I tifosi juventini riponevano molte speranze nel ritorno in campo di Federico Chiesa, uno dei maggiori talenti della rosa bianconera, ma contro il Napoli, alla prima da titolare dopo l’infortunio, il numero 7 non è riuscito ad essere incisivo, anche a causa di una certa confusione dovuta ai cambi tattici in corsa di Allegri.
Gli spostamenti di Chiesa in Napoli-Juventus
Napoli-Juventus è stata la prima partita da titolare di Chiesa dopo la lunga assenza per infortunio, ma in questi mesi la Juventus di Allegri ha cambiato più volte pelle: dal 4-3-3 che in estate si prevedeva potesse essere utilizzato con l’alternarsi di attaccanti esterni come Kostic, Di Maria e lo stesso Chiesa si è passati ad un 3-5-2 in cui Kostic ricopre il ruolo di esterno a tutto campo sulla sinistra mentre Di Maria agisce da seconda punta.
In questo schieramento Allegri ha pensato di inserire Chiesa come esterno di destra a centrocampo, facendogli fare un lavoro lungo tutta la fascia che sarebbe anche nelle corde del giocatore (spesso alla Fiorentina ha giocato così), per capacità di corsa e abnegazione. Certo, dopo mesi di inattività non avrebbe potuto farlo per tutti i 90 minuti, ma almeno un’ora ad alta intensità l’avrebbe garantita.
Ma l’impatto offensivo del Napoli ha fatto cambiare presto idea ad Allegri, che ha chiesto alla sua squadra di rimodulare l’assetto tattico, inizialmente con un 4-3-3, con Kostic sulla linea dei difensori e Chiesa spostato sulla sinistra dell’attacco, in maniera da poter tagliare dentro il campo e rendersi pericoloso in zona tiro con il suo destro. La squadra però non ha assimilato al meglio le indicazioni e si è disposta più con un 3-4-3 che ha lasciato la fascia destra scoperta e facile preda delle incursioni del Napoli.
Questo tourbillon di cambiamenti di posizione e di ruolo non è certo il massimo per un giocatore al rientro da titolare dopo molto mesi fuori dal campo, e infatti nei 73 minuti in cui è rimasto in campo il numero 7 bianconero non è mai riuscito ad essere veramente incisivo, se non con una palla gol creata nel momento in cui ha traslocato sulla sinistra, prima che il Napoli prendesse nuovamente le misure allo schieramento juventino.
Come si nota anche dalla heatmap, Chiesa sulla destra è stato decisamente più presente in fase di ripiegamento, dando la possibilità a Danilo di prestare più attenzione alla zona centrale del campo. Il suo apporto offensivo si è fermato sulla trequarti, non ricevendo supporto in termini di sovrapposizioni da parte dei compagni. Spostato sulla sinistra è risultato molto più presente nei pressi dell’area del Napoli, avendo le spalle coperte da Kostic, arretrato in un ruolo che però non gli appartiene.
Come Allegri può sfruttare al meglio Chiesa
Si è spesso detto che la capacità di Allegri di mutare lo schieramento della sua squadra è un pregio, e in effetti il trasformismo della Juventus ha dato grandi risultati in passato, riuscendo a far esprimere al meglio molti giocatori e cambiando spesso l’inerzia del gioco a gara in corso.
Ma negli ultimi tempi, anche a causa di una rosa decimata dagli infortuni, questi cambiamenti sembrano sempre più delle mosse disperate e improvvisate da parte di Allegri, e in questo rientra anche l’utilizzo di Chiesa contro il Napoli.
L’esterno azzurro ha caratteristiche importanti ma ben definite: può giocare sulla destra sfruttando la sua grande progressione e la capacità di superare l’avversario in velocità, ma in tal caso risulta meno incisivo in zona gol e più portato a cercare il traversone in mezzo. In questa situazione può essere utile quindi avere un centravanti di riferimento in mezzo all’area come può essere Dusan Vlahovic, attualmente indisponibile.
Con un attaccante maggiormente portato alla manovra e al dialogo con i compagni come Milik è più utile avere degli esterni in grado di tagliare il campo alle spalle della punta e andare alla conclusione. La coppia Di Maria e Chiesa a piede invertito ai lati di Milik può quindi dare un grande apporto in termini offensivi, ma deve avere le spalle coperte da giocatori adatti.
Chiesa e Di Maria insieme: tornare al 4-3-3?
Uno schieramento del genere difficilmente può essere supportato da un 3-4-3: la difesa a 3 obbliga Allegri a schierare come “braccetti” terzini di fascia riadattati come Danilo e Alex Sandro, di fatto limitando ancor di più la possibilità di schierare giocatori in grado di giocare come esterni a tutta fascia. McKennie e Kostic hanno le caratteristiche per farlo ma nessuno dei due è un difensore di ruolo, e sbilanciarsi su entrambe le fasce con giocatori più portati ad attaccare che a difendere presta il fianco alle iniziative avvesarie.
La strada originaria del 4-3-3 pensato in estate sembrerebbe quella che potrebbe permettere a Chiesa di esprimersi al meglio e al contempo sfruttare anche il talento di Di Maria, ma per intraprenderla Allegri dovrebbe rivedere i meccanismi difensivi e garantire un’adeguata protezione della difesa che a 4 ha dimostrato di soffrire troppo all’inizio della stagione.