Il calendario di quest’anno fa coincidere la fine del girone d’andata con la pausa invernale, consentendoci di conoscere il nome della squadra Campione d’Inverno prima di Natale. Ma cosa significa per una squadra il titolo di Campione d’Inverno e quanto è effettivamente importante?
Cosa significa essere Campione d’Inverno
Il “titolo” di Campione d’Inverno è quello che viene virtualmente assegnato alla squadra che conclude il girone di andata in cima alla classifica. Dato che al momento del giro di boa del campionato si sono affrontate tutte le altre squadre in gara, i valori sono già delineati in maniera abbastanza precisa, per cui la squadra che ha ottenuto i risultati migliori è quella maggiormente indiziata a ripetersi anche nel girone di ritorno, e di conseguenza la favorita per la vittoria finale.
Ovviamente, nessuna partita è uguale alla precedente, e il fattore campo nelle sfide decisive, il differente stato di forma in momenti diversi della stagione, i possibili cambiamenti tattici o di rosa dovuti al calciomercato invernale possono sovvertire del tutto i valori espressi nella prima parte del campionato.
Con nuova formula del calendario asimmetrico adottata da questa stagione l’ordine in cui si affrontano le varie avversarie non è più lo stesso nel girone di ritorno rispetto a quello di andata. In questa maniera si introduce un altro elemento che può cambiare nettamente l’andamento fatto registrare nella prima parte di stagione.
Quante volte il Campione d’Inverno vince lo scudetto?
Nella storia della Serie A a girone unico conquista del titolo di Campione d’Inverno è coincisa con la vittoria dello scudetto all’incirca una volta su tre: su 88 edizioni (non contando quindi la stagione 2004-2005, il cui titolo è stato poi revocato e non assegnato), in 59 occasioni chi ha vinto il girone di andata si è ritrovato in testa anche alla fine di quello di ritorno, ovvero una percentuale del 67%.
Restringendo il campo all’era dei 3 punti a vittoria, ovvero dalla stagione 1994-1995 in poi, vediamo come la squadra Campione d’Inverno abbia finito per conquistare lo scudetto esattamente il 66,66% delle volte, ovvero 18 su 27.
Quel caso su tre in cui una squadra Campione d’Inverno finisce per non vincere lo scudetto finisce sempre per essere ricordato a lungo, dato che, a seconda di come la si guardi, corrisponde sempre ad una rimonta esaltante o a una delusione cocente.
Quando i Campioni d’Inverno perdono poi lo Scudetto
L’ultimo caso è recentissimo, ovvero nella stagione 2020-2021, quando il Milan riuscì a laurearsi Campione d’Inverno alla fine del girone d’andata, nonostante una sconfitta casalinga contro l’Atalanta. L’Inter, incapace di vincere a Udine, restò a due punti di distanza, mancando il sorpasso che sarebbe però alla 22ª giornata, quando i rossoneri incassarono una sorprendente sconfitta in casa dello Spezia mentre i nerazzurri regolarono la Lazio per 3-1 a San Siro. Una volta conquistata la vetta, l’Inter la mantenne fino alla fine, conquistando il 19° scudetto che segnò anche il vantaggio nel computo dei titoli nazionali nei confronti dei cugini milanisti.
Nel decennio precedente, segnato dal dominio della Juventus capace di conquistare ben 9 titoli consecutivi, per ben due volte il Napoli è arrivato alla fine del girone d’andata con l’illusione di poter strappare lo scudetto dal petto dei bianconeri: nella stagione 2015-2016 e in quella 2017-2018. In entrambi i casi la rimonta bianconera nella fase finale della stagione risultò fatale alla squadra allenata da Maurizio Sarri, che avrebbe trovato soddisfazione solo nel 2019-2020 riuscendo a confermare sì il titolo di Campione d’Inverno vincendo poi lo scudetto, ma questa volta sulla panchina della Juventus.
Tornando un po’ più indietro nel tempo, tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000 abbiamo assistito ad alcune delle rimonte più rocambolesche che si ricordino nella storia della Serie A.
Nel 1998-1999 la Fiorentina di Giovanni Trapattoni chiuse il girone d’andata con 35 punti, 3 in più delle dirette inseguitrici Parma e Lazio. L’infortunio di Gabriel Batistuta e le intemperanze di Edmundo privarono però i viola dei suoi bomber principali nel momento chiave della stagione, che subirono il sorpasso non solo da parte della Lazio che condusse fino alla penultima giornata, ma anche del sorprendente Milan di Alberto Zaccheroni che conquistò lo scudetto forse più inaspettato della storia rossonera.
Nella stagione successiva la Juventus di Carlo Ancelotti fu protagonista di un appassionante testa a testa con la Lazio: Campione d’Inverno con 1 punto di vantaggio, arrivò all’ultima giornata con un vantaggio doppio attesa dal semplice impegno sul campo del Perugia. Il nubifragio che si abbattè sulla cittadina umbra, l’interruzione della partita per oltre 45 minuti e il gol in mezzo al fango di Calori che fece esplodere di gioia i laziali ancora assiepati allo stadio dopo la vittoria sulla Reggina che valse il sorpasso in extremis sono ancora argomenti che bruciano nella memoria degli juventini.
Due anni dopo sempre la Lazio è stata protagonista di un’altro sorpasso all’ultima giornata, ma se di quel famoso 5 maggio 2002 si ricorda il suicidio sportivo dell’Inter ai danni della Juventus, ci si dimentica che in quella stagione alla fine del girone d’andata era stata la Roma a laurearsi Campione d’Inverno, con 1 punto di vantaggio sull’Inter e sul sorprendente Chievo e ben 4 sulla Juventus che si sarebbe poi laureata Campione d’Italia.
Ancora nel 2002-2003 la Juventus riuscì a sorpassare il Milan di Ancelotti grazie anche al successo nello scontro diretto giocato a San Siro, mentre nella stagione successiva sarebbero stati proprio i rossoneri a superare nello sprint finale la Roma di Fabio Capello.