Nel Real Madrid che continua a rimanere in vetta nella Liga assieme al sorprendente Girona il volto “nuovo” è quello di Brahim Diaz. A causa di una raffica di infortuni tra centrocampo e attacco per quanto riguarda i blancos l’ex milanista nelle ultime settimane si è ripreso uno spazio che sembrava perso.
Non ha più il 10 sulla schiena come in rossonero, ora ha il 21, ma il piccoletto andaluso è reduce da un mese di novembre e da un inizio di dicembre davvero super: lo si è notato anche in Champions League contro il Napoli, in cui ha dato spettacolo.
Brahim Diaz, ritorno alle origini
In Spagna Diaz è solamente Brahim, non c’è bisogno di aggiungere il cognome: anche perché Diaz è uno dei più diffusi nella penisola iberica e quindi andrebbe perso, diluito tra tanti altri. Brahim è Brahim fin da quando era minorenne e al Malaga, la squadra della sua città, incantava mezza Europa tanto da portare il Manchester City a comprarlo.
I radar delle squadre spagnole però erano sempre accese su di lui, anche se Guardiola per Diaz stravedeva. Niente da fare, nel gennaio 2018 ecco il Real a sborsare la bellezza di 22 milioni: mica pochi per uno che non era quasi mai sceso in campo. E anche nella stagione e mezza in bianco poco spazio, chiuso in attacco da “chiunque”, compresa gente che vista con gli occhi di oggi ci farebbe sorridere: Mariano, Jovic, James Rodriguez o la versione già crepuscolare di Hazard.
Sono stati senz’altro utili alla crescita di Brahim, comunque, i tre anni al Milan in cui è diventato una pedina fondamentale nello scacchiere di Stefano Pioli. Trequartista abbastanza atipico, a volte schierabile sulla fascia destra per non finire preda, soprattutto fisicamente, dell’imbuto centrale avversario, ha messo insieme in rossonero statistiche di tutto rispetto: 18 gol e 15 assist in 124 presenze.
Approfittando delle assenze
A novembre il Real Madrid ha perso svariati titolari per infortunio, specialmente dalla cintola in su: va detto che anche in difesa e in porta la sfortuna si è abbastanza accanita con la squadra di Ancelotti (Courtois, Militao), ma in poche settimane di recente i blancos hanno visto finire in infermeria Tchouameni, Camavinga, Vinicius e in parte Modric. Facendo di necessità virtù il Real si è affidato ai meno utilizzati fin lì, su tutti Brahim Diaz.
L’ex milanista ha giocato da titolare le ultime due partite di Champions League, segnando contro il Braga e regalando un assist contro il Napoli. E in due delle ultime due giornate della Liga è stato schierato dal primo minuto andando a bersaglio sabato contro il Granada, sfruttando un assist senza senso di Kroos e chiudendo un triangolo lungo con il tedesco: nel giro di tre partite Brahim Diaz ha accumulato circa un terzo dei suoi minuti totali della sua carriera al Real Madrid, 298′ su 1039′.
Nel 4-3-2-1 sempre più fluido di Ancelotti, che di fatto comincia da Bellingham per poi scegliere gli altri dieci, Diaz è la mezzapunta che parte da destra, lasciando libero il centro per le scorribande dell’inglese, di fatto giostrando da “Vinicius” ma dall’altro lato del campo. Davanti poi Rodrygo o Joselu, con il primo assolutamente rovente e autore di 6 gol consecutivi.
A 24 anni insomma Brahim sta cominciando a ritagliarsi il suo spazio al Real, che del resto in estate non aveva voluto sentire ragioni con il Milan quando i rossoneri avevano provato a rinegoziare il prestito oneroso. “In qualsiasi posizione lo schieri lui fa ciò che gli chiedo e si allena sempre duro: quindi siamo molto contenti di lui”, ha affermato Carlo Ancelotti dopo la vittoria sul Granada. Con Vinicius fuori ancora a lungo attenzione dunque al grande ritorno da protagonista di Diaz.