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Il rapporto di Bryan Cristante e una buona parte della tifoseria giallorossa sembra essere arrivato ad un punto di non ritorno, anche e soprattutto per via di un’annata che è partita male con l’affare Dybala che sembrava sul punto di partire e ancora non si è capito benissimo il motivo per cui è rimasto a Roma con tanto di proclami, ed è proseguita peggio con l’esonero di Daniele De Rossi e l’arrivo di Ivan Juric.

Roma e Bryan Cristante: un inizio difficile di una stagione nata sotto i peggiori auspici

Ma già dall’anno scorso, quando De Rossi ha preso in mano la squadra all’indomani dell’altro esonero, quello di Josè Mourinho, che sembrò una sorta di scelta di comodo della proprietà che, vistasi ai ferri corti con lo Special One, diede a Capitan Futuro le chiavi della gestione tecnica del gruppo, per poi fargli firmare un contratto a fine stagione che lo avrebbe legato ai giallorossi fino al 2027.

Adesso che è arrivata una sconfitta eloquente, più nel gioco che nel risultato, contro l’Inter, sembrano molto più netti gli obiettivi della tifoseria giallorossa e, questa volta, ad analizzare soprattutto le reazioni sui social, Bryan Cristante è uno dei giocatori messi maggiormente sotto processo dai tifosi romanisti.

Quando si pensa a Bryan Cristante in maniera positiva, lo si associa a quello che tutto il calcistico mondo italiano, gli vide fare a Bergamo, con l’Atalanta di Gasperini, dove approdò durante il mercato di riparazione invernale e, vista la sua propensione a fare il jolly di centrocampo, gli orobici decisero di riscattarlo dal Benfica, proprietario in quel momento del cartellino del giocatore dal doppio passaporto italo canadese.

Il passaggio alla Roma

Eravamo nei primissimi anni della gestione Gasperini, quella dei repentini cambi di casacca dei giocatori alla corte dei Percassi, con l’allenatore di Grugliasco sempre pronto a plasmare e riplasmare una rosa che difficilmente rimaneva la stessa da un anno all’altro.

Proprio la duttilità del centrocampista nato a San Vito al Tagliamento il 3 marzo del 1995, permise al suo allenatore di posizionarlo tra la linea della trequarti e la mezzala sia di centro destra, la sua preferita che di centro sinistra.

Le incursioni del giovane Bryan in area di rigore, fruttarono un bottino di 9 reti in campionato e 3 in Europa League.

A fine stagione la Roma venne folgorata dalle prestazioni di Cristante e offerto ad Eusebio di Francesco, che venne cacciato alla 26^ giornata per fare spazio a Claudio Ranieri, il cui arrivo coincise, guarda caso, con l’ultima stagione alla Roma di Daniele De Rossi come giocatore.

Era l’anno di Dzeko e Schick come attaccanti e Cristante è il giocatore che fece registrare le maggiori presenze in rosa, 44 in tutte le competizioni, corredate da 4 reti e un rendimento non certo paragonabile a quello che aveva messo in evidenza con la maglia della “Dea”.

Fonseca e il definitivo cambio di ruolo

Se con Di Francesco e Ranieri, Cristante trovava posto tra i centrocampisti avanzati, con il nuovo allenatore chiamato alla Roma, Paulo Fonseca, l’italo canadese cominciava a perdere campo, non tanto in senso lato del termine, quando in senso pratico.

Fonseca gli preferiva spesso Diawara e Veretout, facendolo giocare quando chiamato in causa, da mediano e, addirittura, piazzandolo difensore centrale per via di tutta una serie di fattori, tra i quali i vari infortuni dei giocatori arretrati in forza ai giallorossi, acuiti dal periodo di confusione completa dovuto alla prima vera ondata di pandemia.

Il ruolo viene confermato la stagione successiva per via del grave infortunio occorso a Chris Smalling e in questo frangente perde definitivamente la possibilità di ricoprire il ruolo a lui più congeniale, quello di centrocampista.

A Roma arriva José Mourinho che, nella stagione della vittoria della Conference League, torna a ritagliargli un ruolo a centrocampo, in virtù del quale Cristante torna a giocare a livelli discreti.

Il problema della posizione in campo

Le ultime due stagioni la presenza di Cristante ricorda invece quella dell’elefante in mezzo ad una stanza che tutti fanno finta di non vedere.

Non è corretto giudicarne le prestazioni senza conoscere cosa c’è all’interno dello spogliatoio della Roma, quello che in tanti, soprattutto nell’ultimo periodo di Mourinho, hanno accostato ad una polveriera.

Non ci si può nascondere dietro a un dito se parliamo di stagioni deludenti, ancora meno se parliamo di quella attuale e, se vogliamo dirla tutta, della partita contro l’Inter di domenica scorsa, ma i problemi della Roma vanno al di là del comportamento di Cristante.

Nella stagione migliore della sua carriera, quella all’Atalanta con Gasperini, l’allenatore di Grugliasco lo preferiva mezzala destra quando giocava con il 3-4-3, marchio di fabbrica del primo Gasperini, per poi inventarlo trequartista nella seconda parte della stagione, quando il 3-4-1-2 cominciava ad essere preferito con una certa frequenza dallo staff tecnico nerazzurro.

Bryan Cristante: sacrificio e piedi buoni

Se da una parte, dunque, Cristante ha perso appeal verso i suoi tifosi, non si può non tenere conto delle circostanze che lo hanno portato a doversi sacrificare in ruoli non esattamente suoi, come quello di centrale di difesa che gli hanno fatto perdere mesi importanti di maturazione calcistica.

L’arretramento da trequartista e mezzala, da mezzala a mediano e infine da mediano a centrale difensivo, non possono aver certo giovato al suo periodo di maggiore crescita professionale, per una carriera che, se non è esplosa ai livelli che ci si aspettava ai tempi di Benfica e Atalanta, il motivo non può essere ricercato solo nelle sue prestazioni non incoraggianti.

In ogni caso Bryan Cristante ha rinnovato a fine 2023 con i giallorossi.

Lo ha fatto firmando fino al 2027, per 3 milioni a stagione, per cui il problema si ripresenterà ogni volta che entrerà in campo e, come è successo contro l’Inter, uscirà tra i fischi.

L’altro obiettivo dei tifosi romanisti poco contenti è Lorenzo Pellegrini, anch’egli ormai additato come uno dei responsabili dei problemi della Roma, tifosi che devono convivere con un rapporto mai sbocciato con la proprietà Friedkin, accusata spesso, come ha appena dichiarato uno che la Roma la ama davvero, Claudio Ranieri, di pensare poco ai sentimenti della curva e della tifoseria in generale.

La buttiamo lì: proprio perché Bryan Cristante è ormai l’elefante nella stanza per antonomasia, per quale motivo non si prova un’altra soluzione tattica e lo si rispolvera come centrocampista avanzato alla Pellegrini?

Una sorta di trequartista adattato al modulo di Juric che passa spesso dal 3-4-2-1 al 3-4-1-2, esattamente come i moduli che gli creava su misura Gasperini.

In una situazione come quella della Roma, cosa costa provarci?