La settimana nera del Bayern Monaco si chiude nel peggiore dei modi, con la terza storica sconfitta di fila contro il Bochum, che fa il paio con quelle rimediate da Leverkusen in campionato e dalla Lazio in Champions.
Un momento terribile per la squadra bavarese, che ha in Tuchel il principale obiettivo di tutte le critiche del momento, anche se (almeno per ora), la sua panchina sembra confermata (più per mancanza di alternative che altro).
La settimana nera del Bayern
Per una squadra che ha vinto tutte le ultime undici Bundesliga di fila, il momento della crisi sembrava non arrivare mai. Una corazzata che anche in questa stagione era partita con i favori di ogni pronostico sia in campionato, sia nella più prestigiosa competizione europea.
La classifica recitava un secondo posto che sembrava però più merito di un Leverkusen imbattibile (letteralmente, ancora zero sconfitte in campionato) che non di una reale flessione di squadra, che alternata partite di grande livello ad altre decisamente meno efficaci.
Questa ultima, terribile, settimana, ha incrinato anche le speranze del più ottimista dei tifosi. Si parte con la sfida diretta per il primo posto, con il Leverkusen distante appena due punti in quel momento. Alla BayArena però è un dominio totale della squadra di Alonso, che liquida i rivali con un secco 3-0 e allunga a più cinque in classifica.
Non c’è tempo di riprendersi per il già criticatissimo Tuchel, che si presenta all’Olimpico in Champions contro la Lazio, forte di tutti i favori dei pronostici. Sappiamo però come è andata a finire, con i biancocelesti che hanno la meglio grazie al rigore siglato da Immobile. Qualificazione ancora aperta, ovviamente, ma seconda sconfitta di fila, questa volta decisamente più a sorpresa.
Il Bayern che scende in campo a Bochum, dovrebbe avere quindi tutta la voglia di riscatto possibile, come dimostra il vantaggio dopo appena un quarto d’ora di Musiala che sembra aprire la strada a una partita finalmente sulla direzione giusta.
Ma è solo un miraggio. Mazraoui si fa male e Upamecano lo sostituisce alla mezz’ora, appena prima di vedersi ribaltare il risultato con i gol di Asano e Schlotterbeck che mandano completamente in tilt i bavaresi. Lo stesso Upamecano rifila poi una gomitata a un avversario in area che gli costa il doppio giallo e la seconda espulsione nel giro di pochi giorni, aprendo la crisi della sua squadra che viene nuovamente trafitta sul conseguente rigore battuto da Stoger.
Non bastasse, Tuchel toglie Kimmich dal campo che non le manda certo a dire allo staff su cosa pensa di quel cambio, con la partita che ha un sussulto solo nel finale con Kane che trova il gol del 3-2 conclusivo.
La terza sconfitta di fila: un record negli ultimi nove anni
Lo score del Bayern registra così una striscia che non è molto comune da queste parti. Terza sconfitta di fila, come non accadeva da qualcosa come nove anni a questa parte. Allora fu un certo Pep Guardiola a subire tre sconfitte consecutive nelle ultime giornate di campionato, ma le condizioni erano decisamente diverse: quel Bayern infatti non solo si era già garantito lo scudetto in Bundesliga, ma aveva ben figurato anche in Champions con risultati roboanti come quel 1-7 rifilato alla Roma nei gironi all’Olimpico, bissato poi nei play off dal 7-0 allo Shakhtar dal 6-1 al Porto (poi fuori in semifinale solo contro il Barcellona poi vittorioso del titolo).
Insomma, paragone impossibile perchè se in quel caso si era trattato solo di una flessione di condizione naturale in un preciso momento del campionato e a risultati già ottenuti, questa volta la crisi è vera e riguarda un po’ tutti gli aspetti della stagione: meno otto dalla vetta in campionato, rischio eliminazione agli ottavi di Champions (contro una squadra ampiamente alla portata), crisi di gioco e di risultati, spogliatoio completamente fuori controllo.
La panchina di Tuchel: come mai non arriva l’esonero?
C’è da chiedersi come mai, a questo punto, Tuchel sia ancora (poco saldamente) seduto su quella traballante panchina, visto che in realtà solo la stagione scorsa a Julian Nagelsamann era bastato molto meno per essere esonerato dal suo ruolo proprio per far posto a Tuchel.
I tifosi chiedono a gran voce il suo allontanamento e di sicuro anche la società ci sta pensando seriamente. Il problema di fondo, è che manca una valida alternativa per ora, soprattutto in un momento così delicato di una stagione che rischia di chiudersi con “Zeru Titoli” (visto che anche la coppa di Germania è abbandonata già da novembre con la clamorosa eliminazione da parte di una squadra di terza categoria).
Il sogno sarebbe quello legato al nome di Jurgen Klopp, ma lo stesso allenatore del Liverpool sembra intenzionato a prendersi realmente un anno sabbatico (e quasi mai lascerebbe la squadra prima del fine stagione). Anche il possibile ritorno di Hansi Flick non è anima poi così tanto gli entusiasmi di pubblico e dirigenza (nè è garanzia di successo peraltro).
C’è poi persino la suggestione Josè Mourinho, che se non altro avrebbe sicuramente la capacità per riprendere in mano uno spogliatoio di grandi campioni, al momento decisamente slegati dalla conduzione tecnica (come dimostrano i tanti battibecchi in campo e fuori, da Kimmich a Sanè passando per Muller).
Caos totale insomma, con l’impressione che nessuno di questi nomi farà però parte del futuro del club baverese, che sembra intenzionato a mantenere (per ora) la fiducia al tecnico e, anche in caso di ribaltone, optare comunque per una scelta probabilmente più alternativa.
Bayern: che cosa resta della stagione
Fuori dalla Coppa di Germania, con otto punti da recuperare su un Bayer Leverkusen che non sembra volerne sapere di perdere nemmeno una partita in stagione e con una vittoria e un gol da recuperare nella doppia sfida di Champions contro la Lazio.
La situazione di Tuchel al momento è sportivamente drammatica, ma non ancora irrecuperabile. Soprattutto in Champions, dove diventa fondamentale la partita di ritorno da giocare all’Allianz Arena, che nonostante tutti i problemi è rimasto fortino (quasi) inespugnabile per gli avversari (una sola sconfitta in stagione ad opera del Brema, poi undici vittorie su tredici).
Inutile dire che in caso di eliminazione, il destino di Tuchel sarebbe comunque segnato, così come la fallimentare stagione del club. In Bundesliga, con ancora dodici partite da giocare, tutto potrebbe ancora succedere, ma l’idea è che questa volta, forse i cugini del Leverkusen potrebbero togliersi di dosso l’etichetta di “eterni secondi” o “Neverkusen”.
Anche perchè la prossima giornata il Bayern affronterà il Lipsia tra le mura amiche e, a seconda del risultato, tutto potrebbe muoversi più o meno rapidamente.
I numeri di una crisi: la parola alla difesa
C’è poi da considerare anche l’aspetto prettamente statistico della cattiva stagione bavarese, con il Bayern che in realtà risulta ancora nettamente primo praticamente per tutti i parametri relativi al reparto offensivo: miglior attacco del campionato (61 reti), maggior numero di conclusioni e di tiri in porta (434 e 162) e miglior squadra per azioni da tiri (790).
Insomma almeno da quella parte del campo, tutto sembra funzionare benino. Qualche problema in più si registra invece in difesa, che rimane pur sempre la seconda migliore della Bundes (25 gol subiti contro i 15 del Leverkusen), ma ha mostrato qualche crepa in più occasioni.
Basti pensare che dal punto di vista di xG subiti, il Bayern ha un dato statistico di 18.9 (sei gol in meno), nonostante resti la squadre che concede meno tiri in porta agli avversari solo 66 in tutto contro i 79 del Leverkusen).
Distrazioni, cali di concentrazione e forse anche un pizzico di sfortuna quindi, anche se mai come in questa occasione sembra che i numeri non rendano bene l’idea di confusione che regna al momento in casa Bayern.