamo anche accennato a Rebic che ha disputato l’ennesima stagione importante con il Milan.
Ma se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, un altro giocatore interessante che l’allenatore croato potrebbe tenere in considerazione per il reparto avanzato, è certamente Ante Budimir.
Nato a Zenica nell’estate del 1991, Budimir è un autentico giramondo del calcio europeo, avendo cominciato la sua carriera da professionista nello Zapresic, prima di passare al Lokomotiv di Zagabria.
Il lunghissimo viaggio della punta croata, comincia però dalla Germania, dove il St. Pauli lo tiene due stagioni spedendolo in prima squadra quasi subito, per poi cederlo al Crotone, dove disputa un ottimo campionato di Serie B e ottiene la promozione in Serie A segnando ben 17 gol in 41 partite, prima del passaggio alla Samp dove non ottiene gli stessi risultati, segnando un solo gol in Coppa Italia.
Tornato a Crotone, rimane altre due stagioni coi calabresi, siglando 9 reti in 39 presenze, ma a fine 2019 viene ceduto al Maiorca dove trova abbastanza regolarmente la via della rete, 19 volte su 56 presenze per poi passare all’Osasuna in prestito per la stagione appena conclusa, dove realizza 11 gol.