Ultimo nel campionato olandese, con due allenatori già cambiati e la società pure in mezzo a una tormenta, l’Ajax sta attraversando una crisi globale che sta minando alle fondamenta uno dei club più importanti d’Europa. L’aspetto ancora più assurdo della vicenda è che persino la squadra B, il Jong Ajax, è ultimo nel suo di campionato, la seconda divisione olandese: a confermare la gravità della situazione.
Ajax, i numeri del caos
La crisi dei Lancieri è così grave che ogni settimana la situazione peggiora e bisogna aggiornare i resoconti su ciò che sta andando male se non malissimo. Intanto, i numeri: ultimo posto in campionato con 5 punti in 8 partite con la seconda peggior difesa del campionato e 21 gol subiti. In Europa League due punti in tre partite, la qualificazione non è ancora compromessa ma anche qua la difesa fa acqua, 6 reti prese in 270 minuti e l’ultima esibizione contro il Brighton da vittima sacrificale.
Capitolo allenatori, la stagione l’ha iniziata Maurice Steijn, esonerato dopo il 4-3 di Utrecht lo scorso 22 ottobre. Al suo posto come traghettatore si è seduto in panchina Edwiges Maduro, ex giocatore dell’Ajax, che è riuscito a perdere 5-2 contro il Psv, ma da pochi giorni il nuovo allenatore è Johnnt Van’t Schip, visto in Italia anche al Genoa in passato. Anche qua, siamo a livelli di precarietà, non c’è un vero progetto dietro queste scelte se non navigare a vista.
Il problema, però, come si dice in questi casi è a monte. Da quando il direttore sportivo Marc Overmars è stato appiedato da uno scandalo di tipo sessuale e il suo successore Edwin Van der Sar ha avuto un tremendo malore la barra hanno provata a tenerla in molti, ma senza successo. Questi sbalzi di strategia hanno condizionato tantissimo una squadra che, come sempre, vive e muore in base al mercato, visto che la vetrina dell’Ajax è sempre ricchissima.
Purtroppo per i Lancieri in questo bailamme di cessioni e acquisti la qualità anche umana della rosa è andata a picco, specie dopo l’ultimo addio della sessione estiva, passato quasi inosservato ai più, ma che per l’Ajax significava la perdita dell’ultimo leader in rosa: Davy Klaassen, finito all’Inter. In precedenza anche l’addio del maggior talento della squadra, il serbo Dusan Tadic, era stato pesantissimo.
Dalla semifinale di Champions a un futuro incerto
Sono passati 4 anni e mezzo da quando l’Ajax è arrivato a un passo dalla finale di Champions League con una squadra piena di giocatori che oggi giocano quasi tutti altrove, pagati carissimi da vari club europei. Ecco l’undici della semifinale di ritorno persa all’epoca contro il Tottenham: Onana, Mazraoui, De Ligt, Blind, Tagliafico, Schone, De Jong, Ziyech, Van de Beek, Tadic e Dolberg. Allenatore, l’attuale tecnico del Manchester United, Erik Ten Hag.
Alcuni di questi li abbiamo incrociati anche in Italia, come Onana, De Ligt e Schone; altri fuori da quel contesto si sono totalmente persi, come Van de Beek e Dolberg. E pure Ten Hag allo United, non è che stia andando benissimo. Questo però come detto è il destino di una squadra quasi obbligata a far vedere tutto il proprio talento per poi venderlo al prezzo più alto possibile. L’Ajax questa strategia la segue da sempre, ricomprando poi al meglio.
Ecco, tutto questo è evaporato anche dopo altre cessioni ricchissime e illustri, dovute per esempio alla vittoria del titolo olandese nel 2022: è impressionante enumerare le cifre incassate per gente come Antony (95 milioni), Lisandro Martinez (58 milioni) e quest’anno Kudus (43 milioni) e Timber (40 milioni) in Premier, rispettivamente a West Ham e Arsenal. Il problema è chi arrivato al posto di tutti questi giocatori, spesso giovanissimi, non è stato minimamente all’altezza.
Il guaio è che l’Ajax a furia di non poter lavorare sul medio periodo è finito avviluppato in una serie di equivoci specialmente a livello di rosa. Perché non sempre si pesca bene, anzi: l’importante però è avere delle basi a cui appoggiarsi, basi però che sono del tutto saltate. Se persino la squadra giovanile, il Jong Ajax, è ultimo in Serie B, vuol dire che nemmeno più il vivaio è in grado di aiutare. Non si possono più pescare a costo zero i rinforzi del futuro.
Difficile pensare a un Ajax che possa retrocedere, ma la situazione è davvero grama. Le contestazioni dei tifosi, che hanno interrotto il mese scorso la sfida interna con il Feyenoord che i Lancieri stavano perdendo 0-3, sono state l’ultima goccia. Non ci si riconosce più nell’Ajax, non riconosciamo più l’Ajax: ed è questa forse la sconfitta peggiore.