C’era un Re, uno Spillo, poi un D10. Tutti insieme sul podio, non esattamente appassionatamente. Benvenuti nell’era d’oro della Serie A, quella in cui la Juventus dispone di un fuoriclasse come Platini, il Napoli sogna con il 10 di Diego Armando Maradona e l’Inter insorge con le acrobazie di Altobelli.
Alla fine, chi vince? Il Verona di Bagnoli. Una favola irripetibile. Forse.
Come spesso capita, ci troviamo davanti a un’estate cruciale per le sorti del campionato italiano. La Federcalcio, già a gennaio, aveva imposto ai club un blocco temporaneo di tre stagioni per l’acquisto di stranieri da campionati esteri. Dunque, c’era una corsa. Affannata e affannosa per tesserare i big prima della scadenza fissata per il 30 giugno.
Così Napoli acquistò Maradona, così Rummenigge passò all’Inter, Socrates e Junior alla Fiorentina e al Torino. Ma non solo: Di Bartolomei passò al Milan di Liedholm, Gentile lasciò la Juve per la Fiorentina.
Ecco, che campionato fu? Molto bello. Non solo per la favola da scudetto, ma anche per i gol e per gli incontri storici. 504 reti segnate in 240 partite. Il Re dei bomber non poteva che essere le Roi, Michel Platini.
La classifica dei marcatori
Dimenticatevi i 20, 30 gol a campionato che vediamo oggi. Erano altri tempi e soprattutto c’erano meno partite. La Juventus non trovò soltanto i gol di Platini, ma riuscì a inserire anche le reti di Briaschi. Certo, tutti gli occhi arrivarono poi sul Verona, che non ha mollato dalla prima all’ultima giornata. Nel segno di Galderisi, in primis. Poi sotto la firma di Briegel, la controfirma di Larsen.
Il Verona, nei primi undici della classifica marcatori, era riuscito a piazzare ben tre giocatori. Tutti unici. Tutti determinanti. E tutti ovviamente portati in trionfo nella giornata scudetto. Indimenticabile.
Eccola, la classifica dei marcatori 1984-1985:
- Platini (Juventus): 18 gol, 4 rigori, 30 presenze.
- Altobelli (Inter): 17 gol, 3 rigori, 30 presenze.
- Maradona (Napoli): 14 gol, 5 rigori, 30 presenze.
- Briaschi (Juventus): 12 gol, nessun rigore, 27 presenze.
- Bertoni (Napoli): 12 gol, nessun rigore, 27 presenze.
- Galderisi (Verona): 11 gol, 4 rigori, 29 presenze.
- Virdis (Milan): 9 gol, nessun rigore, 28 presenze.
- Serena (Torino): 9 gol, nessun rigore, 29 presenze.
- Briegel (Verona): 9 gol, nessun rigore, 27 presenze.
- Rummenigge (Inter): 8 gol, nessun rigore, 26 presenze.
Il Re dei Bomber: Platini
Al terzo anno, la terza corona da capocannoniere. Del resto, quella stagione, la sua stagione, inizia semplicemente con la Sambenedettese in Coppa Italia: tripletta. Platini, che porta la Juventus anche alla Coppa dei Campioni, in campionato è semplicemente inarrestabile: 18 reti e terza affermazione di fila, sembra proprio non avere avversari. Anche se Maradona è lì e non certo per guardare.
A due anni dal ritiro dal calcio giocato, Platini è ancora il miglior calciatore in Serie A, probabilmente d’Europa. E quella Juve, anche se non vincente in Italia, è in grado di fare la differenza su ogni campo grazie alle sue giocate.
Bomber a sorpresa: Briegel
Dopo nove anni al Kaiserslautern, il tedesco, vincitore degli Europei del 1980 in Italia, si trasferisce tra lo scetticismo generale nel Verona di Bagnoli. Sembra un azzardo: si rivela la mossa giusta. Briegel si dimostra infatti l’asso nella manica per lo scudetto: segna con continuità e soprattutto nei momenti decisivi.
Bagnoli lo schiererà 27 volte, realizzerà ben 9 gol. Il primo? Già al debutto con il Napoli, la prima di Maradona.
Bomber assente ingiustificato: Pulici
Sul finire di carriera, lo storico capitano del Torino si ritrova a combattere, a lottare, a provare a rialzare la Fiorentina. Nelle annate successive allo scudetto, Pulici aveva girato un po’, ripartendo da una solida stagione all’Udinese e chiudendo proprio in viola. Nell’ultimo anno della sua carriera, questo, arrivò al minimo di reti mai realizzate in Serie A: 3.
Dopo la chiusura di questo cerchio, l’addio al calcio giocato. Di un grande campione.