La Roma è la prima squadra italiana a debuttare nella fase a gironi della nuova Europa Conference League.
I giallorossi hanno superato il playoff e ora guardano con fiducia al loro raggruppamento, in cui la truppa di José Mourinho è la super favorita.
Inseriti nel gruppo C, i capitolini se la vedranno con i norvegesi del Bodo/Glimt, i bulgari del CSKA Sofia e gli ucraini dello Zorya. Insomma qualificazione alla portata e da primi della classe, sulla strada che conduce agli ottavi di finale.
Vediamo nel dettaglio, pregi e difetti dei rivali della Roma.
Bodo/Glimt: il calcio champagne norvegese
Un calcio sempre più in evoluzione quello scandinavo, nonostante il freddo e il clima che non aiuta per gran parte dell’anno. Lo sanno bene quelli del Bodo/Glimt che lo scorso anno sono diventati campioni di Norvegia, dominando in lungo e in largo. Il loro cammino in Champions però si è chiuso ben presto e la Conference League diventa la porta di emergenza per affermarsi anche a livello europeo.
Squadra giovane e tambureggiante, quella allenata da Kjetil Knutsen capace di vincere il primo titolo in patria con un vantaggio di 19 punti sul Molde secondo in classifica. Lo scorso anno furono eliminati al terzo turno preliminare di Europa League dal Milan, ma lasciando comunque una buona impressione.
I giocatori più importanti sono l’attaccante Botheim (12 gol in stagione), Pellegrino che in 4 presenze ha segnato altrettante reti, mentre a centrocampo attenzione a Saltnes che ha già trovato la via del gol in 10 occasioni. In difesa, gli uomini di maggiore esperienza sono Hoibraaten e Moe, con il russo Haikin a guardia dei pali.
Come detto, l’avventura del Bodo in Champions League si è interrotta al primo turno dei preliminari, contro i polacchi del Legia Varsavia: sconfitta interna per 3-2 e altro Ko sette giorni dopo per 2-0. Di conseguenza i norvegesi sono stati declassati in Conference League, dove nel secondo turno preliminare hanno superato gli islandesi del Valur, con un doppio 3-0.
Nel terzo turno, ecco i kosovari del Prishtina. Sconfitta per 2-1 in campo esterno e rimonta per 2-0 sette giorni dopo, con annesso pass per i playoff. Nell’ultimo e decisivo step, la truppa di Kjetil Knutsen ha eliminato i lituani dello Zalgiris. 2-2 in casa dei rivali nei primi 90 minuti e successo per 1-0 nella gara di ritorno, con la prima storica qualificazione alla fase a gironi di una competizione continentale.
CSKA SOFIA: una squadra storica
Il CSKA Sofia rappresenta da sempre un pezzo di storia del calcio dell’Est Europeo. Negli anni dell’Unione Sovietica, la truppa bulgara era una delle poche squadre in grado di impensierire le squadre russe. Ai giorni nostri il club è ridimensionato, ma da qualche anno a questa parte sta costruendo un gruppo di giocatori interessanti.
A capo del progetto c’è il tecnico Mladenov che ha investito molto sui giocatori stranieri. In porta ad esempio troviamo il brasiliano Gustavo Busatto, mentre in difesa comanda l’olandese Mattheij assieme al nazionale bulgaro Turitsov. Sulla mediana ci sono più giocatori in grado di fare male: su tutti spicca Jordy Caicedo, centrocampista ecuadoriano che ha segnato già 4 reti in stagione, una più dell’irlandese Carey.
Restando a centrocampo è interessante anche il brasiliano Geferson, oltre al prodotto del calcio bulgaro Georgi Yomov a segno già due volte. In attacco tutto poggia sul padrone di casa Ahmedov e sul’olandese Wildschut. Da non sottovalutare quello che in Bulgaria è considerato un possibile talento, come il 19enne Asen Donchev.
Il CSKA Sofia ha iniziato il suo cammino in Conference League dal secondo turno preliminare. Contro i lituani del FK Liepaja sono serviti i calci di rigore per passare allo step successivo, dopo un doppio 0-0. Nel terzo turno, ecco i croati dell’Osijek. Vittoria in Bulgaria per 4-2 e pareggio per 1-1 sette giorni dopo. Infine, nel playoff, altro avversario scorbutico, come i cechi del Viktoria Plzen. Sconfitta per 2-0 in trasferta e successo ai supplementari per 3-0 nella gara di ritorno.
Zorya: la cenerentola ucraina
Viktor Skrypnyk guida una squadra che sogna di riprendersi un passato da protagonista ormai lontano. Lo Zorya gioca dal 1991 nel campionato ucraino, ma negli anni ’70 è stato uno dei club più prestigiosi dell’Urss vincendo anche il campionato nel 1972, contro le corazzate di Mosca.
Nella scorsa stagione finale persa in Coppa di Ucraina contro la Dinamo Kiev, ma la squadra sta crescendo grazie anche alle reti del tandem iraniano Sayyadmanesh – Zahedi. A centrocampo il faro del gioco è il brasiliano Juninho, con gli ucraini Favorov e Gromov a supporto. In difesa comanda Imerekov, con due portieri a lottare per la titolarità: il più maturo Shevchenko e il giovane Matsapura.
Lo Zorya è approdato direttamente al playoff di Europa League, da perdente della Coppa Nazionale in quanto la Dinamo ha preso parte alla Champions League. Test importante quello contro il Rapid Vienna e fallito in malo modo. Sconfitta per 3-0 in Austria e altro KO sette giorni dopo in casa per 3-2.
L’eliminazione dalla seconda coppa continentale ha portato alla retrocessione in Conference League e nel gruppo C gli ucraini sembrano sulla carta la squadra meno forte.