Vai al contenuto

Se anche tu sei un grande appassionato di calcio ma ti trovi un po’ spaesato quando senti parlare di “indice di liquidità” delle società con eventuali sanzioni sul mercato, non preoccuparti, non sei certamente il solo.

Di fatto si tratta di un elemento finanziario molto comune per valutare la salute economica di una qualsiasi impresa, utilizzato anche per le società calcistiche per verificare fondamentalmente quanto siano in grado di far fronte ai propri debiti maturati.

In questo articolo proveremo a spiegarti quali sono i suoi punti essenziali e come vengono poi attivate le relative sanzioni a riguardo che possono avere un impatto molto importante nel mercato dei vari club.

Che cos’è l’indice di liquidità

Come detto l’indice di liquidità nel mondo del calcio è un valore che indica a carattere generale la capacità di quello specifico club, di poter saldare i propri debiti in virtù delle attività e degli incassi riferiti al periodo dei 12 mesi precedenti.

Per trovare l’indice di liquidità di un determinato club, la formula applicata sarà quindi quella di dividere il valore delle “Attività Correnti” per quello delle “Passività Correnti”. Ovvero, il bilancio effettivo di tutto ciò che “entra” nelle casse del club e tutto ciò che “esce” nell’anno di riferimento.

  • Indice di Liquidità = Attività Correnti / Passività Correnti

Cosa si intende per Attività e Passività correnti

Per Attività e Passività Correnti, si intende rispettivamente tutti i crediti e gli incassi in entrata nell’ultimo anno, contro tutto quello che invece è risultato come voce in uscita.

Nel dettaglio, sono Attività Correnti tutti gli eventuali crediti da clienti, sponsor, altre imprese, oltre alla liquidità effettiva presente nei conti bancari e gli eventuali crediti tributari.

In questo senso, non è inteso come attività corrente il valore assoluto della rosa (visto che non è monetizzabile in generale nei 12 mesi) mentre lo sono i proventi di una vendita passata se fatturata in quel periodo di tempo. Idem per quanto riguarda gli incassi (valgono quelli fatturati ma non quelli futuri) e gli eventuali diritti televisivi o di sponsor (anche qua, valgono quelli fatturati ma non le entrate future).

Parliamo invece di Passività Correnti, quando intendiamo i vari debiti societari: da quelli verso le banche o altri enti, al costo di fornitori, passando per quelli tributari o di previdenza. Rientrano quindi in questo valore gli stipendi (giocatori, allenatori e dipendenti) già fatturati nell’ultimo anno, così come tutti quei pagamenti per i trasferimenti dei giocatori pagati o da pagare entro quei 12 mesi di riferimento.

Quanto deve essere il valore dell’Indice di Liquidità

L’Indice di liquidità sarà quindi un valore numerico rappresentativo della salute societaria del club in esame. Trattandosi di un rapporto tra entrate (dividendo) e uscite (divisore), maggiore sarà il valore in uscita più il club mostrerà capacità di poter gestire le proprie finanze (o i propri debiti).

La linea di demarcazione primaria è quindi quella del valore “1”, ovvero quando il bilancio risulta perfettamente in pareggio tra entrate ed uscite, consentendo di rientrare di qualunque possibile debito in atto.

Se l’indice di liquidità è “Maggiore di 1”, significa che il club considerato è ancora più sano e può affrontare meglio anche i periodi di flessione economica (viceversa, se è molto maggiore potrebbe anche significare una cattiva gestione delle proprie risorse in eccesso, ma questa è una situazione che, purtroppo, non riguarda nessuna delle società calcistiche).

Molto più spesso però, praticamente sempre direi, questo valore è più o meno inferiore a “1”, mostrando quindi una certa difficoltà societaria nel riuscire a gestire i propri debiti. Per questo la FIGC (così come l’UEFA) ha stabilito parametri precisi per garantire una sostenibilità finanziaria dei club e abbassare i rischi di possibili fallimenti.

Soglia minima e sanzioni

Pur essendo l’Indice di Liquidità attivo fin dal 2015, il suo limite ultimo per evitare sanzioni si è decisamente abbassato nel corso del tempo, complice anche la pandemia che ha complicato ulteriormente la salute economica di tutti i club (calcistici e non solo).

Si è così passati da una soglia di “0,8” nella stagione 2020/21, allo “0,6” della successiva e fino allo “0,5” di quella trascorsa.

In base al proprio Indice di Liquidità, la società poteva eventualmente incorrere in diverse tipologie di sanzioni che andavano dal blocco del mercato (potendo solo vendere per avere liquidità e quindi più attività correnti da mettere a bilancio) fino a quella estrema della mancata iscrizione al campionato.

Perchè se ne parla tanto in questo periodo?

L’indice di Liquidità è tornato alla ribalta in quest’ultimo periodo, perchè con ogni probabilità non sarà più questo il parametro di riferimento principale per stabilire la tenuta economica delle società di calcio.

Proprio in questi giorni infatti, la FIGC ha approvato una nuova strategia a riguardo, anche per adeguarsi a regole più ampie in campo europeo. Al posto dell’Indice di liquidità, dovrebbero quindi essere introdotte delle più rigide soglie di debiti:

  • Fino a 5 Milioni (nessuna azione)
  • Tra 5 e 60 Milioni (necessario aumento di capitale per evitare sanzioni)
  • Oltre i 60 Milioni (sanzioni garantite)

Dove per sanzioni si intendono sia eventuali multe che altre applicazioni pratiche, dal blocco del mercato ai punti di penalità in classifica.

Resta invece in vigore un altro parametro chiamato “indicatore del costo del lavoro allargato” (più semplicemente il rapporto tra costi del lavoro e i ricavi), che sarà fondamentale per poter iscriversi al proprio campionato di riferimento e dovrà essere di massimo 0,8 (già dalla prossima stagione) scendendo invece a 0,7 in quella successiva.

Non si scherza: la commissione sui bilanci

Che le nuove regole non siano solo un modo per mescolare le carte in tavola senza cambiare niente, lo dimostra anche la creazione di un nuovo e indipendente organo di controllo: la Commissione sui bilanci (che varrà sia per il calcio sia per il basket).

Questo nuovo organo verrà nominato direttamente dal Governo e avrà sei membri attivi (di cui due scelti come rappresentati dalle stesse società sportive).

Insomma le intenzioni sembrano chiare e, malgrado i tanti pareri discordanti, in qualche modo anche necessarie per far fronte a un continuo aumento dei debiti delle società calcistiche che rende sempre più difficile immaginare una reale sostenibilità sul lungo periodo.