Negli ultimi tempi nei post-partita degli studi televisivi si è fatto un gran parlare della costruzione dal basso, spesso additandola come inutile orpello estetico che porta a clamorosi errori da parte di portieri e difensori e invocando un ritorno ad un calcio più verticale e diretto, senza la mania di “giocare la palla ad ogni costo”.
In realtà, soffermandosi esclusivamente sugli errori più clamorosi, non si analizza in maniera esaustiva in cosa consiste questa applicazione tattica e l’apporto che offre alla manovra offensiva di una squadra. Anzi, talvolta si definiscono erroneamente contropiedi azioni nate proprio dalla fruttuosa esecuzione di questi principi di gioco.
In cosa consiste la costruzione dal basso
Nel calcio moderno è sempre più comune cercare di creare spazi di gioco attraverso il movimento del pallone, in maniera da influenzare gli spostamenti degli avversari e liberare così i propri compagni dalle marcature.
Per ottenere quindi spazi in fase offensiva, si tende sempre di più ad evitare rinvii lunghi in verticale dove gli attaccanti sono facilmente sovrastati dai difensori. Nelle ultime due stagioni poi è stata introdotta una modifica regolamentare che consente ai giocatori di ricevere il pallone rinviato dal portiere anche all’interno della propria area di rigore, al fine di velocizzare le rimesse in gioco.
Questa modifica del regolamento, che prevede anche che un attaccante possa intercettare la palla prima che esca dall’area, ha portato ad una serie di conseguenze legate l’una all’altra che hanno cambiato la faccia di molte partite: portieri e difensori sono portati a scambiare palla già all’interno dell’area, gli attaccanti cercano quindi di portare pressione fin da subito al fine di indurre all’errore in una porzione di campo maggiormente pericolosa, i difensori cercano di attirare gli attaccanti in pressing in maniera da liberare i compagni in posizione più avanzata e far risalire più agevolmente la squadra.
Il ruolo del portiere nella costruzione dal basso
Dal momento che il portiere è normalmente l’uomo più libero dalla pressione avversaria e che ha la miglior visuale sul terreno di gioco, viene sempre più spesso chiamato ad essere il primo giocatore ad impostare la manovra offensiva.
Tra tutti i giocatori è sicuramente quello su cui l’adozione sempre più diffusa della costruzione dal basso ha avuto l’impatto maggiore. Al giorno d’oggi ad un portiere non è più richiesto semplicemente di essere bravo tra i pali e nelle uscite, ma deve avere anche una solida base tecnica per gestire il pallone, evitando il pressing avversario passando e ricevendo la palla dai compagni.
Un tempo, essendo praticamente sempre indisturbato all’interno della propria area di rigore, il portiere trovava più convenienza a rilanciare lungo, in maniera da saltare la prima linea di pressing avversario e spingendo i compagni ad andare a recuperare palla sulle sponde aeree. Oggi invece ricorre ancora al lancio lungo, ma in genere diretto verso le fasce, in quelle zone di campo in cui un compagno riesce ad inserirsi grazie al fatto che il pressing avversario è stato attirato in un’altra direzione.
La salida lavolpiana
Uno dei movimenti di gioco tipici di questo sistema di gioco è legato all’allenatore messicano Ricardo Lavolpe, che applicò in maniera sistematica, sia nel suo periodo alla guida della nazionale messicana che nella sua carriera nel campionato tricolor, un particolare schema pensato proprio per favorire la costruzione dal basso.
In quella che è ora nota come “salida lavolpiana” (l’uscita di Lavolpe) in una difesa a 4 i due centrali difensivi si allargano verso le fasce mentre il mediano scende a giocare palla nello spazio che si crea tra i due. In questa maniera i terzini possono entrambi salire a giocare sulla linea del centrocampo, dove gli avversari si ritrovano in inferiorità numerica se uno dei centrocampisti è avanzato a seguire il mediano.
Questa situazione di gioco, molto comune in Sudamerica, è stata applicata con successo in Europa da Guardiola nel suo Barcellona, dove il difensore Rafa Marquez ricopriva il ruolo di mediano, per poi essere adottata con qualche variante da un po’ tutti gli allenatori di vertice.
Il gioco di Zanetti al Venezia
Uno dei più fruttuosi e moderni esempi di costruzione dal basso visti in tempi recenti è stato il gioco del Venezia di Paolo Zanetti nella Serie B 20/21, quando la squadra lagunare, partita con ambizioni di salvezza, conquistò la Serie A attraverso i play-off imponendosi grazie al gioco predicato dal suo giovane tecnico.
Il Venezia di Zanetti pratica una particolare costruzione dal basso, in cui portieri e difensori attirano gli avversari verso un lato della propria linea difensiva, attuando un fraseggio che spinge l’avversario a lasciare scoperto il lato di campo opposto.
In questa maniera i lagunari possono ricorrere a dei lanci lunghi verso la fascia opposta a cercare gli esterni, rapidi e bravi negli inserimenti, che hanno così la possibilità di colpire avendo campo a disposizione.
Nonostante si sviluppi attraverso lanci lunghi a tagliare il campo, quello del Venezia è comunque un chiaro esempio di costruzione dal basso.
Rischi e benefici della costruzione dal basso
Il vantaggio della costruzione dal basso è quello di far partire l’azione offensiva dalla propria linea difensiva, dando così l’opportunità ad un numero maggiore di giocatori di smarcarsi e prenderne parte.
L’altro lato della medaglia ovviamente è che un errore in una zona di campo pericolosa, con la squadra disposta secondo un’assetto offensivo, rischia spesso di trasformarsi in una chiarissima occasione da gol per gli avversari.
Una palla persa nella propria trequarti per un errato fraseggio tra portiere e difensore rappresenta un pericolo più riconoscibile ed immediato per lo spettatore rispetto ad un contrasto aereo perso vicino all’area opposta o ad una palla contesa lasciata agli avversari.
Per questo si sentono spesso commentatori parlare della costruzione dal basso come di una sorta di moda passeggera, di una fissazione degli allenatori che vogliono mostrare un bel gioco a discapito del risultato. In realtà l’adozione della costruzione dal basso in generale porta ad una maggiore efficacia anche in termini numerici.
Andando a vedere i dati relativi agli ultimi campionati, vediamo che la percentuale di palle perse sui rinvii lunghi da parte del portiere è maggiore rispetto a quelle perse iniziando l’azione dal basso, ma soprattutto si vede che i tiri in porta generati da un’azione partita da un rinvio lungo sono circa un terzo di quelli che sono invece frutto di una costruzione dal basso.
Un’efficace costruzione dal basso permette di creare superiorità numerica e controllare la partita attraverso il possesso palla, Ovviamente, per essere efficace, alla base deve esserci la qualità tecnica dei giocatori e tutta una serie di esercizi in allenamento che portino la squadra ad assimilare e ad eseguire in maniera automatica i movimenti che aprono le linee di passaggio e permettono di uscire dalla pressione avversaria.