Il Napoli si ferma ancora, e questa volta a un passo dal traguardo. Un errore allo scadere di Juan Jesus consente ai rossoblu di realizzare il gol del pareggio dopo l’illusorio vantaggio azzurro del bomber Victor Osimhen. Nel ricordo della scomparsa di Gigi Riva, quasi un mese esatto dopo, il Cagliari regala l’emozione più grande ai suoi tifosi all’ultimo respiro conquistando un punto d’oro in chiave salvezza, in fondo anche meritato. Per i partenopei occasione mancata per ritornare al successo, che manca da tre giornate in campionato. Troppe se si vuole ambire a palcoscenici importanti.
La dura verità
Il campionato del Napoli finisce qui, a fine febbraio. Una stagione nera che sta diventando una vera e propria disfatta. Altro passo falso che fa malissimo al morale e mette fine, salvo miracoli, alle speranze Champions. Errare è umano è vero, ma commettere una disattenzione del genere al 96esimo, dopo una stagione così negativa, può rischiare di mandare ancora di più tutto a rotoli. A maggior ragione se si pensa che tra una settimana c’è la Juventus e tra due il ritorno con il Barcellona. Non basta dunque la magra consolazione del ritrovato goal in trasferta, che ricordiamo mancava da tre mesi (l’ultimo con Lobotka a Bergamo nel 2 a 1 sull’Atalanta il 25 novembre). Stavolta, però, sono le individualità a condannare il Napoli e a macchiare la prima in A di Calzona. Come in un film dove tutto gira male, inesorabile arriva la punizione finale.
La chiave della partita
Ranieri sorprende tutti disponendo il 4-4-2 per la prima volta in questa stagione. Schiera Jankto come laterale destro di centrocampo e Luvumbo a sinistra, mentre in attacco l’ex Gaetano affianca Lapadula. Il Napoli di Calzona scende in campo ancora con il 4-3-3 visto in Champions con Raspadori, come esterno destro d’attacco al posto di Politano, e Zielinski, che torna in campo da mezzala sinistra. In fase offensiva il Napoli si schiera con il 4-1-4-1 e pone sulla stessa linea della trequarti Kvara, Zielisnki, Anguissa e Raspadori a supporto della punta Osimhen. Il Cagliari, invece, prova a superare il Napoli sulla fascia di Mazzocchi alzando Augello in sovrapposizione con Luvumbo per aumentare la pericolosità.
Il match
Inizio match in equilibrio nonostante il Cagliari parte con più grinta rispetto a un Napoli che fatica a ingranare la marcia. Occasioni da una parte e dall’altra, si resta sullo 0 a 0 anche grazie alle parate di Meret e Scuffet che, quando chiamati, si fanno trovare pronti a sventare i pericoli.
La pressione del Cagliari sembra concretizzarsi attorno al 30esimo quando, in area del Napoli, Rrahmani sbaglia e segna nella porta sbagliata un autogoal “quasi da oscar”. Esultanza, da parte dei padroni di casa, strozzata sul più bello perché Pairetto viene richiamato dal VAR vanificando il possibile vantaggio del Cagliari dopo il fuorigioco di Lapadula. La gara però resta accesa e sul filo del rasoio con i padroni di casa che si procurano le azioni più pericolose pur non riuscendo superare la difesa di Calzona.
Nella ripresa il Napoli fatica a costruire e a trovare spazi in quanto il Cagliari difende con il 4-5-1 e raddoppia su tutti gli azzurri che non riescono a superare gli avversari nell’uno contro uno. Gli uomini di Ranieri arretrano Gaetano in posizione di trequartista e passano al 4-4-1-1 in fase di costruzione per aumentare la densità a centrocampo. Dal 75esimo il Cagliari cambia tutto l’attacco con l’entrata in campo di Oristanio e Petagna al posto di Pavoletti (in campo solo per 15 minuti) e Augello.
Osimhen quanto è mancato al Napoli
Un goal che mancava da metà dicembre, proprio contro il Cagliari nel girone d’andata, ma che non è sufficiente al Napoli per lasciare l’isola sarda con i tre punti. Non è bastato il secondo centro consecutivo di Victor Osimhen, dopo quello al Barcellona, per battere i ragazzi di Ranieri.
Il Napoli, quindi, trova il break decisivo quando Scuffet si fa superare da l’attaccante nigeriano che sblocca il punteggio e si sblocca ritrovando il goal che vale il vantaggio esterno. Determinante l’errore difensivo di Augello che ha dato il via all’azione partenopea iniziata da Raspadori e finalizzata dal bomber azzurro. Un goal che mancava da metà dicembre, proprio contro i sardi nel girone d’andata, ma che non è stato sufficiente al Napoli per lasciare l’isola con il bottino pieno.
Finale thriller
Osimhen va vicinissimo al raddoppio due minuti dopo, centrando due volte il palo prima con lo scavino e poi col tap-in sottomisura, ma la posizione di partenza era irregolare. Calzona fa come mercoledì, toglie Kvara per Politano e il georgiano stavolta non reagisce, ma esce a testa bassa e non incrocia lo sguardo col suo tecnico. In piena zona “Pavoletti”, però, il Cagliari trova il guizzo del riscatto con Luvumbo che, al 96esimo, gela l’esultanza partenopea e riporta il Napoli ai suoi soliti incubi stagionali.
Alle porte c’è la sfida di mercoledì contro il Sassuolo, reduce da un cambio in panchina proprio all’ultima giornata. Dopodiché ci sarà ospiterà la Juventus in una sfida che già si preannuncia avvincente dato che i bianconeri dovranno, e vorranno, vendicare il doloroso 5 a 1 dello scorso anno. Per Calzona, dunque, il cammino è iniziato in salita, ma d’altronde dopo una stagione così, cosa ci si poteva aspettare dopo l’ennesimo cambio in panchina?