La straordinaria campagna in Champions League dell’Inter ha portato, oltre ad entusiasmo e prestigio per la squadra di Inzaghi, anche molti incassi inattesi per le casse nerazzurre, una vera e propria boccata d’aria per una società il cui bilancio è ormai da tempo sotto osservazione.
Con il pagamento, da parte dell’UEFA, degli ultimi premi relativi alla Champions League il 28 giugno l’Inter riceve l’ultima tranche di 21,8 milioni di euro (15,5 per la partecipazione alla finale e 6,3 di quota market pool), che porta il fatturato complessivo della squadra nerazzurra verso quota 430 milioni.
Bilancio Inter: quanto hanno guadagnato i nerazzurri dal campo
I diritti tv, tra Serie A e Champions League, hanno inciso per 190 milioni, e una grande fonte di entrate sono stati anche gli incassi di San Siro, sempre pieno per tutta la lunghissima stagione (l’Inter ha giocato tutte le partite possibili in casa) e capace di generare introiti per 80 milioni (anche se l’AD dell’Inter Antonello sostiene che con uno stadio di proprietà si potrebbero aggiungere altri 60 milioni di ricavi).
In totale dalla Champions League l’Inter ha incassato circa 100 milioni di euro in premi (considerando che circa 4 milioni sono stati trattenuti dall’UEFA in virtù del Settlement Agreement firmato dalla squadra nerazzurra per rientrare nel Fair Play Finanziario), a cui si aggiungono anche i 7 milioni derivanti dalla vittoria della Coppa Italia e i 3,5 della Supercoppa Italiana. La 3ª posizione in Serie A invece è valsa un premio tra i 13 e i 14 milioni, che si aggiunge alla quota fissa di partecipazione di 25,5 milioni.
La somma totale che l’Inter ha potuto iscrivere a bilancio derivante quindi dai risultati ottenuti nelle varie competizioni è di circa 150 milioni.
Inter: da dove viene il rosso di 80 milioni nel bilancio
Il risultato della gestione ordinaria della società nerazzurra è stato pari ad un -25 milioni, deficit ridotto di più di due terzi rispetto al -88 fatto registrare nella stagione precedente.
Il bilancio nerazzurro si è quindi chiuso con un risultato nettamente migliore rispetto agli anni precedenti: circa -80 milioni, quando la stagione precedente si era chiusa a -140.
Peraltro questi 80 milioni sono facilmente identificabili: per tutta la stagione al bilancio dell’Inter sono mancati gli introiti dello sponsor principale, Digitalbits, che non ha mai versato le rate previste, per un totale di 30 milioni, prima di essere rimosso dalla maglia. Per le ultime due partite, tra cui la finale di Champions League, l’Inter ha raggiunto un accordo con Paramount che ha garantito almeno 10 milioni.
Inoltre la situazione finanziaria pregressa ha comportato una serie di interessi su finanziamenti ottenuti e sui bond emessi pari a 50 milioni di euro, che rappresentano il peso più grande sul bilancio dell’Inter al momento.
Le entrate dal player trading e gli obblighi del Fair Play Finanziario
Dal punto di vista degli ammortamenti, gli addii di giocatori come Vecino e Perisic hanno comportato una riduzione dell’impatto a bilancio. Per quanto riguarda gli incassi, le cessioni di Pinamonti, Casadei e Pirola hanno garantito entrate per circa 40 milioni.
Secondo il Settlement Agreement stipulato con l’UEFA però l’Inter deve ottenere circa 50 milioni in plusvalenze entro il 30 giugno per rientrare nei parametri concordati per la partecipazione alle Coppe Europee. Le cessioni di Pinamonti e Casadei erano già state inserite a bilancio nella scorsa sessione di mercato, quindi per quest’anno finora si registrano solo i 5 milioni derivanti dal riscatto di Pirola da parte della Salernitana.
All’orizzonte però ci sono le cessioni di Marcelo Brozovic, che sia agli arabi dell’Al-Nassr o al Barcellona, di André Onana verso il Manchester United e di Robin Gosens, conteso da Union Berlino e Bournemouth.
Soprattutto le prime due sarebbero operazioni che permetterebbero di iscrivere a bilancio somme importanti come plusvalenze: Brozovic, acquistato per 8 milioni quasi nove anni fa, è stato ormai completamente ammortizzato e quindi rappresenterebbe una plusvalenza di oltre 20 milioni, così come Onana, tesserato a parametro zero, rappresenterebbe da solo un segno “+” di più di 40 milioni, se venduto alle cifre di cui si parla.
Situazione differente per Gosens: pagato quasi 28 milioni all’Atalanta, deve essere ceduto per almeno 15 milioni per non far registrare una minusvalenza nel bilancio dell’Inter.
Inoltre altre operazioni minori (come il trasferimento di Kovacic dal Chelsea al Manchester City, che porta all’Inter quasi mezzo milione di premio di formazione) possono contribuire ad alimentare le casse nerazzurre.