A vederle da quaggiù, le nuvole incutono un certo timore. Soprattutto se sono fitte e nere, annunciatrici di tempesta. Ma basta volare qualche metro sopra di esse che il terrore scompare, e il sereno ricolma lo spirito.
L’Inter non solo è in un momento particolarmente negativo della sua stagione – per risultati, malumori, voci di mercato, etc. – ma sembra vedere il cielo solo dalla prospettiva di chi è impaurito dall’arrivo di un acquazzone.
Cambiare prospettiva, quindi sguardo, è compito di Inzaghi: su questo non ci sono dubbi. Ma finora l’Inter ha dimostrato, almeno in Europa, di poter essere competitiva anche con – non al di là de – le proprie difficoltà. E poi il Benfica è caduto, pochi giorni fa, nella sfida d’alta quota col Porto. Piccole cose certo, ma in questa fase della stagione è proprio da queste piccole cose che l’Inter deve ripartire.
Aggrapparsi alla speranza per tornare a splendere, nell’attesa che le nubi si diradino anche da quaggiù.
Le info utili su Benfica-Inter
- Quando e dove si gioca. Benfica-Inter si gioca al Da Luz di Lisbona, martedì 11 aprile 2023, calcio d’inizio alle ore 21.00.
- Dove vederla. Sarà possibile seguire la partita da casa tramite Sky Sport, canale 201 (Sky Sport Uno).
- L’arbitro della sfida. Sarà l’inglese Michael Oliver – sì, quello del bidone al posto del cuore – ad arbitrare la sfida d’andata dei quarti di finale tra Benfica e Inter.
Le probabili formazioni
Qui Benfica. Nonostante la sconfitta col Porto – o forse proprio in virtù di questa sconfitta – l’allenatore del Benfica Schmidt non cambierà nulla rispetto all’undici standard utilizzato quest’anno, tranne che per il reparto difensivo, dove saranno assenti Bah (infortunio) e Otamendi (squalifica).
4-2-3-1, all. Roger Schmidt: Vlachodimos; Gilberto, António Silva, Verissimo, Grimaldo; Florentino, Chiquinho; Aursnes, João Mário, Rafa Silva; Gonçalo Ramos.
Qui Inter. Dzeko non segna da tre mesi, ma è anche il miglior marcatore europeo della stagione interista fin qui con 3 gol segnati. Inzaghi è dunque davanti a un bivio, dovuto anche ai continui cambi in attacco che hanno destabilizzato un ambiente già frenetico. Chi giocherà contro il Benfica? Le prove tattiche del tecnico nerazzurro e il momento no di Lukaku farebbero pensare al bosniaco dal primo minuto: probabilmente invece Inzaghi opterà per il ritorno della Lu-La.
3-5-2, all. Simone Inzaghi: Onana; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Mkhitaryan, Dimarco; Lukaku, Lautaro.
Precedenti e statistiche
Sono quattro i precedenti tra queste due squadre in Europa. Una risale alla vecchia e cara Coppa dei Campioni: parliamo della finale del 1965 (27 maggio) decisa da un gollonzo di Jair al 42’ – più papera del portiere che gol di Jair, ma tant’è. Quel giorno si giocava a San Siro in un’atmosfera indimenticabile – nonostante il diluvio.
Per aspettare un altro confronto tra le due squadre bisognerà attendere quasi quarant’anni. Stagione 2003/2004, questa volta in Coppa UEFA. L’andata degli ottavi si giocò a Benfica, come capiterà martedì, l’11 marzo del 2004. Il match terminò 0-0, con pochissime emozioni da ambo le parti. Al ritorno invece la partita fu in piena salsa pazza Inter, e terminò 4-3 per i nerazzurri. I lusitani passarono in vantaggio con Nuno Gomes, poi dal 46’ al 65’ l’Inter ne fece tre (Martins, Recoba, Vieri), fino al 3-2 ancora di Nuno Gomes al 68’ e alla chiusura dei giochi ancora con Martins tre minuti dopo (4-2). Sul finale arriverà il 4-3 di Tiago, che farà vivere ai tifosi nerazzurri minuti di panico.
Se il piatto dei precedenti piange, diverso è il caso degli incroci che collegano le due città. Si pensi solo a Joao Mario, tre anni all’Inter dal 2016 al 2019, ma anche al vecchio Trap che da allenatore vinse sia con l’Inter (1989) che col Benfica (2005). Prima di lui Mourinho, storicamente legato al Porto, allenò i biancorossi nel 2000 per 9 partite, prima di approdare (con esiti noti) all’Inter nel 2008.
Nell’attuale Champions, il Benfica ha vinto il girone H con PSG, Juventus e Maccabi chiudendo a 14 punti. Non ha mai perso una sola partita, umiliando il Brugge agli ottavi (5-1 in Portogallo, 0-2 in Belgio): in totale i lusitani hanno segnato finora 23 gol subendo 8 reti. Joao Mario ne ha segnate 6, Rafa Silva 5. Nonostante la sconfitta col Porto, il Benfica sta dominando anche in campionato: dopo 27 partite ha vinto 23 volte, pareggiandone 2 e perdendone altrettante. Il miglior marcatore stagionale è Gonçalo Ramos con 25 reti, davanti a Joao Mario (23).
L’Inter è imbattuta da tre partite nella fase a eliminazione diretta della Champions (Porto quest’anno e Liverpool lo scorso anno). Non solo: in queste tre occasioni l’Inter di Inzaghi non ha mai preso gol. Onana inoltre, in questa stagione, è il portiere che ha effettuato più parate: 38 in 8 presenze. L’Inter dovrà ripartire da questi numeri e da quelli del Toro Martinez, 7 gol fuori casa con l’Inter in Champions League. Ad 8 i record-man Sandro Mazzola ed Hernan Crespo.
Le chiavi tattiche del match
Come interpretare questa sfida prima che inizi?
Molto difficile, davvero. Schmidt è un allenatore per certi versi simile ad Inzaghi: come quest’ultimo predilige giocare attendendo, senza dominare col possesso palla. Ma a differenza di quest’ultimo, ha un modulo (4-2-3-1) che permette ai suoi interpreti una maggiore elasticità e varianza di movimento. Prendete uno come Rafa Silva, in teoria trequartista in pratica regista, attaccante, ala. Dipende. Questo miscuglio elettrico potrebbe essere una delle chiavi del match: sta all’Inter e ai suoi interpreti leggerne bene lo spartito in corso d’opera.
L’Inter viene da un punto nelle ultime 4 giornate, al ‘netto’ di appena due gol segnati. Il problema offensivo, specie in partite come questa, paradossalmente può trovare la sua risoluzione: abbiamo già visto i numeri del Toro in trasferte europee quest’anno, più in generale l’Inter quando deve attendere e ripartire è una squadra pericolosa. È una squadra che ha bisogno di campo per dare il meglio di sé – tramite la spinta degli esterni soprattutto. In questo senso saranno cruciali le prove di Dumfries e Dimarco, ma anche dei due attaccanti (Lukaku-Lautaro?) nel momento di riconquista palla.