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La scorsa estate la dirigenza del Milan mise a segno un mercato in entrata che non si vedeva da qualche tempo. Rinforzi in attacco e a centrocampo di un certo spessore che lasciavano presagire una stagione al vertice. Pur essendosi piazzati secondi in Serie A, le delusioni sono state tante e tutte particolarmente cocenti. Un altro euroderby perso contro un’italiana, stavolta la Roma, una fase difensiva totalmente da rivedere e la silente e inerme vittoria dello scudetto dell’Inter di fronte al proprio pubblico.

Nonostante ci sia gratitudine a Pioli per aver riportato il Milan sul tetto d’Italia dopo anni di anonimato, i sei derby consecutivi persi e le 49 reti subite nel corso del campionato appena concluso non sono passati inosservati. Nemmeno agli occhi della dirigenza. Da qui si può solo imparare. Le scelte devono essere fatte con maggiore accuratezza da parte di dirigenza, allenatori e giocatori.

Il cruccio del modulo

Considerati gli acquisti, l’evoluzione al 4-3-3 sembrava scontata. Difatti, nei primi match di campionato Pioli ha abbandonato il suo fedele 4-2-3-1 in favore dello schema prima citato. Fino al derby di andata contro l’Inter sembrava che tutto stesse girando come previsto ma questa sfida ha completamente cambiato le carte in tavola. Il Milan è parso affaticato – si parla della 4a giornata di campionato – nonché abbattuto. Sicuramente il problema non è solo il modulo però in questa occasione si è vista l’incapacità di gestire la novità di un nuovo modulo quando di fronte si ha un avversario forte e collaudato.

Questo incontestabile e veritiero 5-1 in favore dell’Inter ha rimesso in luce alcuni nervi scoperti. La tenuta mentale del Milan è un problema. Molti giocatori hanno reso molto al di sotto delle loro potenzialità e con ciò è precipitato il rendimento dell’intera squadra. Il repentino cambiamento di modulo ha quindi solo reso più evidenti alcune criticità

Gli infortuni

Ad aver compromesso definitivamente la stagione del Milan sono stati gli infortuni. Tanti, troppo e ad un certo punto non più giustificabili. Il reparto più martoriato è stato senza dubbio quello difensivo. Per di più ognuno di essi è stato alquanto lungo e brigoso. Ciò ha portato a scelte di emergenza tanto da far esordire anche giovani talenti provenienti dalla primavera.

In questa analisi non c’è la volontà di sostituirsi allo staff medico e men che meno quella di dare giudizi nel merito. Certo è che una squadra del calibro del Milan, questo lazzaretto non se lo può permettere. A causa di questa situazione, nel match casalingo contro il Verona i rossoneri si sono presentati in campo con il 3-4-3. Si dice che di necessità virtù ma nel corso della stagione in corso sono state decisamente più le prime delle seconde.

Capitolo difesa

Il reparto difensivo è stato poche gioie e tantissimi dolori per il Milan. I gol subiti sono stati complessivamente 49 e interessante notare come nessuna delle prime 10 ne abbia subiti così tanti. Ad avvicinarsi a questo impietoso record è solo la Roma che in campionato ha incassato 48 reti. Al netto di qualche prestazione degna di nota, Tomori ha deluso, specie per errori di disattenzione. Kalulu e Kjaer non sono parsi all’altezza e Thiaw è parso totalmente spaesato rispetto alle indicazioni tecnico-tattiche fornite.

L’unica nota lieta è l’esordio di Simic. Nonostante la giovane età si è mostrato all’altezza della chiamata in prima squadra. Attento, preciso e puntuale. Ogni qual volta chiamato in causa non ha mai deluso. Rimandato a settembre invece Gabbia. Rientrato dal prestito con Villarreal migliorato ma ha penalizzarlo ancora qualche disattenzione di troppo.

Sulle fasce si deve aprire un altro capitolo. Calabria è parso sottotono sia in fase offensiva che difensiva. A destra gli avversaria si sono spesso trovati dinnanzi un’autostrada a quattro corsie spalancata. Qui la bocciatura è totale. Sono due consecutive le stagioni nelle quali il terzino pare aver abdicato. Considerato che lo stesso indossa anche la fascia da capitano , il suo contributo alla squadra è troppo esiguo.

Sulla sinistra il Milan vanta un fuoriclasse quale Theo Hernandez ma pure lui ha seguito il flusso a ribasso della squadra. Inesistente nei derby così come nelle sfide decisive. Non è in discussione il valore intrinseco del francese, piuttosto l’apporto che lo stesso possa dare ai rossoneri. Il terzo è quasi parso adagiarsi sugli allori, ben concio di essere un punto fermo.

Le aspettative per la prossima stagione

Kjaer e Giroud non faranno più parte della rosa del Milan dalla prossima stagione e sulla panchina rossonera siederà verosimilmente Fonseca.

Sarà necessario un rinforzo in difesa in grado di dare solidità al reparto. Allo stesso modo serve un mediano fisico ed eventualmente in grado di non farsi intimorire sul dischetto. Un giocatore così manca da quando se n’è andato Kessie. Vitale l’acquisto di una punta. Il prescelto pare essere Zirkzee che con il Bologna ha dimostrato di avere l’esperienza e la mentalità giusta. Dulcis in fundo è necessario un terzino destro all’altezza.

Fronte societario, è lecito aspettarsi un contributo più ingente da parte di Zlatan Ibrahimovic. La statura morale dello stesso non è in discussione ma il suo ruolo non ben definito in società ha dato vita ad un ibrido poco utili in termini di risultati. Lo svedese si è sempre e giustamente forgiato del titolo di vincente. Ecco, oltre alle mansioni burocratiche dovrebbe trasmettere questo approccio ai giocatori. Innanzitutto a Leao. Il portoghese è un fuoriclasse ma non ancora un campione. È latente nelle partite che contano e questo atteggiamento non è più tollerabile, specie contando che l’intera squadra poggia sui suoi guizzi.

Budget e mercato che verrà

Si è molto parlato tra i tifosi del Milan della situazione relativa al bilancio, anche per via delle vicissitudini dei vicini cugini nerazzurri.

Il Milan sotto questo profilo è in una situazione invidiabile, privo di debiti e con il bilancio già in attivo dallo scorso esercizio. Questo però è solo una faccia della medaglia: il risultato economico è stato possibile anche con un ridimensionamento e una razionalizzazione dei costi. Per questo gli obiettivi del mercato rossonero hanno un imperativo assoluto: giovani, di prospettiva e dallo stipendio sostenibile.

In questa ottica il budget per gli acquisti appare anche più ingente di quello delle dirette avversarie: il bilancio Inter consiglia cautela nonostante un po’di sereno portato da Oaktree, e il budget mercato della Juve sembra molto più legato alle cessioni.

Il milan non avrà problemi a spendere cifre anche alte per cartellini di giovani futuribili ma è sotto il profilo del tetto salariale che la situazione cambia: il controllo delle spese è ancora un imperativo assoluto nelle stanze rossonere.

Quindi ci saranno acquisti che verranno visti come investimenti (i profili di Zirkzee, Fofana vanno proprio in questa ottica) al massimo ci potrebbe essere qualche puntata su nomi già celebri come Emerson Royal ma che mantengono comunque un costo accessibile.

Sul fronte cessioni non ci saranno particolari sorprese come nella scorsa stagione, anche se il mal di pancia di Theo Hernandez potrebbe consigliare una ragionata sulla possibile partenza del terzino francese: comunque con prezzi da bottega cara, e il Real Madrid è già stato informato di questo.