Il calcio femminile sta crescendo ad una velocità vertiginosa negli ultimi anni anche in Italia, spinto dai buoni risultati della nazionale azzurra e dall’impegno delle maggiori società di Serie A.
Per quanto il livello sia ancora molto lontano da quello maschile per una serie di motivi, non ultimo il fatto che non sia ancora uno sport professionistico, nel calcio femminile si sono distinte una serie di atlete, oggi come in passato, in grado di far parlare di sé anche al di fuori della ristretta cerchia di appassionati della loro disciplina.
Ecco sei delle migliori calciatrici azzurre di sempre.
Carolina Morace
Per anni è stato il sinonimo stesso di calcio femminile in Italia: Carolina Morace, nata a Venezia il 5 febbraio 1964, è stata la prima calciatrice a diventare famosa presso il grande pubblico.
Dopo gli inizi come calciatrice nell’entroterra veneziano, tra Ca’ Bianca e Spinea, esordisce in Serie A con la maglia del Belluno nel 1978, anno in cui arriva anche a vestire la maglia della nazionale: l’esordio in azzurro avviene il 1° novembre, subentrando a Betty Vignotto in una staffetta che con il senno di poi ha grande significato.
In maglia azzurra Carolina ha segnato 105 reti in 153 presenze, vincendo anche il premio come Golden Player agli Europei di Norvegia e Svezia del 1997, dove aveva trascinato l’Italia alla finale persa contro la Germania grazie alle sue 4 reti che le valsero anche il titolo di capocannoniere della manifestazione. Era la seconda finale europea persa da Carolina, dopo quella contro la Norvegia nell’Europeo del 1993 disputato in Italia.
Con i club, Carolina ha vinto ben 12 scudetti e si è laureata altrettante volte capocannoniere. Ritiratasi nel 1998 dopo aver vestito le maglie di Lazio, Trani, Reggiana, Milan, Torres, Agliana, Verona e Modena, intraprende immediatamente la carriera di allenatrice nel settore femminile della Lazio.
Nel 1999 è per breve tempo la prima donna a guidare una formazione maschile professionistica, sedendo sulla panchina della Viterbese in Serie C1, ma l’esperienza si chiude dopo sole due giornate.
Diventa in seguito commissario tecnico della nazionale italiana, passando poi anche alle nazionali canadesi (con cui ha vinto la Coppa Concacaf femminile) e trinidadensi.
Nel 2018 torna ad allenare in Italia, prima con il Milan e quindi con la Lazio, con cui ha guadagnato una promozione in Serie A nel 2021 per poi essere esonerata nella stagione successiva dopo 5 sconfitte nelle prime 5 giornate.
Patrizia Panico
Nata a Roma l’8 febbraio 1975, Patrica Panico è stata l’attaccante più prolifica nella storia del calcio femminile italiano: 14 volte capocannoniere in Serie A femminile, detiene il record di marcature con la nazionale italiana, 110, nonché quello di presenze, 204.
Dopo gli inizi in periferia di Roma, con il Borussia, passa a giocare con il Valmontone per poi approdare in Serie A con la maglia della Lazio a 19 anni. Dopo un’esperienza con il Torino, nel 1997 passa al Modena dove, in coppia con Carolina Morace, vince il suo primo scudetto.
Tornata alla Lazio, vince un altro campionato nel 2002, e altri 8 titoli italiani arriveranno negli anni successivi tra Verona e Torres. Nel 2010 fa anche una breve esperienza negli Stati Uniti, con la maglia del Sky Blue, squadra del New Jersey.
Si ritira dal calcio giocato nel 2016, dopo aver indossato la maglia della Fiorentina Women’s, ed entra nello staff delle nazionali giovanili maschili, come vice di Daniele Zoratto all’Under 15.
Nel 2018 diventa la prima donna a ricoprire il ruolo di commissario tecnico di una nazionale maschile, sedendosi sulla panchina dell’Under 15. A partire dal 2021 è passata ad allenare la Fiorentina femminile.
Betty Vignotto
Una delle pioniere del calcio femminile in Italia, Elisabetta Vignotto è nata a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, il 13 gennaio 1954.
Da ragazzina giocava con gli amici maschi per strada, fino a quando a 16 anni, non fu notata dal concittadino Gianfranco Bedin, ex leggenda della Grande Inter che la segnalò ai dirigenti del Gomma Gomma, squadra di Milano che disputava il neonato campionato dilettantistico femminile della FIGC. All’esordio si laureò subito campionessa d’italia, ripetendosi anche l’anno successivo con la Real Juventus.
Tornata a giocare vicino a casa, anche per poter dare una mano in casa, veste per anni la maglia del Gamma 3 Padova, con cui vince due campionati e una coppa Italia (conquistando il titolo di capocannoniere per 3 volte, nel ‘72 con il record di 56 gol), per poi iniziare a girare varie squadre in un giro d’Italia che la porta a chiudere la carriera alla Reggiana nel 1990, dove intraprende la carriera di dirigente arrivando alla presidenza della società, carica che ricopre ancora oggi dopo il cambio di denominazione in Sassuolo Femminile.
Fino al 1999, anno in cui è stata superata dalla statunitense Mia Hamm, deteneva il record di reti segnate con rappresentative nazionali, 107 in 109 incontri.
Oltre all’incarico con la squadra neroverde, ricopre anche la carica di membro del consiglio direttivo della Divisione calcio femminile della FIGC.
Ilaria Mauro
Nata a Gemona del Friuli il 22 maggio 1988, Ilaria Mauro ha inizialmente praticato la pallavolo sotto la spinta dei genitori, che non vedevano il calcio, praticato dal fratello Nicholas (futuro arbitro), come uno sport adatto ad una bambina. È però lo stesso presidente della sua squadra di pallavolo che convince i genitori a farle cambiare sport e iniziare a giocare a calcio.
Esordisce in Serie A nel 2003 con la maglia del Tavagnacco, che indossa per i successivi 10 anni, conquistando anche una storica Coppa Italia e portando la formazione friulana in Champions League.
Nel corso degli Europei giocati in Svezia nel 2003 viene notata da alcuni osservatori del Sand, squadra tedesca che disputava la 2. Bundesliga Süd. Ilaria si trasferisce in Germania e conquista la promozione in Frauen-Bundesliga con il Sand, per poi vestire anche la maglia del Turbine Potsdam prima del ritorno in Italia.
Viene ingaggiata nel 2016 dalla Fiorentina Women’s, con cui vince uno scudetto e una Coppa Italia in 4 stagioni, per poi chiudere la carriera con la maglia dell’Inter nel 2020-2021.
Sara Gama
Triestina classe 1989, Sara Gama è l’unica italiana che è stata omaggiata da Mattel con una bambola Barbie speciale con le sue fattezze nel 2018, insieme ad altre 16 personalità femminili internazionali “che hanno saputo diventare fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro”.
Dopo i primi calci con lo Zaule e la Polisportiva San Marco di Duino, ha esordito in Serie A con il Tavagnacco, per poi trasferirsi al Chiasiellis (sempre in provincia di Udine). Nel 2008 conquista con la nazionale italiana l’Europeo Under-19, prima vittoria del calcio femminile azzurro, venendo nominata anche UEFA Golden Player.
Nel 2010 fa una breve esperienza estiva negli Stati Uniti, in prestito al Pali Blues di Los Angeles. Nel 2012 si trasferisce al Brescia, con cui vince il campionato, e quindi nella stagione successiva viene chiamata a disputare la Division 1 Féminine con la maglia del Paris Saint-Germain. Un grave infortunio però la costringe a lungo lontano dal campo, e nel 2015 torna al Brescia. Nel 2017 viene ingaggiata dalla neonata Juventus Women, di cui viene nominata capitano e con cui conquista immediatamente il primo di quattro scudetti consecutivi, allo spareggio proprio contro il “suo” Brescia.
Di padre congolese, ha vissuto pesanti episodi di razzismo, in particolare quando ha indossato la fascia di capitano della nazionale italiana. È nel consiglio della FIGC in rappresentanza dell’AIC, di cui è la prima donna nella storia a ricoprire il ruolo di vicepresidente.
Barbara Bonansea
Nata a Pinerolo nel 1991, Barbara Bonansea è cresciuta nel Torino, vincendo due scudetti Primavera nel 2006 e nel 2007, anno in cui fa già la spola con la prima squadra giocando in Coppa Italia. Dalla stagione successiva è stabilmente in prima squadra, fino al 2012 quando firma con il Brescia.
Con le Rondinelle Barbara conquista due scudetti, due Coppe Italia e tre Supercoppe, e nel 2017 si trasferisce alla neonata Juventus Women, rifiutando un’offerta del Lione per vestire la maglia per cui ha sempre fatto il tifo. È lei a firmare il primo storico gol femminile della Juve in Serie A, il 30 settembre 2017. Nei quattro anni successivi Barbara vince quattro scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe.
Diventa un punto fermo della nazionale allenata da Milena Bertolini, che centra la storica qualificazione ai Mondiali di Francia del 2019, dove segna la doppietta che vale la vittoria delle azzurre all’esordio contro l’Australia.
Nel 2020 diventa la prima italiana ad essere inserita nella formazione delle migliori calciatrici dell’anno dalla FIFPro.