Dalla felicità alla disperazione in pochi giorni: i tifosi del Lecco sono passati dal festeggiare la vittoria dei play-off di Serie C contro il Foggia allo spettro dell’esclusione dalla Serie B appena conquistata e addirittura la prospettiva di ripartire dalla Serie D.
Ma come mai la squadra bluceleste si è ritrovata in questa situazione? Cerchiamo di ricostruire gli eventi che stanno tenendo con il fiato sospeso la città dei Promessi Sposi.
Lecco: il nodo stadio, inadeguato per la serie B
Il problema nasce dallo stadio utilizzato dai manzoniani per le partite interne: lo stadio Rigamonti-Ceppi è un impianto risalente al 1922 che, nonostante negli anni ‘50/’60 fosse arrivato ad ospitare anche 22.000 persone, negli ultimi anni, dato il declino della squadra cittadina, ha una capienza omologata di poco inferiore ai 5.000 posti.
Ma non è solo un problema di capienza: per poter giocare in Serie B dovrebbe essere adeguato anche l’impianto di illuminazione e fornito di tornelli all’ingresso, e inoltre dovrebbe essere rivisto tutto il sistema di accessi e dei servizi presenti.
La promozione della squadra è arrivata in maniera abbastanza imprevista, ma durante lo svolgimento dei play-off è apparso immediatamente chiaro che in caso di successo doveva essere trovata un’alternativa al Rigamonti-Ceppi.
Perché il ritardo sullo stadio ha escluso il Lecco dalla Serie B e anche dalla C
Mentre la squadra di Luciano Foschi procedeva sul campo, la società del presidente Christian Di Nunno ha iniziato a fare colloqui con varie sedi alternative, ma la disponibilità più concreta è arrivata dallo Stadio Euganeo di Padova, a 236 chilometri di distanza, dopo che soluzioni più vicine come Brescia, Novara o Vercelli non si sono dimostrate praticabili.
Il termine per l’iscrizione (che doveva comprendere la disponibilità dello stadio) scadeva martedì 20 giugno, ma il Lecco ha avuto certezza della promozione solo nel tardo pomeriggio di domenica 18 giugno, dopo la vittoria per 3-1 contro il Foggia.
Nella giornata di lunedì 19 i vertici lariani hanno prodotto tutta la documentazione necessaria per presentare l’iscrizione alla Serie B entro il 23:59 di martedì 20, ma l’unico documento che mancava era l’assenso della Prefettura di Padova all’utilizzo dell’Euganeo (c’era il parere favorevole del Comune, comunque). Il prefetto di Padova era però fuori città ed è rientrato solo nella mattinata di mercoledì, quando ha firmato i documenti necessari.
Il ritardo nella presentazione della domanda ha quindi causato l’esclusione del Lecco dalla Serie B, ma nel frattempo la società non aveva presentato nessuna domanda per l’iscrizione alle Serie C, i cui termini nel frattempo erano ugualmente scaduti. Con l’esclusione dalla Serie B quindi l’unico futuro per la squadra manzoniana sarebbe stata la ripartenza dalla Serie D.
Serie B o Serie D: come si potrà risolvere il nodo Lecco
In realtà nelle ultime ore filtra ottimismo per una risoluzione positiva della questione. Sarebbe emerso che la società avrebbe inviato una mail tramite PEC per chiedere una proroga dei tempi di presentazione della documentazione necessaria, in virtù del fatto che la disputa dei play-off aveva subito uno slittamento di 10 giorni senza che fossero spostati i termini di presentazione delle domande di iscrizione.
La mail sarebbe stata inviata alla Commissione criteri infrastrutturali della FIGC ancor prima della finale contro il Foggia, senza però ricevere risposta.
Inoltre pare che la visita della Commissione effettuata allo stadio Rigamonti-Ceppi martedì 20 sia stata effettuata senza la presenza del presidente Carlo Longhi, il che renderebbe la visita non ufficiale e quindi non titolata a dare parere negativo riguardante l’infrastruttura.
La Commissione si dovrebbe riunire nuovamente il 7 luglio, ma nel frattempo potrebbe essere accettata la documentazione relativa allo Stadio Euganeo in virtù della richiesta di proroga emersa e quindi il parere riguardo all’iscrizione in Serie B dovrebbe essere infine positivo.