Su queste pagine avete letto in più di un’occasione le storie delle rivalità sportive più intriganti e accese di sempre.
In vista del big match infrasettimanale che andrà di scena al Signal Iduna Park di Dortmund il prossimo 26 maggio 2020, abbiamo deciso di raccontarvi quella che in Germania è considerata una delle partite più affascinanti della storia della Bundesliga, Borussia Dortmund-Bayern Monaco.
Le capofila europee
Tutti i maggiori campionati di calcio che si rispettino, mettono storicamente in evidenza una squadra che più delle altre rappresenta il calcio di un determinato popolo, di una determinata nazione.
In Italia è la Juve a poter esibire in campo nazionale il maggior numero di scudetti messi in bacheca, 35, a fronte dei 18 dell’Inter, in Inghilterra a farla da padrone è il Manchester United con 20 titoli conquistati superiori ai 18 del Liverpool, in Spagna il Real Madrid guida la classifica dei trionfi iberici con 33 primi posti davanti al Barcellona che segue, distanziato, a quota 26.
In questo pezzo ci occupiamo invece della Bundesliga, dominata in lungo e in largo dal Bayern Monaco, che ha messo da parte la bellezza di 29 titoli, a fronte della decaduta Norimberga a quota 9 e del Borussia Dortmund con 8.
Non ci vuole chissà quale competenza per capire che il Bayern è storicamente la squadra alla quale il pensiero va immediatamente se si fa riferimento a quella più rappresentativa della nazione teutonica, con tutta una serie di inseguitrici che, a turno, hanno provato a metterla in difficoltà.
Il big match infrasettimanale
Per quanto riguarda la stagione in corso, lo lotta per la conquista della Deutsche Meisterschale, è apertissima e passa anche e soprattutto per la partita che si disputerà martedì tra i 7 volte campioni consecutivi del Bayern e l’attuale seconda in classifica, il Borussia Dortmund.
L’occasione è propizia per rivivere quella che è stata per i tifosi tedeschi la partita delle partite, disputatasi il 25 maggio del 2013.
Ebbene sì, la partita di martedì casca a fagiolo, perchè saranno passati esattamente, o quasi, la bellezza di 7 anni dalla sfida di Champions League di Wembley alla quale parteciparono le due squadre tedesche.
Poco feeling tra Baviera e Renania
La rivalità tra le due squadra nasce da lontano, per ragioni fondamentalmente geografiche ed socio-economiche.
Monaco, centro borghese poco al di là del confine tedesco con Austria e Svizzera, contrapposto al selvaggio bacino carbonifero della Ruhr, immerso in quel territorio non lontano da Belgio e Olanda.
Le differenze le potrete capire da voi: la squadra dei commercianti, dei cervelloni, del capitalismo industriale, centro nevralgico dell’economia moderna, contro gli sporchi e cattivi abitanti del bacino, abituati a soffrire, a guadagnare il tutto con il sudore della fronte.
È uno scontro anche geografico, visto che ad ogni partita si scontrano nord contro sud.
Una stagione che non si dimentica
Fu una partita che avrebbe comunque lasciato il segno, al di là delle rivalità sportive, quindi, in un periodo storico in cui il Borussia Dortmund provava a scrollarsi di dosso il complesso di inferiorità nei confronti del Bayern, già campione di Germania per la 18esima volta.
Ebbene sì, anche quella stagione in madre patria fu dominata dal Bayern che chiuse la disputa con ben 6 giornate dalla fine.
Erano i tempi in cui i bavaresi potevano contare su Mario Mandzukic, capocannoniere della squadra con 15 gol e sulle straordinarie parate di Manuel Neuer.
Dall’altra parte il Borussia si godeva i gol di Robert Lewandowski, 24 in quella stagione, vice capocannoniere dietro a Stefan Kiebling del Bayer Leverkusen e, soprattutto, le alchimie tattiche di Jurgen Klopp.
Il percorso
Da vincitrice del campionato precedente, il Borussia Dortmund pescò malissimo per la fase ai gironi, vinta comunque in pompa magna con squadre del calibro di Real Madrid, Ajax e Manchester City.
Shakhtar Donetsk, Malaga e Real Madrid vennero letteralmente asfaltate dai canarini di Klopp, per una serie di partite ad eliminazione diretta praticamente perfetta.
Molto più semplice il gruppo del Bayern Monaco, anch’esso vinto dai tedeschi ai danni di Valencia, Bate Borisov e Lilla.
La squadra di Heynckes riuscì a eliminare, per la verità altrettanto agevolmente, avversari molto quotati: Arsenal prima, Juventus poi e Barcellona in semifinale, con un perentorio 4-0/3-0.
La finale
Il Borussia Dortmund, ma questo era piuttosto prevedibile per lo spasmodico amore che i tifosi nutrono nei confronti della propria squadra, vinse una mastodontica corsa al biglietto, inondando di richieste, ben 500.000, i siti della UEFA che ne ricevettero dall’altra sponda “solamente” 250.000.
E così arrivò il 25 maggio, quando, nella meravigliosa cornice di Wembley, colorato a metà di rosso e metà di giallo, le due squadre si sfidarono non prima, però, di assistere alla scaramucce tra i massimi dirigenti assunsero i toni della rissa verbale.
Il Bayern si presentò a Londra dopo la cocentissima delusione dell’anno precedente, quando, di fronte al proprio pubblico, proprio all’Allianz Arena, perse la finale contro il Chelsea fallendo un calcio di rigore nel tempi supplementari con Arjen Robben.
La finale del 2013 fu nel complesso molto nervosa e povera di spettacolo, fino a quando il Borussia, nell’ultimo quarto d’ora di partita, cominciò a sbandare paurosamente, soprattutto dopo l’1-1 firmato da Mandzukic e Gundogan su rigore.
Ma i corsi e i ricorsi storici, come avrete capito, in questo scontro si ripetono a più riprese e quello che il calcio toglie, alle volte restituisce.
Quando mancava un solo minuto al termine dei tempi regolamentari, dopo 10 minuti di assedio, fu proprio Robben a mettere a segno il gol della vittoria.
L’assist, perfetto, fu confezionato dall’attuale viola Ribery, che smarcava il suo compagno permettendogli di battere, questa volta senza esitazioni, l’incolpevole Weidenfeller.
La coppa andò quindi al Bayern per la quinta volta nella sua storia, un nuovo smacco per il Borussia, rimasto a quota 1 vittoria, quella leggendaria conquistata nel 1997 in Finale contro la Juve.