Giovanni Trapattoni compie oggi 81 anni. Ogni candelina messa sulla torta è una bella storia legata all’amato pallone
E’ una torta speciale, quella che è stata preparata oggi, martedì 17 marzo 2020, per festeggiare l’ottantunesimo compleanno di Giovanni Trapattoni, nato a Cusano Milanino da Francesco e Romilde Basssani, quinto figlio di una famiglia umile ma dai sani valori. Una torta speciale perché, a voler ben vedere, rivivendo la storia del mitico “Giuàn” ci si rende conto che ognuna delle ottantuno candeline rappresenta una bella storia legata a quel pallone da calcio suo fedele compagno sin dall’infanzia. Giovanni Trapattoni è una icona vivente dello sport, perché nel corso di una lunghissima carriera da giocatore prima e da allenatore poi, ha sempre e comunque lasciato il segno.
Lo si ricorda implacabile difensore per nulla intimorito da chi si trovava di fronte. Indimenticabile la prestazione che il 22 maggio del 1963, allo stadio Wembley di Londra, vide Trapattoni “mettere la museruola” al fortissimo e temutissimo campione portoghese Eusebio. Accadde nella finale che ha rappresentato un’altra pagina storica dello sport italiano: quella sera, grazie anche al suo preziosissimo contributo, il Milan supero 2-1 il Benfica e vinse la Coppa dei Campioni, trofeo che per la prima volta fu vinta da una squadra italiana.
Lo si ricorda scatenato protagonista di conferenze stampa nelle quali ha sempre fatto valere le sue ragioni. E’ passata alla storia quella in cui nel suo “milanes-tedesco” catechizzò i giocatori del Bayern Monaco, rei di una prestazione sottotono che lui non gradì. Era, detto per inciso, la squadra del già famoso Strunz.
Lo si ricorda «autore» di frasi che sono diventate dei veri e propri must: «Mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco», «Non abbiamo vie di mezzo: o andiamo sulla luna o andiamo nel pozzo», «Il pallone è una bella cosa ma non bisogna mai dimenticare che è gonfio d’aria», «Non mettiamo il carro davanti ai buoi, ma lasciamo i buoi dietro al carro», «La palla non è sempre rotonda, a volte c’è dentro il coniglio», «Quando ti abitui allo zucchero non accetti più il sale»… e centinaia di altre affermazioni, alcune anche evidentemente sgrammaticate, ma che rendevano sempre e perfettamente l’idea della genuinità del ragazzo da Cusano Milanino.
Lo si ricorda visibilmente distrutto nel morale quando il 18 novembre del 2009, nei tempi supplementari di una appassionante sfida, un gol clamorosamente non valido segnato dal centrocampista francese Gallas (ricevette la palla da un passaggio eseguito con la mano da Thierry Henry) privò l’Irlanda, della quale era allenatore, di una strameritata qualificazione ai Campionati del Mondo in Sudafrica. Si rifece subito dopo, regalando ai “Boys in Green” la prima storica qualificazione ai successivi Campionati Europei in Polonia e Ucraina.
Lo si ricorda come uno dei cinque allenatori al mondo che ha vinto almeno un campionato in quattro paesi diversi: c’è riuscito in Italia, Germania, Portogallo e Austria. Soprattutto entro i confini dello Stivale, con la Juventus prima ma soprattutto con l’Inter poi, il “Trap” ha realizzato record che sono entrati nella storia del calcio italiano. Come dimenticare, infatti, i sei scudetti vinti in bianconero. Oppure l’indimenticabile l’Inter dei record, quella capace di mettere in classifica 58 punti quando ogni partita vinta ne regalava due: 58 su 68 totali. Mai nessuno ha saputo fare meglio.
Lo si ricorda come l’uomo che, da giocatore prima e da allenatore poi, ha saputo vincere tutte e tre le massime competizioni internazionali per club: Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe e la Coppa Intercontinentale. Carriera strepitosa, quella di Trapattoni allenatore che si è ritirato dopo aver messo in bacheca dieci titoli nazionali e sette coppe europee: al mondo, è il sesto di tutti i tempi, quarto in Europa.
Lo si ricorda anche come uno dei tecnici più apprezzati anche da istituzioni e organi di stampa: il Times nel 2007 lo inserì tra i primi cinquanta nella storia del football. La Espn lo valutò addirittura come uno dei migliori venti tecnici mai visti all’opera. Nel 2012 venne poi introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano.
Ci sarebbero mille altre cose da scrivere su Giovanni Trapattoni, marito di Paola Miceli, incontrata alle Olimpiadi di Roma e mai più lasciata, e splendido padre di Alberto ed Alessandro. Forse però il regalo più bello da fare al Giovanni nazionale è quello di invitare chiunque a leggere, ad informarsi, ad avere notizie su quello che il “Trap” è stato per lo sport italiano. In quel momento, chiunque si renderebbe conto che 81 storie, quelle che si volevano raccontare su ciascuna delle candeline messe sulla torta di compleanno, sono solo l’inizio di un racconto molto, molto più lungo ed emozionante.